INTERVISTA

Una tv al servizio del marketing

Stefano Mignanego descrive il gruppo dopo l'ingresso di Rete A
24 dicembre 2004
Guglielmo Ragozzino
Fonte: Il Manifesto

Stefano Mignanego, accattivante piglio giovanile, cadenza ligure non troppo spiccata, è il direttore centrale del Gruppo editoriale L'Espresso incaricato delle relazioni esterne. Tocca quindi a lui spiegare il fatto del giorno. Sembra sinceramente soddisfatto.

L'acquisto di Rete A sposta il gruppo di «Repubblica» nell'agone televisivo.

Abbiamo comprato la rete A pagandola 115 milioni, per il 100% delle azioni. Ci è sembrata una buona occasione, forse irripetibile. Rete A è in buon ordine e in utile. Il prezzo che può apparire elevato è dovuto anche a questo. L'acquisto è naturalmente subordinato al buon fine degli aspetti normativi. Le autorizzazioni ministeriali e le decisioni, altrettanto positive, di Antitrust e di Autorità garante per le telecomunicazioni non dovrebbero presentare rischi; ma si tratta pur sempre di una gimkana abbastanza tormentata. Non ci dovrebbero essere problemi ma occorrerà tempo. Per i tre o cinque mesi necessari alla bisogna, o forse per l'anno che passerà, fino al semaforo verde definitivo, Rete A sarà gestita dai dirigenti del venditore, il gruppo Peruzzo. Poi entreremo noi.

Con che programmi di cambiamento?

Mi hanno chiesto molto spesso in questi giorni se trasformeremo la rete, addirittura se abbiamo tentazioni generaliste. Assolutamente no. E' una rete musicale, diretta a un pubblico giovanile e resterà tale. Noi abbiamo oramai acquisito una buona esperienza, troppo spesso dimenticata con le radio. Siamo in grado così di fare una cosa in più rispetto alla Rete A del passato: collegare la Rete che è entrata a far parte del Gruppo con quello che già abbiamo, le radio: Radio Capital, Radio Dj, M2o.

Nessuna trasformazione, nessuno stravolgimento, quindi...

La struttura della Rete A, come ho detto, era già molto solida, con un fatturato di 20 milioni all'anno e un utile, non gigantesco, ma sicuro. Noi puntiamo a un raddoppio, in qualche anno, del fatturato, e degli utili, allargando l'offerta di molti altri prodotti, sempre affini alla musica, mirati al pubblico giovanile. Le nostre radio costituiranno un punto di forza. E la Televisione a sua volta sarà un importante sostegno al gruppo integrato. Ma il programma sarà musica, non tradiremo i giovani.

A ben vedere, anche senza fare politica o propaganda elettorale, si può vendere molto altro ai giovani, a fianco e oltre la musica.

E' verissimo. Abbiamo venduto nell'ultimo periodo 180 mila Dvd musicali, prodotti dai nostri Dj con le loro forze e certo, con l'intesa e l'appoggio pubblicitario di «Repubblica». Unire le forze, far funzionare l'insieme, dà buoni risultati e con una televisione nazionale in aggiunta i risultati saranno ancora migliori. Noi puntiamo su una serie di prodotti, a partire da cd e dvd che abbiano nella rete, nelle radio e nei nostri giornali gli strumenti per affermarsi nel mercato.

Soprattutto con una rete televisiva nazionale, e con un pubblico tanto definito, si darà un grande impulso alla produzione di «varia», non solo a quella diretta ai giovani...

Certo la nostra è una rete nazionale. E questo è un fatto importante. Ancor più importante è che si tratta di una delle dodici previste dalla legge Gasparri. Siamo autorizzati, proprio come le Rai e le Mediaset a passare dall'analogico al digitale terrestre. Ammesso che il passo si faccia, che vi sia la tecnologia appropriata, noi siamo pronti. Ma nessuna avventura; niente di diverso da una televisione a carattere musicale per un pubblico di giovani. Non mai generalista.

Pensate di aumentare molto la pubblicità raccolta da Rete A?

Attualmente la pubblicità è raccolta da Publicompass del gruppo della «Stampa». Lavorano bene e per ora non ci siamo posti il problema di cambiare. Anche noi abbiamo una società di pubblicità la Manzoni e più avanti si deciderà come procedere in merito.

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