Pastore: “Quella foto non cambia la politica ambientale del Comune”
“Il referendum sulla chiusura dell’Ilva non è una risposta adeguata ai problemi ambientali della città”. Nonostante i decenni trascorsi a Taranto, l’accento tradisce ancora le origini salernitane dell’assessore comunale all’Ambiente, Bruno Pastore (Udeur).
Quindi lei boccia il referendum?
“Ci sono altre strade percorribili ed in questo mi conforta il fatto che come me la pensano importanti settori dell’ambientalismo storico secondo i quali occorre intervenire sul ciclo produttivo per contenere l’impatto delle acciaierie”
Comunque è il sintomo di un malessere della città nei confronti dell’Ilva.
“Questo è vero e ne paga le conseguenze anche l’Amministrazione comunale. In questi giorni, infatti, siamo oggetto di numerose critiche. Personalmente le accolgo positivamente perchè danno forza alle azioni del Comune...”
Mi scusi, a parte le fontanelle del cimitero, quali sono queste azioni?
“In quattro mesi l’Amministrazione comunale non può far altro che impostare la propria azione. In passato abbiamo visto l’inutilità di talune ordinanze di chiusura per cui, a mio avviso, la sola strada percorribile è quella di stabilire un cronoprogramma certo per ridurre le emissioni di inquinanti sul territorio”.
“Necessaria sicuramente no. Con quella immagine abbiamo voluto dare evidenza al rapporto che in quella circostanza si era creato tra Comune e Ilva per il ripristino di un servizio restituito alla cittadinanza dopo anni”.
Ma la foto resta.
“Quella foto non implica un cambiamento di rotta dell’Amministrazione comunale nei confronti dell’Ilva e della questione ambientale che per noi è prioritaria. Lo ripeto l’unica strada è il confronto anche perchè fin quando le leggi permetteranno certi livelli di emissione e le aziende li rispettano, dal punto di vista legale e formale non possiamo contestare nulla”.
E allora, restando in tema di tutela dell’ambiente, quale fotografia vorrebbe scattare con l’Ilva?
“L’immagine della firma di un protocollo tra Ilva e Comune che preveda in tempi ragionevolmente brevi la riduzione degli agenti inquinanti sul territorio e su questo percorso si è già aperto il dialogo”.
Non capisco, sta forse mettendo in discussione l’atto d’intesa?
Intanto, l’atto d’indirizzo sulla diossina da lei proposto in Giunta, non è stato ancora approvato dal Consiglio comunale. Come mai?
“Un disguido puramente tecnico nel passaggio dalla Commissione Ambiente alla direzione del mio assessorato. Sono certo che la volontà dell’esecutivo e del Consiglio comunale è di andare nella direzione che prevede l’atto d’indirizzo in cui il Comune diventa interlocutorie diretto della grande industria per le questioni ambientali”.
Ricordiamo brevemente di cosa parla?
“Il documento prevede l’adozione di limiti di emissioni di diossina molto più restrittivi di quelli attuali in linea con i valori adottati in Friuli Venezia Giulia per un analogo impianto siderurgico: 0,4 nanogrammi per metrocubo in termini di tossicità equivalente. A questi limiti si è arrivati dopo una trattativa tra Regione e industria ed è lo stesso metodo che vogliamo seguire noi a Taranto”.
Arpa e Regione Puglia hanno criticato il progetto delle “barriere acchiappapolveri” dell’Ilva. Il Comune che opinione ha?
“Le osservazioni presentate dall’Arpa sono da tenere in considerazione, anche perchè le barriere intervengono sulle polveri pesanti e non su quelle sottili. Con l’introduzione delle barriere ci potrà essere al massimo una riduzione non quantificabile della presenza di particolato pesante. Insomma, una soluzione che riduce il problema ma non lo risolve. E un problema non risolto resta sul tavolo”.
“Con questo mettiamo il dito nella piaga. Le stazioni di monitoraggio non risolvono il problema ma aiutano a prendere decisioni immediate. Conoscere i dati con due mesi di ritardo, ci fa capire la gravità del problema ma non cosa dobbiamo fare subito, come accade nelle città in cui bloccano il traffico”.
Non c’è modo di stabilire un contatto diretto con la rete di monitoraggio dell’Arpa?
“Siamo in una fase preliminare di valutazione sulla possibilità di integrare la vecchia rete di monitoraggio del Comune, ormai in disuso, con la strumentazione dell’Arpa attualmente in funzione”.
E in materia di rifiuti cosa si prevede?
“Sicuramente il potenziamento della raccolta differenziata per cui il rifiuto da problema diventerà risorsa. Il conferimento dell’inceneritore all’Amiu, avrà come effetto una riduzione del costo del servizio, oltre alla possibilità di produrre energia. Sarà un intervento vantaggioso per il territorio”.
Assessore, alla prossima intervista non saranno più accettate risposte del tipo dopo appena 4 mesi...
“I quattro mesi non sono un alibi. In primavera le condizioni saranno cambiate”
Articoli correlati
- ILVA di Taranto
Ambiente Svenduto, comincia il secondo grado del processo
PeaceLink partecipa come parte civile per chiedere giustizia e ribadire la dura condanna inflitta in primo grado ai responsabili del disastro ambientale di Taranto. Il processo coinvolge anche alcune figure chiave del mondo politico, fra cui l'ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.19 aprile 2024 - Redazione PeaceLink - PeaceLink sollecita il presidente della Regione Michele Emiliano
Perché la Regione Puglia non ha aggiornato lo studio epidemiologico del dottor Forastiere?
Si apre l'appello del Processo Ambiente Svenduto con una grave mancanza: il non aggiornamento dello studio fondamentale per comprendere il nesso causa-effetto tra gli inquinanti prodotti dall'ILVA e la salute dei cittadini.18 aprile 2024 - Associazione PeaceLink - Sono stati loro a incarnare la forza della coscienza collettiva
Onore ai 32 mila
Undici anni fa PeaceLink a Taranto sollecitava la partecipazione al referendum Ilva con un messaggio chiaro: "Prima che l'inquinamento ti fermi, ferma l'inquinamento".13 aprile 2024 - Alessandro Marescotti - Audizione di Alessandro Marescotti
Inquinamento ILVA, il dossier di PeaceLink inviato alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo
Nonostante le prescrizioni dell'Autorizzazione Integrata Ambientale sembrino essere state rispettate sulla carta, l'ILVA continua a produrre un'inquietante quantità di inquinamento, con un preoccupante aumento dei livelli di benzene, noto cancerogeno.8 aprile 2024 - Associazione PeaceLink
Sociale.network