Allarme diossina fiato sospeso a Taranto
TA R A N TO. Diossina nella carne. E nel latte, oltre i confini della zona industriale. Scatta di nuovo l’allarme e gli ambientalisti chiedono più controlli. Il Dipartimento multizonale di prevenzione dell’Asl concorda con i colleghi di Bari una serie di verifiche nei macelli della provincia dove arriva la carne del capoluogo ionico. E così i controlli arrivano anche nel capoluogo.
«Non siamo preoccupati, ma la situazione va monitorata» spiega il responsabile del Dipartimento Michele Conversano. L’Asl evita allarmismi forte delle più recenti analisi: negativi i riscontri sulla quantità di diossina contenuta; l’elemento è ritenuto sufficiente per considerare sicura anche la carne. Di rimando, però, il responsabile di Peacelink, Alessandro Marescotti, parla chiaro: «Quando l’Asl ha effettuato controlli sui capi di bestiame delle masserie della zona industriale lo ha fatto perché nel latte di capre e pecore risultava diossina oltre i limiti di legge. Quei capi sono stati abbattuti e quando si è analizzata la carne lo “sfo ramento” della diossina è passato all’83 per cento salendo al 100 per cento nel caso del fegato. È legittimo chiedere più analisi al Dipartimento di prevenzione. La Regione Puglia deve aumentare i fondi a disposizione della struttura dell’Asl. Anche perché dobbiamo essere certi che, sempre in tema di diossina, i fegatini che vengono serviti ai turisti non superino i limiti di legge».
La città ripiomba nell’incubo della primavera 2008 quando viene scoperta diossina nei formaggi oltre i limiti di legge e parte l’inchiesta della magistratura. Capi di bestiame abbattuti, nelle masserie a ridosso della zona industriale; controlli a tappeto sul latte risultato anche questo contaminato. E, a proposito di latte, notizie dell’ultim’ora rilanciano l’emergenza: l’Asl estende i controlli alle masserie oltre i 20 chilometri dalla zona industriale del capoluogo ionico.
A spingere l’Azienda sanitaria verso questa decisione il fatto che in aree lontane dal perimetro in cui operano le grandi fabbriche, a partire dall’Ilva, già da tempo sia stata trovata diossina in eccedenza rispetto ai limiti previsti dalla legge.
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