Il Referendum sull'ILVA: Un'occasione per discutere
Dibattito più che mai aperto sul referendum sull’Ilva, promosso dal Comitato Taranto Futura. A rispondere ai precedenti interventi è proprio il portavoce del sodalizio, l’avvocato Nicola Russo. “Gli interventi di Angelici e di Marescotti - scrive - necessitano di una breve risposta, tanto da far evidenziare che gli abitanti di questa città finalmente avranno diritto di parola con la consultazione referendaria di fronte all’inconsistenza delle azioni (si badi bene, da 40 anni!) finora dimostrate in materia di inquinamento ambientale”.
Secondo l’avvocato Russo, “con l’azione diretta popolare (che non va confusa col populismo, così come evidenziato da Leo Corvace di Legambiente), portata democraticamente dal Referendum, la città potrà dare un segno forte a chi avrebbe dovuto rispettare l’ambiente ed i tarantini e a coloro che avrebbero dovuto difendere l’ambiente stesso, la salute dei cittadini e dei lavoratori delle industrie che insistono sul territorio, per raggiungere gli stessi obiettivi di Cornigliano (famosa è l’iniziativa delle donne per la chiusura dell’Ilva), Piombino e Bagnoli, nel rispetto della tutela dell’occupazione”.
Il rappresentante di Taranto Futura sottolinea che “tutto questo non vogliamo che sia interpretato come una polemica (soprattutto nei confronti di Angelici e Marescotti) che non intendiamo aprire e affrontare con nessun altro, perché lo scopo che vogliamo raggiungere è ben altro, dato che a Taranto non si ha il coraggio di fornire alternative per nuovi ed importanti sviluppi economici (vedi, ad esempio, il porto di Taranto). L’iniziativa del Referendum andrà avanti sino al voto anche al fine di riconsegnare la dignità a tutte quelle associazioni che sono state messe alla porta durante il tavolo tecnico sulla questione ambientale.
La città di Taranto merita un altro e alternativo futuro e, se ci sarà seriamente volontà e capacità politica, si potranno risolvere anche i problemi occupazionali, tenendo presente che l’area in cui insistono gli impianti dell’Ilva è certamente uno spazio vitale ed economicamente consistente per le imprese locali e nazionali (e di altri Paesi extraeuropei) e, quindi, per le nuove attività produttive non inquinanti. Ciò nonostante, va fatto rilevare ad Angelici e Marescotti che uno dei due quesiti referendari fa riferimento solo alla chiusura dell’area a caldo dell’Ilva, con conseguente smantellamento dei parchi minerali e rioccupazione dei lavoratori in altre attività”.
Nel dibattito interviene anche Roberto De Giori di Rete Jonica Ambientale. “Sono certo - sostiene - che non è nella mente degli organizzatori del Comitato Taranto Futura, il senso di una sorta di illusoria battaglia minoritaria sul fronte ambientale, visto che il punto di partenza è squisitamente sanitario e parla a nome delle vittime che sono i cittadini di una città che non può pensare al suo futuro. Personalmente aderisco alla iniziativa che non vedo affatto in controtendenza con le altre iniziative prodotte in questa città, con le pressioni di TarantoViva, con l’esposto denuncia di cittadini fatta ai sensi del Codice Ambientale, fino alle ultime osservazione all’autorizzazione integrata aziendale dell’Ilva fatta dal Comitato per Taranto.
Penso che il referendum, che è solo consultivo, possa restituire nel sentimento comune della gente una riflessione su cosa significhi vivere in una città malata e se questo dovrà per forza essere il suo destino. Questo per svegliare una città che non credo sia nel suo insieme consapevole al di là delle pregevoli iniziative delle delle associazioni che aggregano sempre le solite persone”
Articoli correlati
- L'ISS ha sollevato puntuali obiezioni sulla metodologia adottata per la VIS
E’ stato sottostimato l’impatto sanitario dell'ILVA
Acciaierie d'Italia aveva commissionato uno studio per valutare l'impatto sanitario in uno scenario di 6 e di 8 milioni di tonnellate di acciaio annue sostenendo che grazie all'adozione delle migliori tecnologie le emissioni "post operam" sarebbero rientrate sotto la soglia di rischio.28 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - Ha raccontato l'Ilva dal punto di vista delle vittime
Domenico Iannacone a Taranto: la vita che si fa racconto
Le storie non esistono se non vengono raccontate. Questo è il cuore del suo lavoro: portare alla luce le esistenze sommerse, le lotte quotidiane, i dolori nascosti ma condivisi. Ha la capacità di entrare in punta di piedi nelle vite degli altri e di restituirle con rispetto e profondità.27 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - L'unguento che lenisce le affezioni delle vie respiratorie con un tocco di polveri sottili e benzene
Il balsamo d’acciaio che tutela l’ambiente
I 400 milioni che erano destinati alla tutela ambientale e alla bonifica delle aree contaminate vengono dirottati per sostenere la produzione dell’ILVA. Il DDL 1359 evidenzia che "il rischio chiusura dello stabilimento sia quello più rilevante e significativo anche dal punto di vista ambientale".13 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - Trasferiti fondi dalle bonifiche ambientali alla produzione di acciaio ILVA
Grazie Meloni!
Da Vicks VapoRub a ILVA VapoRub, il nuovo unguento per uso inalatorio è pronto per tutti i bambini di Taranto. Il governo stanzia 400 milioni per questo trattamento balsamico nelle affezioni delle vie respiratorie. La motivazione è che chiudere l'ILVA provocherebbe un "rilevante rischio ambientale".12 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti
Sociale.network