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Comunicato stampa

Perdita di greggio a Taranto

Ogni incremento del rischio a Taranto è da scongiurare, questa città definita per legge "città ad alto rischio di crisi ambientale"
Un altro sviluppo è possibile, un altro mare invece no
12 aprile 2012
Alessandro Marescotti (Presidente di Peacelink)

Taranto, con questo grave incidente, si conferma una città vulnerabile. Il porto non può incrementare ulteriormente la propria esposizione al rischio. Chiazza di petrolio in Mar Grande

 

Al di là delle cause specifiche dell'incidente su cui si sta ancora indagando, viene spontanea una valutazione generale.


L'attuale traffico portuale di petroliere oscilla fra le 100 e le 150 navi all'anno. Con il progetto Tempa Rossa dell'Eni le petroliere salirebbero a 200-220 all'anno con un incremento medio vicino al 100%. Dato che il porto può ospitare tremila navi ogni anno, è chiaro che duecento petroliere sono veramente troppe per Taranto.


L'incidente è un campanello di allarme da ascoltare con attenzione. Occorre mettere al primo posto il mare, bene unico e vera ricchezza della città. Non possiamo continuare così, bisogna recuperare saggezza e senso del futuro.


Ecco perché ogni incremento del rischio a Taranto è da scongiurare. Questa città definita per legge "città ad alto rischio di crisi ambientale". Un altro sviluppo è possibile, un altro mare invece no.


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