«Sull'ILVA conosceremo il parere dei Tarantini»
«Il referendum è l'espressione civile ma estrema conseguenza del malessere popolare. Della disperazione di una città avvelenata. Bisogna realizzare la consultazione: al di là del suo carattere solo consultivo, conosceremo il pensiero dei tarantini. Così come prevede la Costituzione all'articolo 21 che si riferisce alla libertà di espressione, richiamato dal Tar Lecce nel condannare il Comune di Taranto».
L'europarlamentare Marcello Vernola plaude alla sentenza del Tar che ha condannato il Comune di Taranto a dotarsi del Regolamento sui referendum. «Va peraltro sottolineato - aggiunge l'europarlamentare - che il referendum rappresenta una sconfitta, fin da ora, per chi non ha voluto mettersi in regola. Una sconfitta per chi non ha saputo controllare, come ha fatto la Regione con il suo atteggiamento dilatorio che ha colpevolmente contribuito a portare una città a porsi il drammatico dilemma lavoro-salute.
Inutile ora - è il parere di Vernola - che l'assessore regionale all'ambiente dica di voler condurre la produzione Ilva a livelli ecocompatibili. Ha avuto tempo, ha perso tempo. Lavoro e salute: entrambi fanno parte della qualità della vita ma ai cittadini di Taranto si è tentato di imporre, o si è finito per imporre con l'immobilismo, una scelta fra le due opportunità. Io, che da molti mesi ho dapprima richiamato al rispetto dei tempi poi ho sottolineato i ritardi per il rilascio della certificazione Aia in cui la Regione ha responsabilità specifiche, sono - conclude Vernola - perché la qualità della vita sia complessiva, lavoro e salute, o anche salute e lavoro, insieme.
E che il referendum sia un nuovo, forte segnale da parte di una città che ormai, fortunatamente, sul caso Ilva, non vuole più rimanere a subire. Né i soprusi né i silenzi né i ritardi». Di importante e utile fase di confronto cittadino «sulla questione del rapporto con la grande industria, cruciale per il presente ed il futuro della città» parla la segreteria provinciale di Sinistra democratica per Stefàno che, ritenendo ogni forma di democrazia partecipata come fatto positivo, guardano con favore al quesito referendario «come metodo di consultazione della cittadinanza e come strumento utile ad arricchire il dibattito politico attraverso il confronto con la società civile».
In quanto Lista civica, gli Sds «non possono che condividere l’opinione del sindaco Stefàno quando afferma che finalmente sapremo cosa Taranto pensa dell’Ilva. Ciò con l’auspicio, prima ancora che arrivi il momento delle urne, che la città riesca a trovare nel quesito referendario l’ideale luogo in cui animarsi di un serio dibattito, scegliendo con coscienza il proprio destino, magari senza quelle strumentalizzazioni della vecchia politica che, da qualche parte, cominciano già a piovere sul referendum».
Dal canto loro, gli Sds assicureranno all’amministrazione comunale «il massimo impegno nella predisposizione di quanto necessario alla regolamentazione dello strumento referendario ad oggi ancora non normato».
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