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«Rivoluzione Città Vecchia»

Più spazio ai privati, in arrivo: nuove case popolari, il Museo della città e l ’ università. Il Centro storico sta cambiando lentamente volto: nascono esercizi commerciali, aumenta il turismo, si risanano gli stabili. E che sta succedendo?
15 aprile 2008
Silvano Trevisani
Fonte: Corriere del Giorno

Taranto e il suo mare Ma cosa succede in Città vecchia? Gruppi di turisti si aggirano
sempre più frequenti nella strade muniti di cartina. L’esperienza dell’ultima giornata Fai ha fatto registrare un vero e proprio boom di presenze a Palazzo D’Aquino: oltre 1.400 in meno di due giorni. Il costo dei fitti è in aumento e c’è una corsa ad accaparrarsi spazi nel Centro storico, sia da abitare che da destinare ad attività economiche.

L’Università punta ad acquisire sempre maggiori spazi da destinare a proprie strutture e ha già ottenuto in uso Palazzo D’Aquino e Palazzo Delli Ponti (dopo palazzo Amati, ovviamente), ma ha in predicato altri, più importanti acquisizioni, E poi c’è un gruppo di operai al lavoro nella zona della chiesa dei Santi Medici, non troppo distanti dai luoghi degli ultimi crolli.

Sono segni attendibili di una possibile rinascita del Centro storico? E’ la domanda che abbiamo rivolto all’assessore al Risanamento della Città vecchia e abbiamo fatto delle interessanti scoperte, la prima fra tutte sicuramente, la più importante e rivoluzionaria, che ha da sola la forza di dare una svolta al futuro non solo del Centro storico ma di tutta la città: la Giunta Stefano ha intenzione di rivedere il piano particolareggiato Blandino,
in tempi strettissimi, che è poi quello che diede il via, ormai quasi quarant’anni fa, al risanamento del quartiere.

Ma andiamo con ordine e chiediamo all’assessore:

- La Città vecchia sta diventando un cavallo di battaglia per l’Amministrazione comunale, nonostante il dissesto e la modesta disponibilità di fondi?

"E nonostante soprattutto l’esiguo numero di impiegati di cui può disporre l’assessorato, che è forse il problema principale. Eppure: sì, stiamo lavorando a riportare la Città vecchia in cima ai programmi della città nella chiara consapevolezza che solo il rilancio turistico e la rivitalizzazione della Città vecchia, che poi sono due fatti fortemente collegati, possono dare nuovo slancio allo sviluppo economico di Taranto. E i segnali degli ultimi tempi sono molto incoraggianti, perché i turisti sono in crescita e ci esprimono chiaramente il desiderio di usufruire di più e meglio del centro storico di Taranto che è unico nel suo genere e che ha un’enorme capacità attrattiva".

- Ma quali sono le vostre linee d’azione?

"Possiamo dire che ci muoviamo lungo tre direttrici principali: la prima è la revisione del piano particolareggiato Blandino della Città vecchia, la seconda è quella della rivitalizzazione, cioè: riportare abitanti e attività nell’isola, sia attraverso le attività, prima fra tutte l’università, sia attraverso il ritorno delle famiglie. La terza è la vera a propria offerta turistica, che consiste nel rendere appetibili ai visitatori, trai quali sono in maggio ranza quelli che vengono sulla scia del cosiddetto "turismo-culturale", edifici storici rilevanti, sedi museali e soprattutto il cosiddetto percorso archeologico".

- Partiamo dal piano particolareggiato per la Città vecchia.

"Già in questa settimana sarà fatto un bando pubblico per la costituzione di un team che realizzi uno studio preliminare alla redazione del piano. Si ricercano: un ingegnere strutturalista, un ingegnere impiantista idraulico, un architetto urbanista che, insieme a un’impresa del settore, andranno rimuovere le macerie, a verificare, per le strutture edilizie: le condizioni statiche, le proprietà e quanto altro serve per avere tutti i dati preliminari necessari per poter, poi, indire l’avviso pubblico per la redazione del piano.

Naturalmente ci confronteremo con le associazioni di categoria prima di fare le scelte. La nuova filosofia del piano dovrà comunque partire da un nuovo coinvolgimento dei privati che, finora, si sono in genere disinteressati della Città vecchia".

- E veniamo alla risocializzazione. E chiediamo innanzi tutto: come riportare le famiglie in Città vecchia?

"Il Comune è impegnato, in questo senso, in un’azione di risanamento delle abitazioni. Abbiamo varato tre interventi nella zona della chiesetta Santi Medici...

- E’ lì che stanno lavorando gli operai di un’impresa. Ma le risorse economiche?

"Si tratta di fondi Erp. Il primo intervento, in corso di completamento, ci consentirà di avere 16 abitazioni da assegnare con la graduatoria per gli alloggi popolari. Per un secondo lotto, di altre 8 abitazioni, di cui 1 per disabili, di metratura sempre prevista sui 70% circa, stiamo per pubblicare il bando. Infine, per un terzo lotto, che comprende altri 6 alloggi, di cui 2 per disabili, stiamo aspettando il progetto esecutivo".

- Questo sul fronte delle abitazioni, e per quanto riguarda servizi e strutture pubbliche?

"Un ruolo determinante lo svolgerà, in questo senso, l’università. Riusciremo a convogliare, nella Città vecchia, 2.000 studenti che daranno una mano determinante a rivitalizzare il quartiere".

- Quali le strutture destinate all’Università? E con quali risorse saranno rese disponibili, visto che il comune è al verde?

"Il problema delle risorse economiche sta impegnando duramente la nostra amministrazione, ma stiamo individuando le soluzioni economiche giuste per riattivare i cantieri. Si tratta di procedure complesse, ma il primo riscontro economico positivo è nel rimborso correlato alla modifica della quota di cofinanziamento comunale, che ci consente di gestire circa 4 milioni di euro. Per quanto riguarda le sedi, il punto di forza è senza dubbio dell’ex Convento San Francesco, che ci consentirà di concentrarvi la facoltà di Scienze della formazione. Poi oltre alle sedi già messe a disposizione vi sono delle ipotesi tutte da approfondire ancora in un confronto con l’università".

"Ma devo anche aggiungere - continua l’assessore - che anche l’iniziativa privata sta dando dei segnali chiari. Abbiamo ricevuto la richiesta da parte di alcune cooperative sociali interessate a realizzare case per gli studenti, mentre in piazza San Costantino è ormai in via di completamento un bad and breakfast. Anche questi sono segnali interessanti".

- E veniamo al percorso turistico. Come si va configurando?

"Credo che, nel giro di pochi anni, saremo in grado di formulare un’offerta allettante. Punto di forza sarà il percorso archeologico che farà riferimento al Museo della città che avrà sede a Palazzo Pantaleo. I lavori per la ristrutturazione del prestigioso palazzo, che ha svolto per un decennio un ruolo suppletivo del Museo nazionale, sono già stati appaltati e stanno per cominciare. Nella prospettiva, se aggiungiamo il Museo di storia naturale, per il quale è già stata individuata la sede in uno stabile di via Duomo, il Museo etnologico Majorano, già esistente a Palazzo Galeota ma in via di ampliamento, il nascente Museo diocesano, l’Isola dei delfini, per la quale sono già stati fatti lavori preliminari per 700mila euro, le prospettive dovrebbero essere interessanti".

- A proposito di prospettive, la Provincia sta per varare la Fondazione per l’Arsenale mediterraneo dell’arte contemporanea, alla quale sarà chiesta l’adesione soprattutto degli enti locali, oltre che di altri enti e persino dei privati. Il Comune immagino che aderirà. Ma la sua adesione del comune non potrebbe anche sostanziarsi con la messa a disposizione di una sede, magari in Città vecchia?

"E’ un’ipotesi interessante. Ma dovrà essere sottoposta a verifica. Certo, sedi a disposizione ci potrebbero essere, tra quelle da sottoporre a ristrutturazione, ma bisognerà vedere quale destino dare, per esempio, a Palazzo Troilo".

- E poi ci sono i problemi di Palazzo D’Ayala, la cui ristrutturazione è rimasta sospesa, e di Palazzo Carducci, che continua a risentire di un deterioramento strutturale.

"Per quanto riguarda Palazzo D’Ayala, ricordo che due anni fa fu espletata la gara d’appalto e furono anche assegnati i lavori a due aziende. Non sappiamo perché, poi, i lavori non sono stati avviati. Abbiamo fatto una doppia verifica, presso la Regione, per verificare la disponibilità delle risorse, e presso le aziende: le risorse ci sono ancora, per quanto riguarda le aziende dovrebbero essere riscritti i contratti, ma la mancanza di personale ci sta impedendo fisicamente di farlo. Palazzo Carducci può giovarsi di un fondo Urban, che utilizzeremo non appena vareremo il nuovo bilancio, e comunque entro l’anno".

- Ora il Comune dovrà impegnarsi a varare, entro giugno, il proprio progetto di Area vasta.

Naturalmente anche la Città vecchia si candida a partecipare alla divisione dei fondi che l’Ue metterà a disposizione per i prossimi 6 anni. Sicuramente la nostra priorità assoluta, per la Città vecchia, sarà il rifacimento delle reti idrica e fognaria e poi delle altre reti. Soprattutto sarà necessario abbandonare del tutto la rete idrica attuale che è un colabrodo: ci sono perdite consistenti e insanabili che tra l’altro allagano le fondamenta di parecchi stabili".

- Un’ultima domanda la rivolgiamo come assessore ai Beni archeologici. Si farà il teatro dell’innovazione? E per l’anfiteatro c’è ancora speranza?

"Ora siamo in un momento di stand by perché l’impresa appaltatrice non intende procedere e, laddove non si trovasse un accordo, sarebbe inevitabile la rescissione del contratto non la definizione delle responsabilità in sede giudiziaria. L’immobile risulta parzialmente ristrutturazione, a questo punto si riapre la possibilità di riconsiderare la modalità di realizzazione del teatro, ammesso che sia confermata la sua scelta. Potrebbe anche ipotizzarsi, e ne abbiamo parlato con la soprintendenza, di poter rendere evidenti gli scaloni dell’anfiteatro ancora esistenti e sondare, così, anche il sottosuolo per verificare la presenza di strutture sottostanti”.

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