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«L´amaro addio delle tute blu»

"Il sindacato fa quello che vuole il padrone, nessuno pensa più a noi, ci hanno tradito e votiamo Lega". Ai Cancelli, ad ascoltare la classe operaia, prima del voto non è andato nessuno, tranne Lotta Comunista che predica il non-voto. E i siderurgici hanno ascoltato o cambiato bandiera votando Lega.
16 aprile 2008
Giuseppe Filetto
Fonte: L'Espresso

Sinistra L'Arcobaleno "Sono caduto da cinque metri mentre lavoravo e nessuno è venuto a trovarmi". AI Cancelli, ad ascoltare la classe operaia, prima del voto non è andato nessuno, tranne Lotta Comunista che predica il non-voto. E i siderurgici hanno ascoltato o cambiato bandiera votando Lega.

«Rimane la destra e basta - sentenzia Marcel Tosi - la sinistra non esiste più ed io che sono sempre stato di sinistra, senza alternativa non sono andato alle urne». Tosi, cassintegrato e 2 bambine da crescere, vive nello stesso quartiere di Fabio Di Leo, che non è andato a votare neppure lui: «Con mia moglie aspettiamo un bimbo e siamo preoccupati per il nostro ed il suo futuro». Stanno a Voltri, fino a domenica roccaforte rossa. A Voltri, Sampierdarena, San Fruttuoso, Quezzi "dormono" gli operai dell´Ilva: rimasti in 2158, di cui 614 cassintegrati, dopo la chiusura del "caldo".

Molti votavano Rifondazione, Pdci, e coi pennarelli nei bagni delle acciaierie scrivevano "Lega a morte". Dallo spoglio di lunedì sera in questi quartieri la Sinistra Arcobaleno esce con le ossa rotte. Non c´è stato l´effetto risucchio del Pd, ma l´abbraccio con Bossi. A Cornigliano la classe operaia il gioeno dopo le elezioni ridiscende nell´inferno. «Perché questa sinistra non dà più niente - sentenzia Ivano Bonadies, sette anni "bruciati" in colata - così gli operai votano Berlusconi, delusi anche dai sindacati che fanno ciò che ordina il padrone: sono caduto da 5 metri mentre lavoravo e nessuno è venuto in ospedale a chiedere come stavo».

Mastella, Prodi, Veltroni, Burlando, Vincenzi. Tutti in fila. D´altra parte «La gente vuole chiarezza, non confusione e promesse», per dirla come Paolo Cuceli. «Potevano essere più rigidi sugli immigrati - ripete uno dei giovani di Riva, assunto 4 anni fa - a Genova è il problema più grosso, perciò la gente vota destra, come faccio da anni». «Come a Sampierdarena, una valanga di voti alla Lega», osserva Paolo, 56 anni di cui 30 all´Ilva, orecchino al lobo sinistro, capelli argentati sulla schiena. Da ex sessantottino.

La sicurezza è di destra? «Questo Paese deve avere una linea di lecito e di illecito - dice Maria Teresa Patrone, una delle ultime donne (se ne contano solo 4) rimaste in acciaieria - io non sono razzista ed ho votato Veltroni, ma la sinistra che difende tutti, non è credibile». Tessera della Fiom, voto alla Lega: «Ne abbiamo tanti», conferma Armando Palombo, delle Rsu. E la classe operaia, chi la difende? «Nessuno, perciò il giorno delle elezioni rimango a casa», confessa Daniele Tibaldi, 27 anni. E la sinistra? «Rispondo con una domanda: dov´è?», ribatte un collega che preferisce interrogare e scappare.

Le gru smantellano le linee a caldo, tirano su la "zincatura", e la gente cambia casacca. O non vota. «Governo, Regione e Comune hanno cancellato l´altoforno e il lavoro - si sbraccia l´anonimo siderurgico - per la prima volta in vita mia mi sono astenuto». Come Giovanni Caviglia: «La sinistra non ha soddisfatto le aspettative degli operai, perciò non credo più a nulla». Lo hanno copiato i più giovani, assunti dopo il 2000.

Molti coi capelli grigi hanno resistito: «Occorre ammettere che ci siamo confrontati male con la realtà di oggi», cerca di spiegare Giorgio Biasotto di 52 anni. Lui abita a San Fruttuoso, è militante di Rifondazione: «Ma la nostra generazione non è riuscita a trasmettere la coscienza di classe: vedo ragazzi-operai con auto da 35 mila euro, che pensano di essere dei piccoli Berlusca...».

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