Argentina, scompare il supertestimone nel processo per genocidio. Marcia di protesta a La Plata
Una marcia di protesta è stata organizzata a La Plata, in Argentina, mentre cresce la preoccupazione e si teme per la sorte di Jorge Julio Lopez, il 77enne testimone chiave di un processo per genocidio ai danni dell’ex capo della polizia di Buenos Aires, Miguel Etchecolatz. Lopez, di cui non si hanno più notizie da domenica scorsa è stato uno dei testi principali nel processo a carico dell’alto ufficiale, che martedì scorso è stato condannato all’ergastolo per sequestri, torture e omicidi compiuti durante l’ultimo governo militare (1976-1983). Alla marcia di La Plata, capitale della provincia di Buenos Aires dove si è svolto il processo, hanno partecipato centinaia di persone. Secondo la dirigente dell’Associazione degli ex detenuti-desaparecidos, Adriana Calvo, la scomparsa di Lopez è «un chiaro messaggio per la condanna all’ergastolo per genocidio di Etchecolatz e di minaccia nei confronti di testimoni in simili processi».
Lopez, in particolare, aveva riconosciuto l’imputato Etchecolatz come colui che lo aveva fatto rapire e torturare nel 1976. Chiedendo al ministro dell’Interno argentino, Anibal Fernandez, di assicurare che Lopez venga ritrovato al più presto «vivo», la Calvo ha sottolineato che le organizzazioni umanitarie sono in possesso di «indizi, prove e fatti concreti» che dimostrano che Lopez è stato sequestrato.
Come scrive la stampa argentina che dedica ampio spazio alla vicenda, solo pochi giorni prima di scomparire nel nulla aveva ricevuto «telefonate anonime nelle quali gli avevano fatto ascoltare rumori evocanti torture».
Di fronte all’assenza del minimo indizio sulla sua sorte, il governo della provincia di Buenos Aires ha fatto pubblicare sui principali quotidiani argentini un avviso contenente una ricompensa di 200.000 pesos (50.000 euro) per chiunque fornisca informazioni utili per rintracciare l’uomo che sembra avere l’incredibile sorte di due volte desaparecido.
I media sostengono fra l'altro che l'incredibile somiglianza fisica di Lopez con quella del suo carnefice, ed il fatto che i due abbiano la stessa età, rafforzerebbe l’ipotesi di un gesto di rappresaglia simbolico.
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