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Alla Puglia il record italiano meno petrolio, più sole e vento

Nella regione viene realizzato un blocco di elettricità triplo rispetto al consumo. Il trend di queste fonti è in crescita tanto che nel 2005 sono diventate la fonte di produzione primaria in Puglia. Frisullo, Vicepresidente della Giunta Regionale: «La Puglia vuole, e deve, esportare tecnologia: verso il Nord Africa, i Balcani, il Medio Oriente. E´ il motivo per cui dobbiamo scommettere sulle rinnovabili»
20 maggio 2008
Piero Ricci
Fonte: Repubblica

Nichi Vendola È una rivoluzione gentile anche quella della riconversione della produzione di energia operata dalla Puglia di Nichi Vendola. Il Pear, il piano energetico ambientale, sta per compiere un anno, ma a parte la svolta sul fronte delle fonti rinnovabili, non alleggerisce neanche un po´ il suo contributo nella produzione di energia che serve all´Italia. Produceva tre volte l´energia che consumava e continuerà a produrre la stessa energia ma cambiando la fonte d´energia, per ridurre soprattutto il ricorso al carbone, il più economico ma anche il più inquinante. Una sfida non facile ma nemmeno impossibile.

Dalle tabelle contenute nel Pear, è possibile rilevare l´andamento della produzione. Quella da combustibili gassosi è cresciuta molto tra il 1990 e il 1996, per poi ridiscendere costantemente. Il dato del 2004 corrisponde a circa 520 milioni di metri cubi e le stime del 2005 indicano un ulteriore calo di produzione a un livello di poco superiore ai 400 Mmc. Tale calo è in linea con l´andamento complessivo nazionale. Al 31 dicembre 2004 sul territorio della Regione Puglia risultavano vigenti 15 concessioni di coltivazione di idrocarburi. I pozzi sono presenti essenzialmente in provincia di Foggia. La produzione pugliese nel 2004 corrispondeva al 22% della produzione nazionale su terraferma ed è la più rilevante dopo quella della Basilicata.

Sulle fonti rinnovabili, a farla da padrone sono le biomasse e le produzioni di energia elettrica, essenzialmente idroelettrico, eolico e fotovoltaico. Il trend di queste fonti è in crescita tanto che nel 2005 sono diventate la fonte di produzione primaria in Puglia. Un bel balzo in avanti se si considera che appena 15 anni fa, le fonti rinnovabili erano né più né meno che la legna da ardere. La svolta s´è avuta nel 1997.

Nel 2004 la produzione totale di energia, sia da fonti fossili che rinnovabili, ha superato i 31mila GWh, quasi tre volte quella prodotta nel 1990. È in questi anni che la Puglia diventa il motore dell´Italia: nel 1990 si produceva ciò che si consumava, oggi, invece, si produce due volte ciò che si consuma. E i pugliesi consumano di più oggi di quanto consumassero 18 anni fa. I pugliesi hanno imparato a consumare più energia ma sempre meno della media nazionale: l´incremento negli ultimi vent´anni è stato del 19 per cento rispetto all 22 per cento nazionale.

«L´andamento complessivo - spiega il Pear - risente del forte peso dei consumi nel settore industriale che è caratterizzato da una certa stabilità nei consumi. Se si sottrae questo settore dalla valutazione complessiva, si nota che l´incremento dei consumi a livello regionale è stato superiore che a livello nazionale (+33% contro +27%). Ancora maggiori risultano essere gli incrementi nel settore civile (residenziale e terziario), con +38% contro +26% e dell´agricoltura e pesca, con +38% contro +9%. Identiche sono invece risultate le variazioni nel settore dei trasporti (+29%)».

Curioso vedere come in Puglia sono cambiati gli usi delle fonti d´energia nel passaggio dal secondo al terzo millennio. Dal 1990 al 2004, nel consumo residenziale si è ridotto di tre volte l´uso del gasolio, è raddoppiato quello del gas naturale, mentre quello dell´energia elettrica è cresciuto del 19 per cento. «Una caratteristica importante del settore - specifica il piano energetico - è che benché l´incremento del consumo di gas naturale avvenga in concomitanza con una riduzione dei consumi di gasolio e, in parte, di gpl, a livello complessivo il totale di questi vettori per uso termico è caratterizzato da un incremento di circa il 34%, quando a livello nazionale, invece, il consumo dei vettori ad uso termico nel settore civile nel suo complesso è stato del 14%».

Quanto al consumo di energia elettrica per uso residenziale, il valore disponibile è quello del 2004 e dice che il valore è di oltre 4mila GWh, che in termini assoluti corrisponde all´aumento del 19 per cento. Quanto al consumo pro capite, ogni pugliese ha consumato nel 2004 più di mille kWh: nel 1990 ne aveva consumati 140 in meno. Nonostante tutto, l´incremento è inferiore alla media nazionale: gli italiani hanno consumato il 26 per cento in più di energia nel 2004 rispetto al 1990: diciotto anni fa consumavano 930 kWh, quattro anni fa hanno bruciato 1150 kWh.

Ecco perché crediamo nelle fonti alternative

Sandro Frisullo, vicepresidente della giunta regionale, il governatore Nichi Vendola insiste: «Basta con la dittatura del petrolio». E´ più facile dirlo che farlo?

«Dalle fonti fossili - petrolio, ma anche carbone e gas - ricaviamo il 97% dell´energia che produciamo. L´altro 3% - un dato alto in termini assoluti rispetto al resto del Belpaese - lo otteniamo attraverso le rinnovabili: eolico, idrogeno, solare. Una percentuale, questa, che nei prossimi dieci anni vogliamo fare salire al 18%».

Ci riuscirete?

«L´obiettivo è ambizioso, ma raggiungibile. Perché siamo consapevoli, proprio a cominciare da Vendola, che allentare la dipendenza dal petrolio vuol dire diversificare».

I vantaggi?

«Per gli imprenditori già esistono: c´è la cosiddetta autorizzazione unica da concedere a tutti quelli che vogliono tirare su un impianto alimentato con energia rinnovabile. Quelli fino a 1 megawatt poi, non hanno neppure bisogno dell´autorizzazione unica: è sufficiente la "dia" - denuncia d´inizio attività - rilasciata dalle amministrazioni comunali».

Come mai?

«Per favorire l´autonomia energetica delle piccole e medie aziende, che rappresentano il 95% delle 400mila esistenti in Puglia e che hanno tra uno e dieci addetti».

Ma con le rinnovabili è possibile fare buoni affari?

«La Germania può contare su 50mila occupati in più».

E da queste parti?

«Prevediamo di offrire nuove occasioni di lavoro almeno a 10-20mila unità».

D´accordo, però quando taglierete questo traguardo?

«Siamo impegnati a sviluppare il settore della componentistica».

Cioè?

«Turbine, pale, motori e quant´altro è necessario per fare funzionare un sito di questo genere, deve essere realizzato nel tacco d´Italia e non acquistato dall´estero. C´è chi è disposto a investire lungo questo fronte ed ecco perché fra qualche mese nascerà il distretto produttivo dell´energia. La Puglia vuole, e deve, esportare tecnologia: verso il Nord Africa, i Balcani, il Medio Oriente. E´ il motivo per cui dobbiamo scommettere sulle rinnovabili».

C´è tuttavia chi mette i bastoni tra le ruote di questo programma. O no?

«Sono quelli che utilizzano il tema, delicato, dell´energia per innescare polemiche destinate a raccogliere pugni di voti e basta. Deve prevalere piuttosto, l´ambientalismo del fare. L´esecutivo Vendola, per esempio, ha ridotto del 25% l´uso del carbone e quindi è inevitabile aumentare l´impiego delle rinnovabili: con l´eolico siamo al 30%. Non possiamo avere la botte piena e la moglie ubriaca. Dobbiamo educarci alla responsabilità, senza impantanarci nelle guerricciole domestiche».

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