L’associazione «12 giugno» si rivolge a Casson
Una sponda parlamentare per le proposte in materia di sicurezza sul lavoro. Le richieste dell’associazione «12 giugno» sono finite nelle mani del senatore Felice Casson, già impegnato, come magistrato, sul fronte della lotta all’inquinamento (fu pubblico ministero nel processo per le morti al Petrolchimico di Marghera). L’occasione è stata offerta, qualche settimana fa, dalla trasmissione Rai «annozero» alla quale ha partecipato, insieme allo stesso Casson, Angelo Franco uno dei leader dell’associazione che riunisce i familiari delle vittime di incidenti sul lavoro.
Proprio Franco ha consegnato al senatore Casson il documento contenente i «suggerimenti» già resi noti dall’associazione nei mesi scorsi, durante alcuni incontri pubblici. La speranza è che possano finire sotto la lente d’ingrandimento del legislatore e costituire la spina dorsale di un testo normativo destinato a rendere più stringenti i controlli in materia di sicurezza.
Le proposte sono racchiuse in quattro punti. Il primo prevede la differenziazione degli interventi di prevenzione e protezione per i lavoratori che operano nella piccola impresa rispetto a quelli da realizzare in favore dei dipendenti impiegati nelle aziende medie e grandi; il secondo punto prevede la necessità di affermare l’obbligatorietà dell’informazione e della formazione di tutti i lavoratori. L’associazione «12 giugno» guarda con particolare attenzione al ruolo dei rls, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e alla necessità che questi ultimi partecipino attivamente all’attuazione delle procedure di sicurezza e alla verifica delle stesse.
C’è, poi, il capitolo della vigilanza: l’associazione che riunisce i familiari delle vittime di incidenti sul lavoro insiste: bisogna stabilire una vigilanza adeguata da parte del Servizio sanitario nazionale sulle malattie professionali. Infine, proprio sulla vigilanza, va attuata una gestione integrata degli organi preposti, ritenendo ciò prioritario nell’ottica delle iniziative per migliorare la sicurezza dei lavoratori in fabbrica.
L’associazione «12 giugno» ha più volte insistito sull’attuazione della buona pratica delle «cassette di sicurezza» in ogni azienda: una bacheca contenente un avviso con i recapiti dei sindacati o delle associazioni disposti a ricevere segnalazioni riguardanti la sicurezza per prevenire incidenti e infortuni sul lavoro.
UN BILANCIO TRAGICO
Anche perché l’eredità del 2007 è, comunque, pesante. Due gli infortuni mortali. E’ il 2 giugno quando Andrea D’Alessano, 19 anni, di Oria, dipendente della ditta Modomec di Massafra, viene colpito alla testa da un grosso martello caduto dall’alto. L’incidente avviene nell’edificio «Pca». D’Alessano muore dopo una settimana di agonia.
L’1 agosto è Domenico Occhinegro, 26 anni, nato a Mottola e residente a Palagiano, a perdere la vita in un incidente sul lavoro nel reparto Tubificio 2. Il giovane rimane schiacciato tra un tubo d’acciaio e la sella di una trave facente parte del sistema di movimentazione.
Riesplode, quindi, la questione sicurezza nel Siderurgico. Un passo avanti viene compiuto con l’attivazione del Nucleo integrato di prevenzione e vigilanza sugli infortuni, composto anche da rappresentanti dei ministeri della Salute e del Lavoro.
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