«La classe operaia deve svegliarsi»
“Io so perché è avvenuto...lo so perché ci sono stato!” Quanti di noi potrebbero e dovrebbero dire ciò che lì accade e il perché della spaventosa sequenza di questi eventi tragici. Oggi Mimmo, prima di lui altri giovani... Luigi, Paolo, Pasquale, tanti ancora purtroppo ce ne potrebbero essere. Dopo venti, trenta e più anni trascorsi in quella fabbrica, all’ombra degli altoforni e delle acciaierie, a contatto con quei problemi e quei rischi, molti di noi sanno. Lo hanno capito anche chi non vive quella realtà direttamente e che per loro scelta hanno fatto carriere sindacali o politiche, che oggi occupano postazioni istituzionali rilevanti a livello locale o nazionale. Loro prima di altri hanno il dovere di intervenire perché sanno.
Il cuore del problema resta sempre l’organizzazione del lavoro, l’articolazione del potere nella fabbrica, i “rapporti di forza” come si diceva un tempo e che oggi con la privatizzazione si è molto squilibrata a vantaggio della proprietà. E’ la regola con cui si realizza il modo di lavorare, i tempi,la qualità e le quantità delle produzioni. Sono queste le questioni che per Ilva non si trattano, sono prerogative della proprietà.
Oggi essa è imposta unilateralmente e per questo si muore allo stesso modo in Cina, India e nella civile Italia perché mercato globale e concorrenza regolano tutto al livello più basso nel modo di lavorare e nel costo del prodotto. Oggi la classe operaia, vecchia e sempre attuale definizione del mondo del lavoro, è anch’essa sola, non ha una sua vera rappresentanza politica, i suoi problemi non sono ancora ritornati ai primi posti nei programmi dei partiti della sinistra, manca quel rapporto tra fabbrica e territorio sempre presente negli anni 70 e che legava i grandi problemi, gli stessi ieri come oggi, dell’ambiente e della sicurezza e ne intravedeva le soluzioni in un rapporto continuo con le Istituzioni.
Ci manca, diciamocelo, un grande ed unitario sindacato, un grande partito dei lavoratori organizzato nel mondo delle produzioni e acuto conoscitore delle realtà lavorative, il tramite necessario con la società civile. Oggi finalmente una legge c’è, ma non basta, perchè si continuerà ad operare in solitudine, perchè non si è adeguatamente rappresentati ed organizzati. Sino a quando i partiti e le istituzioni resteranno fuori delle fabbriche e dai loro problemi, saranno incapaci di capire, di sentirli e quindi di intervenire, la politica resterà subalterna ai grandi interessi economici.
Articoli correlati
- Gli è stato appena assegnato un premio giornalistico per la libertà di stampa
Domenico Iannacone: "Stop al sacrificio di Taranto"
In questo videomessaggio l'autore della puntata "La polvere negli occhi" su Raitre ha dichiarato: "Voglio manifestare la mia vicinanza ai cittadini che soffrono. Sono qui a dare il mio pieno appoggio alla manifestazione che si terrà il 22 maggio a Taranto alle ore 17 in piazza Garibaldi"18 maggio 2022 - Alessandro Marescotti - Il 22 maggio manifestazione in piazza contro il dissequestro degli impianti siderurgici
ILVA: la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo dà nuovamente ragione ai cittadini
Le quattro condanne di oggi verso l'Italia sono la plastica evidenziazione di tutte le inadempienze dei governi che si sono succeduti. Le quattro condanne di oggi della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) confermano Taranto come "zona di sacrificio" dei diritti umani.5 maggio 2022 - Associazione PeaceLink - Dichiarazioni forti in materia di diritti
Ex Ilva: Tar Lecce, superato diritto compressione salute
Il Presidente del Tar di Lecce, Antonia Pasca, ha parlato dell'Ilva all'inaugurazione dell’anno giudiziario. Nel 2021 il Tar confermò invece l’ordinanza di chiusura dell'area a caldo del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. - Raffronto fra la mortalità dei quartieri più inquinanti di Taranto e la mortalità regionale
Eccessi di mortalità nei tre quartieri di Taranto più vicini all'area industriale
Dal 2011 al 2019 in totale vi sono 1075 morti in eccesso di cui 803 statisticamente significativi.
L'eccesso di mortalità medio annuo è di 119 morti di cui 89 statisticamente significativi.
L'intervallo di confidenza considerato è del 90%.13 maggio 2021 - Redazione PeaceLink
Sociale.network