«Morti bianche». Rinvio a giudizio choc per i vertici dell’Ilva
Disastro colposo, omissione dolosa di cautele sul luogo di lavoro e omicidio colposo. Il giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Tommasino ha rinviato a giudizio 28 persone, tra attuali ed ex dirigenti dello stabilimento siderurgico Italsider-Ilva, finiti sotto inchiesta per la morte di quindici operai, deceduti dal 2004 al 2010 per malattia professionale. A comparire il prossimo 3 ottobre dinanzi il giudice monocratico Massimo De Michele saranno il patron Emilio Riva, suo figlio Fabio, il direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso e poi coloro i quali hanno traghettato l’acciaio di stato nelle mani della famiglia Riva dal 1975 al 1995, anno della privatizzazione, compresi personaggi noti come Giorgio Zappa, già direttore generale di Finmeccanica, in forza all’Ilva dal 1988 al 1993 quale vice prima e direttore generale poi.
Tutti gli imputati avrebbero secondo la pubblica accusa omesso, nei rispettivi ruoli, di «adottare cautele necessarie a tutelare l’integrità fisica degli operai, di realizzare sistemi di abbattimento delle polveri-fibre contenenti amianto, di far eseguire in luoghi separati le lavorazioni a rischio amianto, unitamente ad altre adeguate misure di prevenzione ambientali e personali per ridurre la concentrazione e la diffusione delle polveri-fibre di amianto generatesi durante le lavorazioni».
Sarebbe stata violata in questo modo «la specifica normativa a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro», cagionando il «disastro costituito dall’insorg enza di malattie tumorali nei lavoratori dello stabilimento, e nello specifico, la conseguente morte dei lavoratori, tutti deceduti per aver contratto patologie correlabili con l’esposizione professionale all’amianto come il mesotelioma pleurico, il mesiotelioma peritoneale e il carcinoma polmonare».
Per quanto riguarda i due rappresentanti della famiglia Riva, proprietaria ormai dal 1995 dell’acciaieria, sono due le morti oggetto dell’inchiesta. Nel processo si sono costituiti parte civile i familiari della 15 vittime, la Fiom, l’Inail e l’associazione Controamianto. Agli atti del processo, che inizierà il prossimo 3 ottobre, ci sarà anche la perizia epidemiologica sull’Ilva redatta dai consulenti del gip Patrizia Todisco nell’ambito dell’inchiesta che vede indagati i vertici dell’Ilva per disastro ambientale doloso e altri gravi reati.
Ilva, quindici operai morti per l'amianto
a processo Riva con altri 28 dirigenti
I decessi dal 2004 al 2010 per malattia professionale. Per tutti gli imputati è stato ipotizzato il disastro colposo e l'omissione dolosa di cautele sul luogo di lavoro
http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/06/15/news/ilva_quindici_operai_morti_per_l_amiato_a_processo_riva_con_altri_28_dirigenti-37268762/
Articoli correlati
- Comunicato dell'Associazione Culturale Pediatri
Amianto, Pediatri: “Almeno 350mila bambini ancora esposti, anche in classe"
L’Associazione Culturale Pediatri (ACP) sottopone alla attenzione della politica il rischio tuttora esistente legato alla presenza dell’amianto nelle scuole italiane. Rischio che espone, dai dati dell’ONU, circa 350mila bambini e 50mila docenti nel nostro Paese.7 gennaio 2022 - Un nuovo libro di Marino Ruzzenenti
I veleni negati: il caso Caffaro di Brescia
Lo scandalo dell'inquinamento da PCB e diossine a Brescia dovuto all'industria chimica è l'emblema dell'incuria generale rispetto ai siti di interesse nazionale. Si constata inoltre la pressoché assenza del tema delle bonifiche nel Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza del Governo Draghi17 novembre 2021 - Redazione PeaceLink - Tutto comincia il 27 febbraio 2008 e così prendono avvio le indagini di "Ambiente Svenduto"
La diossina nel pecorino
Il formaggio era prodotto da un pastore che pascolava vicino all'ILVA. Viene consegnato, a spese di PeaceLink, in un laboratorio di analisi di Lecce. "Diteci quello che c'è dentro". Qualche giorno dopo arriva una telefonata allarmata dal laboratorio: "C'è la diossina".Repubblica - Aumenta anche il rischio di malformazioni congenite
Gli interferenti tiroidei e la compromissione nello sviluppo intellettuale e fisico del feto
Nel gruppo degli interferenti tiroidei rientrano pesticidi organofosforici, bisfenolo A, ftalati, PCB e diossine; questi ultimi possono oltrepassare la barriera placentare. Alcune sostanze possono avere potenziali effetti teratogeni sulla progenie e alterare lo sviluppo neurocomportamentale.Istituto Superiore della Sanità
Sociale.network