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L´emergenza sicurezza esiste, è quella delle stragi sul lavoro

Il presidente della Regione commenta gli ultimi incidenti alla Bridgestone e all´Ilva. Vendola accusa: situazione grave, governo inetto. «Questo è un governo inetto sul tema della sicurezza sul lavoro»: il governatore pugliese Nichi Vendola, questa volta, usa le parole come fossero una clava.
3 luglio 2008
Piero Ricci
Fonte: Repubblica

Morti Bianche L´attacco al governo Berlusconi è duro, diretto, violento. La conferenza stampa sul riconoscimento dei bollini rosa a quattro ospedali della Asl Bari per l´attenzione che mostra nella cura delle donne, sta per cominciare quando il governatore apprende dell´incidente mortale nella zona industriale di Bari, a meno di 24 ore dall´altro incidente mortale, quello all´interno dell´Ilva, martedì, a Taranto. «Sì, è vero: in Italia c´è un´emergenza sicurezza ma non è certo quella ci vuole far credere il governo Berlusconi».

Ma il tema della sicurezza è molto sentito dai cittadini. E l´esito delle elezioni politiche lo hanno in qualche modo anche certificato, non le pare?

«Vorrei dire una cosa che non è stata detta ancora da nessuno in Italia. C´è un´emergenza sicurezza in Italia, è una gravissima emergenza sicurezza che viene occultata dal dibattito politico e messa anche in ombra, complessivamente, dalla discussione pubblica. Qualche momento fa, nella città di Bari, c´è stato un morto nella Bridgestone e un ferito. Questo incidente viene dopo l´incidente di ieri all´Ilva e non so quanti stupri ci saranno oggi in Italia. Il fatto che, a fronte della recrudescenza degli incidenti e della mortalità sul lavoro e della violazione dei diritti della dignità delle donne, il governo Berlusconi si permetta di allargare le maglie che riguardano la normativa recente sulla sicurezza sul lavoro e si permetta di cancellare i costi che dovevano sostenere le iniziative di contrasto alla violenza alle donne, significa che il centrodestra sta dando un contributo rilevante all´accrescimento dell´insicurezza materiale, reale dei cittadini».

Rapine, violenze, aggressioni sono all´ordine del giorno e l´idea di spedire l´esercito nelle zone a rischio di alcune città non ha scatenato tante proteste.

«Non dico che la rapina a un tabaccaio non meriti attenzione. Sappiamo, purtroppo, che sulla rapina a un tabaccaio si possono anche determinare le condizioni per convocare un Consiglio dei Ministri, o su una vicenda di cronaca nera si può interrompere l´ordinaria vita parlamentare e chiedere un dibattito straordinario. Bene, noi non siamo di fronte a vicende straordinarie: la morte sul lavoro e la violenza alle donne sono due pilastri fondamentali dell´insicurezza collettiva oggi in Italia».

Due pesi, due misure.

«Si gioca molto sull´insicurezza percepita. Un microscopico fatto di cronaca nera diventa mille volte più importante di 1.300 morti sul lavoro, un microscopico fatto di cronaca nera diventa mille volte più rilevante della fisiologica riproduzione della realtà degli stupri, come di una realtà in crescita».

Come se ne esce?

«Allora noi pensiamo che la sicurezza dei cittadini si garantisca in maniera concreta nominando ciò che rende insicuro il cittadino: il cittadino è insicuro quando è di sesso femminile nella giungla delle culture maschiliste e dell´attitudine alla violenza. Il cittadino è insicuro quando varca i cancelli di una fabbrica e diventa lavoratore e lavoratrice, soprattutto se di un sub appalto e soprattutto se ha una contrattualizzazione atipica. Due incidenti mortali sui cantieri pugliesi nel giro di 24 ore dimostrano tragicamente l´inettitudine del governo sul tema della sicurezza sul lavoro. Un´inettitudine che è alla base di una strage senza fine. Mi aspetto che ora il governo intervenga. Mi aspetto che dall´intero Parlamento, maggioranza e opposizione, si alzi forte la voce dell´indignazione, ponendo subito in agenda una seduta monotematica dei lavori dedicata ad una questione che non si può più rinviare».

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