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Ilva, sta assumendo sempre più i connotati di una polveriera sociale che può esplodere da un momento all’altro

Vendola: «Non ci sono soldi, la situazione è esplosiva»

Impianti che funzionano a singhiozzo con rischi per la sicurezza, cancelli d’ingresso presidiati dai lavoratori, scioperi ad oltranza proclamati da un paio di sigle sindacali e Prefettura allertata per la tensione che sta arrivando alle stelle, tanto da ipotizzare la precettazione di gruppi di maestranze
18 gennaio 2013
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno - 18 gennaio 2013

Impianti che funzionano a singhiozzo con rischi per la sicurezza, cancelli d’ingresso presidiati dai lavoratori, scioperi ad oltranza proclamati da un paio di sigle sindacali e Prefettura allertata per la tensione che sta arrivando alle stelle, tanto da ipotizzare la precettazione di gruppi di maestranze: Taranto, per la vicenda Ilva, sta assumendo sempre più i connotati di una polveriera sociale che può esplodere da un momento all’altro. E’ questo probabilmente il motivo per il quale il sottosegretario alle presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ha convocato per stasera in tutta fretta un vertice a Palazzo Chigi. Foto dal titolo "Il cancro della mia città"

 Insieme al premier Mario Monti ci saranno i ministri degli Interni, dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, i segretari nazionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, e il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante. Prevista anche la presenza di esponenti della Regione Puglia e degli enti locali. Che la situazione dell’Ilva sia diventata esplosiva lo ha sottolineato, prima del vertice, il governatore pugliese Nichi Vendola. 


"Ho detto a Monti – ha dichiarato ai cronisti – che c'era la necessità di fare il punto perchè non credo che si debba aspettare che scoppi l'incendio per chiamare i pompieri. Ci sono 12 mila stipendi da pagare e non ci sono i soldi". Vendola ha definito poi "indispensabile" che la Corte Costituzionale valuti quanto prima l’ammissibilità del ricorso presentato dalla Procura della Repubblica che solleva il conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato sulla legge 231 del dicembre 2012. L’udienza è stata già fissata per il 13 febbraio.


La giornata convulsa è iniziata di buon'ora con i presidi dinanzi ai cancelli dello stabilimento, in particolare all’ingresso della portineria C dalla quale accedono le merci, mentre un gruppo di operai ha trascorso la notte nella sede del consiglio di fabbrica. Lo sciopero ad oltranza proclamato sin dalle 14 di ieri dalla Fim Cisl ha cominciato a provocare le prime ripercussioni: fermi gli approvvigionamenti delle Acciaierie 1 e 2 e dell’Altoforno 5; alla stessa sorte è destinato, per 48 ore, l’Altoforno 4. 

E alla linea dura dei 'cislinì si è aggiunta poche ore dopo l’Unione sindacale di Base (Usb), chiedendo, tra l’altro, una legge speciale per Taranto e i suoi lavoratori. Situazione diventata incandescente che ha costretto all’ora di pranzo il Prefetto, Claudio Sammartino, a convocare d’urgenza una riunione del Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico, allargata a sindacati e vertici Ilva. Si è deciso un monitoraggio costante della situazione degli impianti, ma la prosecuzione degli scioperi potrebbe creare problemi di copertura delle 'comandatè, cioè dei gruppi di lavoratori addetti alla sicurezza degli impianti stessi. 

Linea dura della Fim non condivisa da Fiom e Uilm, che hanno ribadito l’importanza dell’incontro con Ferrante del prossimo 22 gennaio e dell’arrivo a Taranto, il giorno dopo, del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, insieme al Garante per l’attuazione dell’Aia e al Commissario per la bonifica dell’area ionica. Lo stesso Clini, in una riunione odierna del Consiglio dei ministri, ha confermato "l'impegno per la piena attuazione della legge 231 del 24 dicembre per accelerare il risanamento ambientale" dell’Ilva.


A scendere in campo sulla vicenda Ilva sono stati, a questo punto, anche i leader dei sindacati. "Vorremmo dire al governo - ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso – preparate la linea di uscita perchè, se l’azienda non rispetta i suoi impegni, noi riproporremo il tema che l’impianto di Taranto è troppo importante per poter semplicemente lasciare ad una famiglia la decisione sulla siderurgia italiana". Anche per Luigi Angeletti (Uil) "la situazione dell’Ilva sta precipitando" e "allo stato, le probabilità di una catastrofe occupazionale ed economica stanno crescendo".


Resta da capire se la gente di Taranto accetterà che nel suo futuro ci sia ancora l’Ilva. Una prima indicazione si potrà avere fra tre mesi perchè il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, dopo aver ricevuto il parere del Comitato dei garanti, ha fissato per il 14 aprile prossimo il referendum consultivo sulla chiusura totale o parziale dell’Ilva, proposto nel 2007 dal Comitato 'Taranto Futurà e già oggetto di ricorso in sede di giustizia amministrativa. 

Si moltiplicano, intanto, le iniziative giudiziarie contro l’Ilva per i danni alla salute causati dall’inquinamento. Gli eredi di un ex operaio dell’Ilva e di un vivaista che lavorava nei pressi dei nastri trasportatori del siderurgico hanno depositato alla Procura di Taranto una istanza con la quale si chiede il sequestro conservativo delle quote societarie (10,62% del capitale sociale) detenute dal gruppo Riva con la società Riva Fire nell’Alitalia.


VENDOLA,SITUAZIONE ESPLOSIVA MANCANO SOLDI PER STIPENDI
“Ho detto a Monti che c'era la necessità di fare il punto perchè non credo che si debba aspettare che scoppi l’incendio per chiamare i pompieri. Ci sono 12 mila stipendi da pagare e non ci sono i soldi”. Nichi Vendola motiva così, conversando con i cronisti alla Camera, la richiesta al premier di convocare un vertice d’urgenza sull'Ilva di Taranto.

ANGELETTI, SITUAZIONE PRECIPITA, RISCHIO CATASTROFE
“La situazione dell’Ilva sta precipitando. Le preoccupazioni espresse dal Presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, purtroppo sono fondate. Allo stato, le probabilità di una catastrofe occupazionale ed economica stanno crescendo”. Così il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. Che aggiunge: “Speriamo che l’incontro di stasera, convocato d’urgenza a Palazzo Chigi, possa porre le premesse per un cambiamento di rotta: ce n'è l’assoluta necessità non solo per i lavoratori e i cittadini di Taranto, ma anche per il Paese.

 

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