L'allarme di Mazza: «Diossina, ora controlliamo le cozze»
TARANTO — «La diossina c'è sempre. Bisogna vedere quanta se ne accumula a seconda della durata di esposizione. Questo fa la differenza. Inoltre a Taranto, come nelle altre città in cui ci sono allevamenti in specchi d'acqua con scarichi industriali, bisognerebbe analizzare anche le cozze». Patrizio Mazza, marchigiano, vent'anni di esperienza a Modena, oncoematologo a Taranto dal 1993, lavora all'ospedale «Moscati». Alla luce dei dati a sua disposizione conferma che l'inquinamento ambientale è un vero killer e sostiene che il problema merita un approfondimento.
Dottor Mazza, il dipartimento di prevenzione e la Asl hanno avviato una serie di controlli. Cosa ne dice?
«Vanno bene i controlli sul latte e i derivati, d'accordo sull'acqua e sulle matrici alimentari, però un'indagine seria non può escludere ciò che la scienza ha ormai appurato. Le diossine, il benzene e gli idrocarburi si accumulano nei grassi, quindi anche nei mitili e nei pesci quando sono allevati in specchi d'acqua che hanno raccolto gli scarichi delle industrie».
Al di là di questo cosa manca per ottenere un quadro completo della situazione tarantina?
«Non esiste un registro tumori regionale, cioè i dati complessivi su incidenza, mortalità e sopravvivenza per tutti i tipi di tumori, elementi per conoscere la distribuzione delle malattie tumorali e quindi le aree a rischio incrociando i dati ambientali con l'incidenza».
Intanto l'Arpa ha fornito alcune rilevazioni e alcune associazioni hanno condotto analisi in proprio.
«Certo, però non è sufficiente».
Lei cosa farebbe per ottenere risultati efficaci?
«Se dovessi agire scientificamente sulla realtà locale lavorerei su due gruppi di persone residenti a Taranto. Doserei alcune sostanze su un gruppo di pazienti e su uno di controllo non malato; poi farei l'operazione analoga in un'altra città e incrocerei i dati ottenuti per stabilire la differenza. Inoltre qui manca uno studio scientifico di tipo epidemiologico».
Lei ha effettuato un periodo di osservazione di dieci anni, dal 1998 al Oncoematologo; Bisogna ridurre l'inquinamento o occorre accorciare i tempi di esposizione agli inquinanti Creando cicli lavorativi di 20 anni e non di 40 2007, sui tumori ematologici. Cosa è scaturito?
«Ovviamente mi riferisco solo ai pazienti venuti in ospedale. In totale abbiamo contato 964 tumori, con un'incidenza maggiore nei quartieri Tamburi e Borgo, minore a San Vito e Lama. Il 56 per cento dei tumori è insorto nel periodo fino al 2005, cioè in sette anni, il restante 44 per cento in soli tre anni».
Cosa significa?
«Che c'è un netto moltiplicarsi di ma-lattie tumorali del sangue nell'ultimo periodo, l'incidenza è aumentata nettamente rispetto al passato soprattutto nella fascia adulto-anziani per il maggior periodo di esposizione».
Ha notato una specificità tarantina?
«No, questo no. La leucemia è leucemia dappertutto, però c'è un incremento dei tumori correlati al sistema immunitario e una riduzione dell'età di incidenza ».
La causa primaria è l'inquinamento?
«Senz'altro. Bisogna ridurlo o almeno occorre accorciare i tempi di esposizione a certi inquinanti».
In che modo?
«Ad esempio creando cicli lavorativi di vent'anni e non di quaranta. L'assorbimento di pcb e di diossine in quarant'anni è altissimo».
Secondo lei ci sono gli estremi per una causa collettiva (class action) contro le industrie?
«Anche se mancano il dossier sanitario e lo studio epidemiologico, le basi di conoscenza per stabilire la connessione fra leucemie e inquinanti ci sono. D'altra parte sono stato chiamato in tribunale già in due occasioni come perito di parte per lavoratori dipendente delle grandi aziende e morti in questo modo ».
Articoli correlati
- Le dichiarazioni di Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink
"Il verbale d'intesa sull'ILVA? Sono 876 parole che non cambiano nulla"
“Quella firmata ieri è stata una sapiente operazione pubblicitaria confezionata da esperti di comunicazione, ma che non avvita neanche un bullone del nuovo stabilimento decarbonizzato. È una bolla di convinzioni, una sorta di atto di fede in attesa di un Salvatore che forse non arriverà mai”.13 agosto 2025 - Giovanni Pugliese - E' stata consegnata una lettera al Prefetto di Taranto
ILVA, conferenza stampa delle associazioni sul ricorso al TAR per impugnare l'AIA
Oggi Giustizia per Taranto e PeaceLink hanno annunciato ufficialmente il proprio ricorso contro la nuova Autorizzazione Integrata ambientale che autorizza l'uso del carbone per altri 12 anni a Taranto. Raccolti in 48 ore oltre cinquemila euro per pagare le spese del ricorso.12 agosto 2025 - Redazione PeaceLink - Lettera a PeaceLink dal quartiere Tamburi
Non possiamo più tollerare che Taranto venga trattata come una zona sacrificabile
Vi chiedo, come associazione storicamente impegnata nella difesa dell’ambiente e della salute, di:Intensificare la pressione pubblica e legale sulle autorità italiane affinché siano sospese tutte le attività industriali incompatibili con la tutela ambientale e sanitaria.28 luglio 2025 - Giovanni Russo - Impietosi i dati che emergono dall’analisi delle emissioni inquinanti convogliate dai camini ILVA
Più inquinamento da qui al 2031 con l’Accordo di Programma per l’ILVA
Gli stessi dati ufficiali dell’Accordo di Programma smentiscono la narrazione secondo cui saremmo a non passo dalla svolta green dell’ILVA. Per sei anni avremmo un aumento dell’inquinamento, con rischi sanitari non calcolati per bambini e soggetti fragili.28 luglio 2025 - Alessandro Marescotti
Sociale.network