Richiesta di risarcimento all'Ilva di Taranto
Verso la sintesi fra l’azione di Russo e quella del Comune
RISARCIMENTO ILVA: PASSI IMPORTANTI
L’incarico del Comune di Taranto all’avvocato Buccoliero è finalizzato a far propria l’iniziativa popolare, che richiede al siderurgico 4 miliardi di euro in via equitativa per ogni ente interessato, coerentemente alle azioni già avviate da Palazzo di Città. A giugno la prima udienza e, mentre Statte tace, la Provincia potrebbe cambiare idea...
La questione risarcimento Ilva in virtù della condanna in Cassazione dei vertici del siderurgico, avvenuta nel 2005, è a un bivio. Lo è soprattutto per ciò che concerne la volontà del Comune di Taranto. La scorsa settimana il dirigente dell’ufficio avvocatura e affari legali del Comune di Taranto, Alessandro De Roma, ha firmato una determina che da una scossa alla vicenda dopo mesi di tentennamenti e di ambigui silenzi da parte dell’organo politico che amministra Palazzo di Città (in primis del sindaco Stefàno). Un passaggio tecnico, nulla più, ma dalla valenza non trascurabile. Con la determina 377 il Comune ha affidato all’avvocato Angela Maria Buccoliero l’incarico di vagliare come l’ente civico possa inserirsi nell’azione popolare promossa da Nicola Russo. Il responsabile di Taranto Futura, lo scorso 17 febbraio, avviò l’azione legale, dinanzi al tribunale di Taranto, chiedendo al giudice di condannare Emilio Riva e Luigi Capogrosso, rispettivamente amministratore delegato e legale rappresentante dello stabilimento Ilva spa negli anni presi in considerazione dalla condanna del 2005, al risarcimento dei danni subìti dai comuni di Taranto, di Statte e dalla Provincia di Taranto nella misura equitativa di 4 miliardi di euro (ad ente). Nessuna super perizia di parte sul banco del giudice quindi: Russo lasciò al magistrato il compito di indicare la cifra esatta del risarcimento affidandosi eventualmente a esperti indicati dalla stessa Procura. Il compito dell’avvocato Buccoliero adesso è quello di valutare se tale procedimento possa essere inglobato con quello già avviato dall’ente con i provvedimenti dirigenziali 358 e 418 del 2010 attraverso i quali il Comune pose le basi per una ‘autonoma’ richiesta di risarcimento in sede civile. Il percorso che intraprese il Comune fu dettato da un ordine del giorno che, su proposta e pressione del consigliere Mario Laruccia, fu approvato all’unanimità dallo scorso Consiglio Comunale. L’amministrazione, poi, dette mandato ad un esperto per la quantificazione del danno e della relativa richiesta economica. Da allora le dichiarazioni pubbliche del Sindaco sono diventate evasive. E’ giunto ad affermare addirittura che la richiesta risarcitoria è stata superata dalla nuova inchiesta della magistratura per disastro ambientale. “Chiederemo un risarcimento alla fine di quel procedimento”, ha affermato Stefàno la scorso giovedì in occasione della conferenza stampa sulla sanità promossa dal Pd. Lo stesso giorno in cui De Roma ha firmato la determina. Più passa il tempo, dunque, e più Ippazio Stefàno appare confuso quando affronta questa tematica. Ciò che è evidente però è il tempo perso. Dopo aver dichiarato di voler procedere in via civile a fine ottobre del 2010, ed aver affidato l’incarico per la perizia, è passato un anno e mezzo di assoluto silenzio amministrativo. Fino allo scorso 17 maggio ed alla firma del dirigente. Viene da pensare che l’Ente si sia mosso ora con urgenza perché la prima udienza dell’azione popolare è prevista per il mese prossimo. Attendere quel giorno senza che il Comune avesse quantomeno espresso una posizione avrebbe rappresentato un silenzio difficile da spiegare a chi guarda a Palazzo di Città per ottenere giustizia. In pochi giorni, adesso, l’avvocato Buccoliero dovrà valutare l’ipotesi di sintesi tra le due iniziative che hanno, lo ricordiamo, lo stesso obiettivo: chiedere il risarcimento all’Ilva. Probabilmente il Comune, inserendosi nel procedimento in sostituzione di Nicola Russo, così come prevede la legge, ingloberà la perizia tecnica che da tempo a Palazzo di Città dicono essere pronta ma che non è stata ancora depositata (o perlomeno non ne è stata data notizia). I quattro miliardi richiesti in forma equitativa, dunque, potrebbero lasciare spazio ad una richiesta più circostanziata. Nel concreto non dovrebbe cambiare molto in quanto l’ultima parola comunque spetterà al giudice e, dunque, ad esperti nominati dalla Procura. A Nicola Russo un merito: quello di aver ‘costretto’ con la sua azione il Comune di Taranto a prendere una posizione, ad uscire allo scoperto senza continuare a rimandare. Non si hanno notizie invece riguardo a cosa voglia fare Angelo Miccoli, il sindaco di Statte. Per quanto riguarda Gianni Florido, invece, bisogna ricordare che a fine 2010, quando fu bloccata la prescrizione, affermò che non avrebbe proceduto con la quantificazione del danno e la causa civile. “Non voglio privare chi verrà dopo di me di uno strumento utile nel rapporto con l’Ilva. Nello stesso tempo procedere ora credo che sarebbe un errore”, affermò il Presidente della Provincia. Anche lui però è chiamato ad esprimersi sull’iniziativa popolare avviata dal responsabile di Taranto Futura (anche il silenzio avrebbe un suo significato). E non è detto che, dopo le ultime vicissitudini relative al siderurgico (non ultima la realizzazione da parte della Procura dell’indagine epidemiologica), non sia cambiato il parare dell’esponente del Pd e della sua giunta. Di sicuro sia lui che i due sindaci verranno ricordati soprattutto per l’approccio che mostreranno rispetto a questa vicenda. Stefàno un passo importante pare l’abbia fatto (nonostante le dichiarazioni poco chiare). Gli altri due sono attesi al vaglio. L’elettore li guarda.
Gianluca Coviello
g.coviello@tarantooggi.it
24/5/2012 Taranto Oggi
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