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28 dicembre 2006

riflettere

traggo spunto dall'articolo pubblicato sul corriere del mezzogiorno del 28 12 2006 sull'annosa vicenda del rigassificatore in puglia.
Autore: lea cifarelli

Brindisi: E’ di questa mattina la notizia dello stop ai lavori imposto alla British Gas dal Governo centrale su richiesta della Commissione Europea, relativamente alla vicenda rigassificatore.
“Si potra’-si legge sulle pagine del corriere del mezzogiorno- valutare in modo pieno ed esaustivo tutti i profili ambientali che la realizzazione dell’impianto comporta”.
Un plauso all’ottimo lavoro di squadra che la provincia e il comune, sostenuti e incoraggiati dai cittadini brindisi, sono riusciti a mettere in campo a difesa dei diritti e della tutela degli interessi locali.

E’ la riprova che quando gli amministratori lavorano insieme per il raggiungimento di uno scopo comune,i risualtati arrivano.

Questo è quello che succede a Brindisi.
La prospettiva della realizzazione di un rigassificatore in Puglia coinvolge anche un’altra citta’:Taranto
Ahinoi, l’elenco delle anomalie che caratterizza la realta’ jonica è infinito.

Uno quesito su tutti: in assenza di rappresentanti locali responsabili, di autorevoli esponenti politici capaci di ispirare la propria condotta al solo interesse per il bene e per il futuro di questa citta’, chi difendera’ i diritti di una comunita’ martoriata come la nostra?
Chi si fara’ portavoce della tutela dell’ambiente, della salute pubblica (valori che il presidente Vendola non ha esitato a definire “stuprati”)e degli interessi economici del capoluogo jonico?
L’unico rappresentante rimasto al suo posto, non si sa ancora per quanto vista la sua recente disponiblita’ a rivestire anche la carica di sindaco del capoluogo jonico, è il presidente della Provincia, Gianni Florido. E qui,stando ai fatti, non c’è da farsi troppe illusioni.

In barba alle procedure previste in materia,infatti, il presidente Florido accoglie positivamente la prospettiva del rigassificatore a taranto senza ascoltare le popolazioni interessate, senza fermarsi a riflettere sulle implicazioni che un parere favorevole a riguardo, inevitabilmente comporterebbe.
Pensiamo ad esempio, alla difficolta’ di coniugare la presenza di un impianto di questo tipo con lo sviluppo del porto di Taranto.
È sconcertante come non si sia fatto cenno alcuno alla presenza di numerosi siti ad altissimo impatto ambientale, non un cenno al temuto effetto domino che potrebbe scatenarsi in caso di incidente.
Come se non bastasse , l’Agip, , intende rafforzare la propria presenza sul territorio ampliando gli impianti esistenti.
Il presidente della Provincia cosa risponde? “non possiamo rifiutare l’investimento previsto di 1 miliardo di euro ”. Ricordo che a regime verranno impiegate poco meno di 100 unita’.Le ripercussione sulla nostra salute, al contrario, non sono quantificabili.

Sull’altro versante, quello comunale, il vuoto isitituzionale lasciato dalle dimissione dell’ultimo sindaco e la presenza di un commissario prefettizio complicano gravemente la situazione
Non si potra’ certamente interpellare chi non c’è o peggio chi si è reso co-responsabile della gravissima situazione in cui versa oggi il comune.
Che aspettarsi allora?
Che si continui a pagare per l’inadeguatezza dei nostri rappresentanti, per la totale incapacita’, dimostrata sul campo, di rimboccarsi le maniche e lavorare per assicurare alla citta’, ai giovani, alle famiglie taratine, un futuro diverso.
Un futuro dove chi investe a Taranto non sceglie una zona franca, dove al polo siderurgico, che così pesantemente ha condizionato le nostre menti e le nostre coscienze, si possa affiancare un’economia differente, un’economia che sappia valorizzare le ricchezze naturali, paesaggistiche, storiche e culturale tipiche della citta’ dei due mari.
Vendola prometteva di una puglia diversa, terra di pace, lontana dagli schemi e dalle logiche di chi aveva governato prima di lui; quello che vedo non mi piace, quello che è stato fatto sinora non va nella direzione giusta.

In attesa di una risposta
Vi ringrazio per avermi ascoltato

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