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Il rilancio in grande stile della raccolta differenziata è l’elemento qualificante ed innovativo del piano industriale.

Un nuovo CDA per un Piano industriale per il risanamento ed il rilancio dell’Amiu

Ad avviso del sottoscritto propedeutico e connesso ad ogni e qualsiasi piano di rilancio e risanamento finanziario dell’Amiu spa è la predisposizione di un vero e proprio Piano industriale
23 settembre 2007
Nello De Gregorio

Inceneritore Lo strumento programmatico di riferimento per le azioni gestionali che in questi ultimi anni è mancato nella gestione della azienda speciale prima e della spa poi da predisporsi da un cda che sia diretta, democratica e fiduciaria espressione dell’amministrazione comunale investita dal voto popolare ed approvato dopo apposito confronto in Consiglio Comunale, sovrano negli atti di indirizzo politico-programmatici.

Se la gestione Di Campo, nata con ben altri obiettivi, ovvero fare dell’Amiu il luogo privilegiato del clientelismo più becero, del saccheggio di risorse pubbliche fino a farne divenire sede e strumento per quel complesso giro di malaffare che ha alimentato il voto di scambio, come dimostrato dai provvedimento della Procura Antimafia di Lecce, questo problema non l’aveva nemmeno lontanamente sfiorato, sconcerta non poco il fatto che l’attuale cda abbia continuato e continui a navigare a vista essendosi limitato solo alla predisposizione di atti di mera ingegneria finanziaria senza andare alla radice di quelli che sono i nodi strutturali che stanno facendo andare a fondo l’azienda.

Una gestione che ci lascia in eredità:

una Tarsu più che raddoppiata e che probabilmente aumenterà anche per il prossimo anno a seguito dell’aumento dei costi di gestione, che non sono stati tenuti sotto controllo; lo sciagurato abbandono delle attività di raccolta differenziata anche dopo il graduale inserimento delle unità della ex Ecopolis le quali lungi dall’essere reimpiegate nell’impianto di Pasquinelli vengono utilizzate nell’attività di raccolta r.s.u. producendo un’indubbia lievitazione dei costi di gestione del servizio, di quel servizio cui va parametrata la Tarsu; elevati livelli di conflittualità sindacale oltre alla crescita sconsiderata di patologiche manifestazioni di disaffezione del personale con punte di assenteismo oltre il 50%; condizioni igieniche della città, per via di un servizio sempre più precario, che hanno toccato livelli mai raggiunti in passato.

Quanto sia stata superficiale ed eterea la gestione dei professionisti insediati dal commissario Blonda, che hanno dedicato e dedicano tuttora poco più di un paio d’ ore settimanali al governo dell’azienda, è provato dal fatto che:

nessuna iniziativa strutturale di riduzione dei costi del personale è stata intrapresa anche a seguito di precise indicazioni e suggerimenti prodotti da giuristi ed esperti appositamente incaricati proprio dall’attuale cda; si è consentito che uomini e metodi gestionali, fra cui deprecabilissimi fenomeni di vero e proprio mobbing a carico di alcuni funzionari appartenenti a categorie professionali elevate, prodotti dalla gestione Di Campo continuassero a governare l’azienda; alcuna riorganizzazione tecnico funzionale sia sul versante operativo che amministrativo venisse prodotta; le oltre 100 unità della ex Taranto Servizi sono state abbandonate al loro destino senza che si provvedesse ad una ridefinizione della loro mission attraverso processi di rilancio dell’efficacia delle attività tradizionalmente esercitate e di integrazione, vedi il potenziamento della manutenzione del verde.

Ridotta a poco più che una malandata bottega dalla gestione Di Campo, tale è rimasta, l’Amiu spa, con l’attuale gestione. Spiace dover ricordare ad un cda composto da professionisti che nel loro anno di gestione nulla è stato fatto ad esempio per dotare l’azienda di un efficace servizio informatico nonché di innovare nella contabilità strumenti di contabilità industriale per centri di costo. Cosa questa di cui ormai si dotano ai fini di una gestione efficiente e di un controllo dei costi in tempo reale anche le piccole botteghe artigiani. Sulle occasioni mancate e sulle inerzie di questo cda il discorso potrebbe essere anche più lungo ma in prossimità del loro spirare che si appalesa sempre più opportuno non ne vale più la pena.

L’attuale cda, già in regime di prorogatio dal mese di giugno, ha continuato a minimizzare qual è l’effettiva voragine finanziaria rappresentata dalla debitoria a breve e che si abbatterà fin da questo autunno sulla società costringendola, assieme all’amministrazione comunale, a scelte che potrebbero divenire obbligate a partire dalla vendita di qualche gioiello e fino all’accelerazione del processo di parziale privatizzazione che a quel punto altro non sarebbe che una vera e propria svendita.

Il nuovo cda, che dovrebbe essere insediato al più presto, e composto da personalità che devono dedicarsi a tempo pieno nel governo dell’azienda deve impegnarsi a presentare entro e non oltre un mese dall’insediamento al Sindaco ed al Consiglio Comunale un Piano Industriale credibile nel quale siano indicate le scelte strategiche con particolare riferimento al core business (raccolta differenziata, termovalorizzatore), alla qualità ed efficienza dei servizi ambientali tradizionali (raccolta e trasporto di RSU ed assimilati, pulizia suolo pubblico, spazzamento e lavaggio strade, disinfezione, disinfestazione e derattizzazione, gestione e manutenzione del verde pubblico e dell’arredo urbano), al rilancio ed all’integrazione delle attività gestite dalla ex Taranto Servizi.

Fra gli obiettivi del Piano un ruolo non secondario dovrebbe assume una nuova riorganizzazione logistica che risponda a criteri di funzionalità, efficienza e controllo dei costi e di gestione delle risorse umane e strumentali. In pratica si tratta di concentrare tutti i servizi in località Pasquinelli, da quelli amministrativi all’autoparco.

Il rilancio in grande stile della raccolta differenziata è l’elemento qualificante ed innovativo del piano industriale. Per questo occorre garantire la messa in esercizio in piena efficienza dell’impianto di selezione in località Pasquinelli. Esso è fondamentale non solo per consentire la copertura dei costi di gestione del personale che sta per essere immesso nel ciclo (43 unità, pari a circa 860.000 euro con i benefici della decontribuzione triennale), ma anche per consentire quegli avanzi di gestione necessari per nuovi investimenti e per programmare una riduzione della Tarsu.

Con la messa in esercizio dell’impianto di selezione dovrà raggiungersi il duplice obiettivo di ridurre drasticamente i costi del conferimento in discarica o al termovalorizzatore ed incrementare i ricavi dai consorzi. Per quanto a mia conoscenza già nel giro di breve tempo è possibile raggiungere l’obiettivo di ben 30.000 tonn. su un turno di lavorazione, pari alla potenzialità dell’attuale impianto di selezione. Su due turni si potrebbe raggiungere, drenando differenziata dall’intero territorio provinciale ed anche oltre, ad una produzione di differenziata pari a ben 60.000 tonn. Il risultato che si raggiunerebbe è straordinario poiché, limitatamente ai rifiuti prodotti nel territorio comunale alla crescita della differenziata corrisponderebbe un minor conferimento in discarica oltre ad un incremento notevole dei ricabi dai consorzi. In poco tempo la Tarsu potrebbe essere riportata in diminuzione e non già verso il drammatico incremento esponenziale che la sta caratterizzando. I ricavi che verrebbero da quote di differenziata provenienti da aree al di fuori del territorio comunale costituirebbero risorse fresche per risanare effettivamente l’azienda in grado così di produrre davvero utili.

Il ciclo della differenziata può allargarsi oltre che a plastica, carta, vetro ed alluminio, anche alla gestione degli ingombranti da trattare in un’apposita area di stoccaggio e con l’acquisto di un trituratore. E’ possibile inoltre pensare ad un’ulteriore riduzione del conferimento in discarica o termovalorizzatore organizzando la raccolta su larga scala dell’umido da mercati, mense, ristoranti, sfalci e potature e successivo conferimento ad impianti di compostaggio. Da verificare è la possibilità di messa in funzione dell’impianto di compostaggio annesso al nostro termovalorizzatore.

Quanto all’organizzazione della differenziata a monte del ciclo occorre rivedere la politica delle piccole isole per puntare a maxi isole organizzate con cassoni con capienza da 10 mc e permanentemente presidiate di giorno e con sistemi di sorveglianza video a circuito chiuso per le ore notturne e alla raccolta porta a porta condominiale, riducendo al minimo il contributo dei cassonetti.

Un’altra attività foriera di valore aggiunto è legata alla gestione degli inerti e all’utilizzo della discarica di Paolo VI. Si tratterebbe di concordare ad esempio con la direzione urbanistica l’obbligo di indicare su ogni concessione edilizia o DIA i quantitativi presunti di materiale di risulta unitamente all’avvenuta certificazione del conferimento in discarica. Va ripresa inoltre e potenziata l’attività degli auto spurghi.

Vanno predisposte tutte le idonee iniziative per rimettere in esercizio e gestire direttamente il termovalorizzatore dopo opportuna verifica sul rispetto dei limiti di emissioni di diossina. Con la differenziata riducendosi i conferimenti dal territorio comunale è possibile addirittura pensare alla gestione di quantitativi, verificandone la natura, provenienti da altre aree. I servizi ambientali tradizionali vanno riorganizzati in termini di qualità ed efficienza. L’attività di raccolta dovrà essere svolta sul modello del monoperatore coadiuvato, ove necessario da un’attività di sgombero delle aree attorno ai cassonetti appunto per permettere un’attività più agevole da parte dell’autista operatore.

Si dovrà procedere ad un’effettiva integrazione in Amiu della ex Taranto Servizi. Ci sarà quindi un’unica squadra del verde che potrà contare su circa 70 unità fra ex Taranto Servizi ed Amiu che dovrebbe essere supportata eventualmente anche con un rapporto convenzionale da un agronomo. Quanto alle rimanenti attività e risorse impegnate nella manutenzione del patrimonio comunale esse verranno pienamente integrate mantenendo un’autonomia funzionale con le restanti attività Amiu. Occorrerà riqualificare il ruolo dell’officina quale centro di servizi e manutenzioni reinternalizzando le attività che via via in questi anni sono andate fuori. Particolare attenzione dovrà essere dedicata alla gestione dei ricambi e del magazzino.

La gestione del personale sarà improntata alla più rigorosa lotta contro le forme di clientelarizzazione che ne hanno minato in questi anni il senso di appartenenza e di contributo all’azienda, che deve recuperare nella nostra comunità il ruolo che si è storicamente conquistato. Verranno individuate le sacche di inoperosità con un’opera di compensazione con i settori più abbisognevoli di potenziamento.

Eventuali esuberi nel settore impiegatizio verranno gestiti, dopo opportuno confronto con le OO.SS., per coprire nuove esigenze quali attività di vigilanza ecologica, attività di promoter porta a porta, ecc.

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