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Diossine, spariti tutti i campioni

Dopo oltre un mese dalla denuncia è calato il silenzio. I campioni prelevati non sono mai arrivati all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo. Il 9 febbraio Taranto Viva rese noti i risultati di un’analisi condotta su 10 volontari dimostrando la presenza di Diossine e PCB
8 marzo 2008
Fonte: TarantoSera

- TARANTO - Sono spariti i campioni prelevati dalla Asl ed inviati all’Istituto Sperimentale Zooprofilattico di Teramo per verificare se nel latte ci fosse o meno presenza di diossine. Stamattina l’ennesima clamorosa scoperta di TarantoSera che ha chiamato l’Istituto di Teramo per chiedere a che punto fossero le analisi e perché ci volesse tanto tempo.

La risposta: veramente qui non è mai arrivato nulla da Taranto. E’ vero ci hanno telefonato per dirci che ci avrebbero spedito dei campioni da analizzare. Ma finora nulla. Ne siete sicuri?, abbiamo chiesto. Al cento per cento. Strano. Molto strano.

Perché in più occasioni, nei giorni precedenti, avevamo chiesto proprio alla Asl a che punto fossero i controlli. E ci eravamo sentiti rispondere che avevano inviato i campioni raccolti all’Istituto di Teramo ma che ci voleva tempo. E, invece, a quanto pare, questi campioni non sono mai arrivati a destinazione. Ecco perché, forse, ci voleva tanto tempo.

Ancora più strano che, dopo l’ennesimo sollecito, sempre dalla Asl ci avevano detto che i campioni inviati si erano deteriorati e che bisognava procedere ad un nuovo invio. La stranezza sta nel fatto che a

TARANTO - Era il 6 febbraio scorso quando dalle colonne del Tarantosera venne denunciato il rischio che il latte che arriva sulle nostre tavole potesse contenere un agente inquinante, la diossina appunto, derivante dalle lavorazioni industriali, estremamente dannoso per la salute. Teramo non risulta neppure la prima spedizione.

Ipotesi: si saranno deteriorati strada facendo? E chi se ne è accorto se a Teramo non è mai arrivato nulla? Forse l’autista? O i campioni sono stati spediti per posta e se ne è accorto il postino? Sempre che vogliamo fidarci delle Poste Italiane. Insomma, come evidente, la questione è molto strana. Ma una cosa è certa: questi benedetti-maledetti campioni sono spariti nel nulla.

La cosa davvero scandalosa è che sono passati ormai trenta giorni da quando la Questura ha avviato le indagini sulla vicenda del latte alla diossina, in seguito alla denuncia di TarantoSera che aveva riportato la notizia di un gregge di oltre 300 capi pascolare nei terreni a ridosso della zona industriale. Contestualmente all’indagine delle forze dell’ordine sulla vicenda, su cui anche la Procura ha aperto un fascicolo, venne assegnato all’Asl il compito di attuare al più presto un’analisi del latte prodotto dagli animali che vivono nelle masserie che sorgono nei dintorni.

Poco più di due settimane dopo l’avvio dell’inchiesta da parte della magistratura, l’Asl ha annunciato di aver inviato all’Istituto zooprofilattico di Teramo i campioni prelevati. Tre giorni fa, il dr. Conversano ha spiegato che ci voleva ancora del tempo prima di riuscire ad avere i risultati dall’Abruzzo, poiché si tratta di analisi assolutamente nuove, che richiedono laboratori specializzati in materia di diossine ed agenti inquinanti.

Ieri però un nuovo annuncio del Dipartimento di prevenzione ha cambiato le carte in tavola: i campioni prelevati sono risultati deteriorati, e quindi non utilizzabili ai fini dell’analisi. Saranno rispediti lunedì prossimo, ha detto il dottor Michele Conversano, dirigente del Dipartimento. Martedì TarantoSera chiamerà il laboratorio per chiedere se questa volta sono arrivati.

Note: Un mese di indagini e perquisizioni

TARANTO - Era il 6 febbraio scorso quando dalle colonne del Tarantosera venne denunciato il rischio che il latte che arriva sulle nostre tavole potesse contenere un agente inquinante, la diossina appunto, derivante dalle lavorazioni industriali, estremamente dannoso per la salute. Dalla segnalazione di cittadini che avevano visto in più occasioni pascolare greggi a ridosso dell’industria, la Questura ha aperto un’indagine, seguita passo passo dal nostro giornale.

Sulla scia di quell’allarme diverse associazioni ambientaliste hanno avviato una serie di iniziative volte a valutare la presenza di diossina nel cibo che portiamo sulle nostre tavole.

Il 9 febbraio scorso Taranto Viva rese noti i risultati di un’analisi condotta su dieci cittadini volontari, che si erano fatti prelevare campioni di sangue. I dati mostravano una ingente presenza di diossine e policlorobifenili all’interno del liquido ematico. Segno questo che avevano mangiato per lungo tempo cibi inquinati da diossina. Questo agente inquinante viene infatti immesso nel corpo umano per il 98% per ingestione, e solo per il 2% attraverso la respirazione.

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