Legambiente: «La qualità dell’aria resta il dato per il quale battersi»
Lunetta Franco, responsabile a Taranto di Legambiente, gioca in casa. Da anni Legambiente a livello locale si batte per un concetto di ecosistema urbano e qualità ambientale che si basi su atti concreti, non su semplici enunciazioni di principio. Oggi giudica il rapporto 2008 della propria organizzazione ricco di chiaroscuri quanto al caso-Taranto. «Uno dei problemi principali - dice la Franco - era e resta quello della qualità dell’aria. Il rapporto Legambiente prende in considerazione solo le emissioni di biossido di azoto, ozono, benzene e Pm10.
Non sono valutate emissioni che purtroppo nella nostra realtà rivestono un’importanza particolare: le diossine, il Pm2.5, l’anidride solforosa, il biossido di carbonio. Comunque già solo valutando i dati forniti nel rapporto Legambiente sono evidenti dei superamenti dei valori-soglia. Il dato della qualità dell’aria è un dato fondamentale, un tasto sul quale è necessario battere sino alla risoluzione dei problemi, come abbiamo sostenuto anche all’indomani della riunione del Tavolo tecnico sull’atto d’intesa e dopo la proposta dell’Ilva della barriera di tela alta 21 metri che abbatterebbe solo le polveri minerali e non certo le ben più pericolose polveri sottili».
Per la Franco non si tratta di una battaglia contro i mulini a vento. «Le Bat e le nuove tecnologie - dice la responsabile di Legambiente – rendono possibile abbattere in maniera sostanziale le emissioni inquinanti. Gli enti locali devono rendersi parte attiva nel pretendere questo sforzo da parte delle industrie, senza cedere al ricatto dello “scambio” con ampliamenti degli impianti o aumenti della produzione».
L’altro punto dolente, per la Franco, è la questione della raccolta rifiuti. «Basti dire che il rapporto la colloca per Taranto al 7.1%, ma il dato del solo capoluogo è intorno al 3%. E l’obiettivo delle norme nazionali si attesta sul 45%. Cifre che si commentano da sole. La differenziata dal 2005 al 2007 è letteralmente crollata. L’Amiu ci aveva presentato un piano che noi valutammo criticamente perchè di fatto era solo un elenco di buone intenzioni. Vi si parlava anche della installazione a settembre di cassonetti per la raccolta monomateriale: siamo a metà ottobre, dove sono questi contenitori?».
Articoli correlati
- Gli è stato appena assegnato un premio giornalistico per la libertà di stampa
Domenico Iannacone: "Stop al sacrificio di Taranto"
In questo videomessaggio l'autore della puntata "La polvere negli occhi" su Raitre ha dichiarato: "Voglio manifestare la mia vicinanza ai cittadini che soffrono. Sono qui a dare il mio pieno appoggio alla manifestazione che si terrà il 22 maggio a Taranto alle ore 17 in piazza Garibaldi"18 maggio 2022 - Alessandro Marescotti - Il 22 maggio manifestazione in piazza contro il dissequestro degli impianti siderurgici
ILVA: la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo dà nuovamente ragione ai cittadini
Le quattro condanne di oggi verso l'Italia sono la plastica evidenziazione di tutte le inadempienze dei governi che si sono succeduti. Le quattro condanne di oggi della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) confermano Taranto come "zona di sacrificio" dei diritti umani.5 maggio 2022 - Associazione PeaceLink - Dichiarazioni forti in materia di diritti
Ex Ilva: Tar Lecce, superato diritto compressione salute
Il Presidente del Tar di Lecce, Antonia Pasca, ha parlato dell'Ilva all'inaugurazione dell’anno giudiziario. Nel 2021 il Tar confermò invece l’ordinanza di chiusura dell'area a caldo del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. - Raffronto fra la mortalità dei quartieri più inquinanti di Taranto e la mortalità regionale
Eccessi di mortalità nei tre quartieri di Taranto più vicini all'area industriale
Dal 2011 al 2019 in totale vi sono 1075 morti in eccesso di cui 803 statisticamente significativi.
L'eccesso di mortalità medio annuo è di 119 morti di cui 89 statisticamente significativi.
L'intervallo di confidenza considerato è del 90%.13 maggio 2021 - Redazione PeaceLink
Sociale.network