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Sul voto a Taranto

La mia gente e' troppo mafiosa, troppo ignava o troppo rassegnata

Tenetevi il cancro, l'Ilva, la mafia, i vecchi partiti legati al potere, le cozze ormai immangiabili, il turismo ridotto ai minimi termini, le speranze di sviluppo, di vita e di futuro azzerate dal ricatto industriale, tenetevi tutto lo schifo che non riuscite a scrollarvi di dosso
9 maggio 2012

Il figlio del pregiudicato Cito ha preso più voti degli ambientalisti. Sono contento di aver preso la residenza a Bologna, la mia gente e' troppo mafiosa, troppo ignava o troppo rassegnata, io me ne sono andato, tenetevi il cancro, l'Ilva, la mafia, i vecchi partiti legati al potere, le cozze ormai immangiabili, il turismo ridotto ai minimi termini, le speranze di sviluppo, di vita e di futuro azzerate dal ricatto industriale, tenetevi tutto lo schifo che non riuscite a scrollarvi di dosso per incapacita' o connivenza, mi dispiace solo per i miei amici e parenti che devono subire le conseguenze delle vostre scelte irresponsabili e scellerate... se nelle urne a conti fatti il peso politico dell'imbroglio e del familismo amorale del clan Cito sara' paragonabile col peso politico dell'impegno espresso negli ultimi 20 anni da comitati, movimenti, associazioni, ecopacifisti e semplici cittadini, allora non c'e' piu' un popolo per cui lottare, ognuno per se' e buona fortuna a tutti con la lotteria dei tumori. Io pero' non prendero' il biglietto per parteciparvi.

La mia rabbia nasce dalla grande stima che provo per chi ha lottato per questa citta', dal fatto che con Sandro Marescotti ho condiviso a distanza tante amarezze, tante battaglie, la fatica delle denunce penali, degli insulti e delle minacce legali e fisiche che lo hanno raggiunto. Che la citta' risponda a questo impegno con una chiusura reazionaria verso l'erede politico di un pregiudicato per concorso esterno in associazione mafiosa mi sembra profondamente ingiusto, uno schiaffo in faccia all'onesta' e all'impegno civile. E allora se una citta' non da' spazio a chi cerca di difendere il bene comune, non so proprio quali siano le conseguenze da trarre, e la sensazione e' quella di vedere gente che cerca di tappare col sughero i buchi di una diga che crolla, mentre altri se ne approfittano e allargano le fessure col piccone per riempire le proprie taniche d'acqua senza pensare che la catastrofe colpira' anche loro. Io in una situazione cosi' non so che altro fare se non togliermi da sotto la diga.

So bene che ci sara' una Taranto che continuera' a lottare, ma mi chiedo quanto sia giusto che il rimanente 85% della citta' continui a farsi gli affaracci suoi, ragionando in maniera miope e ignorante, mi chiedo quanto l'85% di ignavia meriti quel 15% di gente che ragiona su un futuro diverso. Forse il destino di chi ama Taranto di cuore e' quello di ricevere sempre schiaffi in faccia da questa citta', che gira le spalle a chi vuole salvarla, mentre si vende a chi la tratta come una puttana e la compra senza volerle bene.

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