Processo Ilva: udienza incidente probatorio
Venerdi 24 c.m. è certamente una giornata importante per Taranto.
Si svolgerà, alle h 12, nel Tribunale di Via Marche, l’udienza per l’incidente probatorio che vede sul tavolo degli indagati i 4 vertici dell’Ilva: Emilio e Nicola Riva, rispettivamente padre e figlio, Luigi Capogrosso, direttore dello stabilimento di Taranto, e Angelo Cavallo, responsabile del reparto Agglomerato 2.
L’accusa è quella di disastro ambientale relativamente alle emissioni di diossina da parte dello stabilimento Ilva di Taranto oltre a quelle di avvelenamento colposo di sostanze alimentari e getto pericoloso di cose.
Le indagini partite circa tre anni fa, in seguito al ritrovamento di pericolose tracce nei formaggi provenienti dagli allevamenti che pascolavano a ridosso della zona industriale, portarono come “soluzione” all’abbattimento di migliaia di capi di bestiame, lasciando sul lastrico allevatori ed economia locale e, immediatamente dopo, all’emanazione di Ordinanza regionale che ne vietava il pascolo nel raggio di 20 Km dal polo industriale. (come se in quel raggio non ci vivano persone e bambini!)
Con tale inchiesta sembra che possa essere finalmente riconosciuta, in modo chiaro ed inequivocabile, la fonte inquinante, superando quella "difficoltà di identificazione del nesso causale" che si invoca regolarmente quando non si ha il coraggio e la serietà di assumere posizioni nette e precise nei confronti di chi continua a perpetuare questo crimine. E' invece questa la risposta necessaria a tutelare una popolazione che, insieme alle pecore abbattute, ha respirato e mangiato anch’essa, in questi anni, inquinanti pericolosi per la propria salute. Chissà se l’unica “soluzione” che troveranno sarà abbattere anche noi!
E’ la amara e triste considerazione che ci poniamo e che viene spontanea dinanzi a degli amministratori che, nonostante siano stati indicati come “parti lese”, non si sono ancora costituiti parte civile nel Processo. E ci riferiamo a Ministero dell’Ambiente, Regione Puglia e Comune di Taranto.
E’ l’appello che rivolgiamo oggi a loro, di assumere una posizione precisa a fianco della popolazione colpita giornalmente da tali emissioni e degli allevatori che stanno portando avanti con coraggio e determinazione questo percorso di Giustizia.
Venerdì la popolazione si aspetta che Regione e Comune facciano questo passo.
Noi, comitato Donne per Taranto, saremo lì davanti al Tribunale a invocare Giustizia e a sostenere gli allevatori, a cui va il nostro plauso, il nostro appoggio incondizionato e la nostra solidarietà.
Ma saremo lì, insieme alla popolazione, anche per chiedere a gran voce che Regione Puglia e Comune di Taranto si costituiscano parte civile in questo Processo.
Non è più tempo di attese, non è più tempo di proclami: è tempo di Giustizia e di Verità!
Articoli correlati
- Slides
Latte materno, diossine e PCB
L’istituzione di un regolare sistema di biomonitoraggio da parte delle autorità competenti e un'accresciuta sensibilità dei cittadini possono promuovere un diverso modello di sviluppo che tuteli la salute delle generazioni future.29 febbraio 2024 - Paola Fioretti ed Elisa Lorenzini - Proposta di una biobanca a Taranto
Biobanca e inquinamento ambientale
In che modo una biobanca potrebbe essere utile a mantenere traccia nel tempo degli impatti sanitari delle emissioni industriali sulla popolazione più esposta e in particolare dei bambini? Potrebbe essere inclusa fra le prescrizioni di biomonitoraggio per l'AIA dell'ILVA?9 agosto 2023 - Associazione PeaceLink - Tutto comincia il 27 febbraio 2008 e così prendono avvio le indagini di "Ambiente Svenduto"
La diossina nel pecorino
Il formaggio era prodotto da un pastore che pascolava vicino all'ILVA. Viene consegnato, a spese di PeaceLink, in un laboratorio di analisi di Lecce. "Diteci quello che c'è dentro". Qualche giorno dopo arriva una telefonata allarmata dal laboratorio: "C'è la diossina".Repubblica - Inviata dal Ministero della Transizione Ecologica al gestore dello stabilimento ILVA di Taranto
Diffida sul campionamento continuo della diossina ILVA
Il Gestore dell'ILVA non ha eseguito il controllo mensile del camino E-312. La legge prevede il fermo dell'impianto se accadesse una seconda volta in 12 mesi. PeaceLink evidenzia che dai controlli emerge una concentrazione di diossina superiore al limite prescritto per gli inceneritori.9 luglio 2021 - Associazione PeaceLink
Sociale.network