Effetti di una crisi finanziaria che in Grecia ha già portato i più poveri a dover fare scelte penose. Come in un feuilleton della fine dell '800

Genitori in miseria non riescono ad occuparsi dei figli

abbandonano i loro figli perché si sentono falliti e non sanno nemmeno dove trovare qualcosa da mangiare, ma forse proprio con quel gesto dimostrano di amarli di più.
Oppure no.
Chloe Hadjimatheou
Tradotto da Ernesto Celestini per PeaceLink
Fonte: BBC World Service, Athens - 10 gennaio 2012

Disoccupata e senza casa, la madre di Natasha ha detto che non ce la faceva più e che era tanto disperata per non avere più niente che aveva preferito dar via anche la cosa più preziosa - la figlia.
Una  mattina di  qualche settimana prima di  Natale una maestra  di asilo di  Atene  ha trovato un biglietto in tasca ad uno dei suoi bambini di quattro anni:   "Oggi non vengo a prendere Anna a scuola, perché non posso più permettermi di mantenerla"  c’era scritto "Abbiate cura di lei. Mi dispiace. Sua madre." "The Bleeding Statues" di Tony Lykouresis (1982), proiettato alla biennale di Atene

Negli ultimi due mesi Padre Antonios, un giovane prete ortodosso che gestisce un Centro Giovanile per i poveri della città, ha trovato ben quattro bambini alla porta del suo Centro - tra questi ce n'era uno di pochi giorni.

In un altro istituto di carità si è presentata una coppia con due gemelli che erano appena usciti dall’ospedale dove erano stati portati per curare la loro malnutrizione, ma anche la madre era malnutrita, come loro, e troppo debole per allattarli.  

Casi come questi impressionano un paese dove i legami familiari sono molto forti, e l'impossibilità di mantenere i figli è una cosa insopportabile – per i Greci queste storie sembrano arrivare dal Terzo Mondo, ma purtroppo arrivano da Atene, la loro capitale.

Uno dei bambini assistiti da Padre Antonios è Natasha, una bella bambina di due anni, portata al suo Centro dalla madre poche settimane fa. La donna ha detto di essere disoccupata, senza casa e di aver bisogno di aiuto - ma prima che qualcuno potesse dirle qualcosa o darle un sostegno era già sparita, lasciando la bambina.  "Nell'ultimo anno abbiamo visto centinaia di casi di genitori che vogliono lasciarci i figli - ci conoscono e si fidano di noi," dice Padre Antonios.

"Dicono che non hanno né soldi, né un posto per dormire, né cibo per i loro figli, così sperano che da noi potranno avere tutto quello di cui hanno bisogno."

Richieste di questo tipo erano già arrivate prima della crisi - ma a Padre Antonios non era mai capitato di trovate dei bambini semplicemente abbandonati. La donna che aveva abbandonato la sua bambina di due anni, spinta dalla povertà si chiamava Maria ed era una madre single che aveva perso il lavoro ed era rimasta disoccupata per oltre un anno.

Le ferite dell'anima

Un qualsiasi genitore che non riesca a badare al suo bambino si sente disperato, solo e furioso. Sente su di sé il peso enorme del disonore e della vergogna di essere un incapace.

I bambini assorbono le emozioni dei loro genitori, perché interiorizzano tutti i loro sentimenti - in particolare il senso di colpa, tanto che spesso si comportano come se chiunque avesse il diritto di rimproverarli.   I bambini che vivono un periodo presso una comunità possono avere difficoltà nel creare un qualsiasi legame con le persone che si occupano di loro perché hanno paura che questo legame sarebbe percepito come un tradimento verso i loro genitori, e che per questo tradimento la madre o il padre potrebbero non amarli più e non tornare da loro.   Quando diventeranno grandi, è possibile che dovranno convivere anche con problemi di autostima, che si manifesterà nelle difficoltà per i rapporti sociali.

"Ogni notte nel mio letto piango, da sola - dice una madre - ma cosa posso fare? il mio cuore ha una ferita aperta ma non ho avuto scelta". Passava le giornate in cerca di lavoro e a volte anche le notti, così spesso doveva lasciare Anastasia, la sua bambina di otto anni, da sola per ore e ore. Le due vivevano con il cibo che chiedevano alla mensa dei poveri della chiesa. Maria aveva perso venticinque chili di peso poi, persa ogni speranza, ha deciso di dare Anastasia in affido presso un ente di beneficenza, SOS Villaggio dei Bambini.
"Io posso soffrire perché l’ho abbandonata, ma perché dovrebbe vivere tanto male anche lei?" si chiede la mamma.
Ora Maria ha un lavoro in un caffè, ma guadagna solo venti euro al giorno. Vede Anastasia una volta al mese, e spera di riprendersela appena riuscirà a prendere qualche soldo in più - ma quando sarà possibile non ne ha proprio idea.

Il Direttore dei servizi sociali di SOS Villaggi ', Stergios Sifnyos, dice che in passato non avevano mai preso in affidamento bambini di famiglie che avevano solo problemi economici e che adesso non hanno i mezzi per farlo.

"Il rapporto tra Maria e Anastasia è molto profondo. Si può dire che non ci sia nessun problema perché questa bambina resti lontana da sua madre," dice. "Ma è molto difficile per la mamma riprendersi la bambina,  almeno finché non saprà se anche domani troverà un lavoro."

Un Atto di violenza  Unemployed and homeless, Natasha's mother said she could no longer...

“La verità è che il più grande bisogno di ogni bambino è quello di sentire l'amore dei suoi genitori intorno a se" dice Padre Antonios, capo del centro giovanile di Kivotos. “ In passato, quando ‘SOS Villaggio dei Bambini’ ha preso in affidamento dei bambini, la causa era principalmente droga o alcolismo in famiglia. Ora il fattore principale è la povertà.”

Anche un altro ente di carità “ Il sorriso di un bambino” che in passato si occupava di casi di abusi e di abbandono dei bambini, adesso si trova a dover distribuire cibo ai tanti indigenti di Atene.

Lo psicologo Stefanos Alevizos, che lavora in questa associazione, dice che quando un genitore lascia un bambino in affidamento, il bambino perde i suoi punti di riferimento, le sue sicurezze.
"Vivono queste separazioni come un atto di violenza e non riescono a capire il motivo." dice.
Ma Sofia Kouhi che lavora a “Il sorriso di un bambino” dice che la maggiore tragedia, è quella che legge negli occhi di quei genitori che non vedono nessuna via d’uscita e abbandonano i loro figli perché si sentono falliti e ormai incapaci di sfamarli anche se in questo modo, forse, proprio quei genitori dimostrano di amarli di più.

Si è rotta una rete di protezione

  • La crisi della Grecia ha causato una povertà maggiore di quello che il suo sistema di welfare era in grado di sopportare, per questo si sta allargando il numero di persone che per vivere devono rivolgersi agli enti di beneficenza
  • Le donazioni sono in calo e gli enti di beneficenza ora devono pagare le tasse che una volta non dovevano pagare.
  • “Le Associazioni umanitarie stanno facendo il 50% del lavoro che lo Stato greco avrebbe dovuto fare e invece di ringraziarci ci stanno penalizzando", dice George Protopapas, direttore di SOS Villaggio dei Bambini.
  • La maggior parte dei casi di famiglie che abbandonano i bambini vivono a Atene, dove i legami delle famiglie con i loro vicini sono molto più allentati.

"E’ molto triste vedere il dolore nel cuore di chi lascia i figli, anche se sa che è per il loro bene e solo per un periodo". Dice ancora Sofia Kouhi, ma Padre Antonios non è d'accordo : “Non importa quanto siano poveri i genitori, per un bambino è sempre meglio stare con la sua famiglia. Queste famiglie saranno giudicate per aver abbandonato i loro figli", dice. "Noi riusciamo solo a dare a un bambino vitto e alloggio, ma il bisogno più grande di ogni bambino è sentire l'amore dei suoi genitori attorno a se".

I nomi dei bambini in questo rapporto sono stati cambiati per proteggere la loro identità.

Note: Articolo originale http://www.bbc.co.uk/news/magazine-16472310 - BBC World Service, Athens.

Tradotto per Peacelink.it da Ernesto Celestini.

Tradotto da Ernesto Celestini per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.
N.d.T.: Traduzione già pubblicata !!!

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