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L'emergenza De Gennaro emana l'ordinanza: in arrivo all'inceneritore cento tonnellate al giorno di ecoballe

A Massafra i primi rifiuti dalla Campania

Con il provvedimento si definiscono modalità di trasporto e quantità di rifiuti da conferire. Si tratta di cento tonnellate al giorno, ovvero tre camion. Si tratta delle note «ecoballe», realizzate con la sola frazione secca del pattume. E non invece i rifiuti solidi urbani (Rsu) che da giorni sono accatastati lungo le strade delle città campane
20 gennaio 2008
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

- BARI — I primi rifiuti campani destinati alla Puglia viaggeranno tra qualche ora verso Massafra, nel Tarantino. Al riguardo è stata emanata un'apposita ordinanza da parte del commissario all'emergenza ambientale, il prefetto Gianni De Gennaro. Con il provvedimento si definiscono modalità di trasporto e quantità di rifiuti da conferire.

Si tratta di cento tonnellate al giorno, ovvero tre camion, visto che ogni autotreno possiede una capacità di circa 35 tonnellate. Si tratta delle note «ecoballe», realizzate con la sola frazione secca del pattume. E non invece i rifiuti solidi urbani (Rsu) che da giorni sono accatastati lungo le strade delle città campane.

La meta
La destinazione, individuata dal commissario De Gennaro, è l'impianto Cisa di Massafra, dove la famiglia Albanese gestisce un impianto per la produzione di Cdr (combustibile da rifiuti). Qui le ecoballe (quelle provenienti dalla Campania non sono perfettamente idonee ad essere incenerite) dovranno essere ulteriormente trattate. Solo dopo andranno nel vicino termovalorizzatore di proprietà della Appia Energy (51% gruppo Marcegaglia, 49% Cisa). «Ai nostri uffici - informa l'imprenditore Antonio Albanese, contitolare di entrambe le società - non è stato ancora notificato alcun atto. Ad ogni modo, non appena saremo a conoscenza dei dettagli, pianificheremo ogni attività. Occorrerà qualche giorno prima di riuscire ad accogliere materialmente il materiale».

Il trattamento
Le «ecoballe» dovranno essere ulteriormente private della parte umida (materiale biodegradabile). Si adopera un trattamento detto di «separazione balistica». In parole povere, una sorta di setaccio con cui si divide la parte umida e più pesante (un 20% che finisce in discarica per rifiuti speciali) da quella più leggera. Ossia la parte destinata all'incenerimento e che si trasforma in Cdr. A questo punto entra in scena il termovalorizzatore. A pieno regime, su due turni e con 12 addetti, la Cisa riesce a trattare fino a 250 tonnellate al giorno. In condizione ordinarie, l'attività è ridotta alla metà, un turno con sei operai.

La priorità
Il materiale ritirato dalla Cisa arriva prevalentemente dal Nord. Per la maggior parte si tratta di Cdr già pronto per finire nel termovalorizzatore. Dunque, non dovrebbe essere un problema trattare i rifiuti campani. «Diversamente - spiega Albanese - potremmo anche rallentare l'accoglienza del Cdr dal Settentrione per dare priorità alla Campania». Ma sempre che se ne ravvisi la necessità. «La nostra potenzialità complessiva -rassicura Albanese - è di dieci/dodici camion al giorno».

Le ordinanze
«Da quel che possiamo comprendere - spiega il dirigente della Regione Luca Limongelli - il Commissariato campano si sta orientando verso la scelta di emanare una ordinanza per ciascuno impianto contattato per lo smaltimento». Sembra di capire che si costruiscono le norme (e le deroghe) a seconda delle situazioni date: impianto per impianto. «Per ora prosegue Limongelli - la priorità della Campania è lo smaltimento degli Rsu». Ma su questo, cioè sull'arrivo in Puglia dei rifiuti urbani, non si è raggiunta alcuna intesa preventiva tra la Puglia e il governo.

Lo scontro con Prodi
Fonti ben informate riferiscono di una gelida telefonata, una decina di giorni fa, tra il premier Prodi e il governatore Vendola. Il primo avrebbe chiesto ospitalità per almeno cinque/ seimila tonnellate di Rsu. Il secondo ha negato qualsiasi possibilità al riguardo, per non intasare le nostre discariche prima del completamento dei nuovi impianti di smaltimento alla fine del 2008. Via libera invece agli speciali (come le ecoballe) anche fino a 50mila tonnellate. Sullo sfondo il risentimento della Puglia verso Palazzo Chigi per come il governo ha respinto la richiesta di diluire in tre anni il deficit sanitario del 2007 (circostanza che ha poi indotto la giunta regionale ad aumentare le addizionali fiscali). Insomma Vendola, anche per non mettere a rischio la Puglia, ha detto no ai rifiuti urbani ed ha aperto le porte agli speciali. Ma un rifiuto completo non sarebbe stato opportuno. La solidarietà, hanno ragionato in Regione, è d'obbligo. Anche perché, come è noto, dalla Campania arriva una larga parte dell'acqua che serve a dissetare la Puglia

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