Gentile Sen. Franca Rame, Qui la situazione è grave
Gentile direttore,
Le invio la lettera indirizzata alla Senatrice Franca Rame con preghiera di pubblicazione.
Gentile senatrice, sono una cittadina di Taranto, forse si ricorderà di me perchè Le ho scritto pubblicamente ringraziandoLa per l’interrogazione parlamentare sulla diossina a Taranto. Torno a scriverle perchè qui la situazione diviene ogni attimo più grave. Taranto vive un momento particolarmente delicato : il dissesto finanziario è stato per noi tutti un colpo durissimo. La città sta, tuttavia, cercando, a fatica, di riemergere dalle ceneri di un fallimento che non è solo economico ma è, per certi versi, anche sociale e morale.
Taranto è afflitta dalla piaga di un inquinamento selvaggio, incontrollato e insidiosissimo: diossina, pm10, mercurio, solo per citare alcuni degli inquinanti più dannosi per la nostra salute, raggiungono in città percentuali da brivido (si stima che il 90% della diossina prodotta in Italia si concentri a Taranto).
Ogni cittadino, grande, piccolo, anziano, respira quotidianamente veleni che compromettono seriamente la sopravvivenza delle generazioni presenti ma soprattutto di coloro che verranno dopo di noi. La città ospita 9 impianti ad elevato rischio ambientale, trai quali ILVA, AGIP, CEMENTIR. La città è stata dichiarata, per legge, città ad elevato rischio ambientale.
Da questo deriva il preciso obbligo, per le istituzioni, di operare per garantire alla città un progressivo alleggerimento del carico industriale presente sul territorio. E invece, pensi, ci si sta muovendo esattamente nella direzione opposta. Il ministero dello sviluppo economico, infatti, vuole imporre, contro il parere dell’amministrazione comunale e scavalcando il piano regolatore portuale, un impianto di rigassificazione a tutti i costi.
Questo a 700 metri dalle fiaccole sempre accese della raffineria, ad un chilometro dal complesso siderurgico più grande d’Europa e ad un chilometro e mezzo dal centro abitato. I pericoli di un possibile effetto domino sono elevatissimi (senza dimenticare che in questi stessi
giorni anche l’Eni si propone alla città con un progetto di raddoppio della capacità produttiva della raffineria, sempre nella stessa area).
L’amministrazione comunale e l’autorità portuale hanno detto NO al rigassificatore ma questo rischia di non servire a nulla. La prego di aiutarci ad impedire che l’ennesima violenza sia perpetrata ai danni del martoriato territorio jonico.
Il mondo politico si ostina ad imporre scelte dettate da principi assolutamente estranei all’interesse generale e alla salvaguardia della salute pubblica e dell’ambiente in cui viviamo, scelte che paghiamo ogni giorno sulla nostra pelle e su quella dei nostri figli.
La ringrazio infinitamente
Lea Cifarelli
Taranto
Articoli correlati
- Cronaca della presentazione di un esposto sulle emissioni dell'ILVA
Si fa presto a dire
Il maresciallo comincia a scrivere. Sembriamo a buon punto. La felicità dura poco. Blackout elettrico. Il computer dei Carabinieri perde tutti i dati. Si ricomincia da capo. Così per tre volte mentre fuori si superano i quaranta gradi. L'esposto è proprio sulle vittime delle future ondate di calore.18 luglio 2024 - Alessandro Marescotti - Comunicato stampa con allegati
La valutazione di impatto sanitario sulle emissioni di CO2 dell'Ilva
Sono di particolare importanza i dati dello studio “Il “mortality cost” delle emissioni di C02 di uno stabilimento siderurgico del Sud Italia: una valutazione degli impatti sanitari derivanti dal cambiamento climatico”. Al centro c'è la questione dell'impatto transfrontaliero e transgenerazionale.18 luglio 2024 - Redazione PeaceLink - Dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea su Acciaierie d’Italia
Ex Ilva: diffida a ministro dopo sentenza Corte Ue, stop Taranto
Le associazioni ambientaliste Genitori Tarantini e Peacelink hanno inviato una diffida al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, e alla direzione Valutazioni ambientali del ministero, chiedendo di “volere immediatamente sospendere l’attività produttiva” della fabbrica di Taranto.11 luglio 2024 - AGI - Piccolo Bignami per chi si fosse perso
Spiegazione della sentenza della Corte di giustizia dell'UE sull'ILVA
La Corte di Giustizia dell'UE ha stabilito che le autorità nazionali devono effettuare una valutazione degli impatti sulla salute umana prima di autorizzare l'ILVA. In presenza di gravi rischi per l'ambiente e la salute, devono sospendere le operazioni piuttosto che concedere proroghe.25 giugno 2024 - Redazione di PeaceLink
Sociale.network