Le aule della sede tarantina dell'Università di Taranto e Bari sono state dedicate alle vittime della mafia e del lavoro
<<Sono qui per Giambattista Tedesco che era capo della vigilanza dell'Italsider e che denunziò il modo in cui la criminalità organizzata (SCU Sacra Corona Unita) derubava l'azienda. Sono qui per Renata Fonte. Sono qui per Antonio Montinaro che scortava il giudice Falcone e che morì con lui nel 1992.>>
Don Luigi Ciotti, visibilmente emozionato, ha iniziato così il suo intervento nella facoltà di Giurisprudenza di Taranto, subito dopo i saluti delle autorità locali e dei referenti dell'Università di Bari e Taranto in occasione dell'evento finalizzato a dedicare le aule della sede tarantina alle vittime della mafia e del lavoro.
Ecco il video dell'intervento di don Luigi Ciotti all'Università di Taranto il 6 maggio 2013.
http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/8124
Don Ciotti ha poi insistito sull'importanza della memoria, della conoscenza, della responsabilità, della democrazia e dell'unione. Ho cercato di restituire le sue parole, trascritte quasi alla lettera.
<<Abbiamo bisogno di parole di carne, di vita e non di parole vuote. Il settanta per cento delle vittime di mafia non conosce la verità.
Non si costruisce la giustizia senza verità.

Abbiamo quindi il dovere di conservare la memoria.
Le storie di Giambattista Tedesco, di Renata Fonte, di Antonio Montinaro parlano!
Raccontano e tocca a noi ascoltare la memoria che agisce nel presente e nel futuro.>>
Don Ciotti ha continuato: <<Parlo di memoria e non di ricordo perché il ricordo rimane nel passato, mentre la memoria è dentro di noi, con noi. E' come siamo e come saremo.
Il miglior modo per fare memoria è fare di più tutti e la memoria diventa un'assunzione di responsabilità.
Quando le parole sono serie e documentate, allora non bisogna aver paura di dirle.>>
Ha inoltre ringraziato l'università di Bari e di Taranto per aver scelto di dedicare le aule alle vittime del lavoro e delle mafie e perché è il luogo della cultura, sottolineando il legame tra la conoscenza e la responsabilità.
<<Conoscere per essere più responsabili!
Conoscenza e responsabilità, ma dobbiamo togliere la congiunzione:
non c'è conoscenza e responsabilità, ma la CONOSCENZA è RESPONSABILITA'!>>
Alcune aule saranno dedicate alle vittime del lavoro perché non si può morire per lavorare!
Il terzo passaggio sottolineato dall'appasionato relatore è stato la democrazia: <<la democrazia ci offre due grandi doni: la giustizia e la dignità umana, ma la democrazia non starà mai in piedi se non ci sarà la terza gamba che la sorregge, la responsabilità che chiediamo allo Stato, alle istituzioni, alla politica ma è quella che dobbiamo chiedere soprattutto a noi stessi.>>
Importante è il forte richiamo alla responsabilità di ciascuno e l'invito a non addossare sempre alle istituzioni, alla politica e agli altri tutte le responsabilità:
<<Per favore, non chiediamo sempre e solo agli altri di essere responsabili, ma cominciamo a chiederlo a noi stessi, cominciamo a guardarci dentro. Il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi. La spina dorsale della democrazia è la responsabilità.>>
La democrazia chiama in causa la costituzione che contiene le regole del vivere comune ed è alla base della cittadinanza. Dobbiamo farla diventare cultura e costume.
A parere di don Ciotti, il primo testo anti mafia è la costituzione italiana! Il primo codice per la politica è proprio la costituzione italiana fino al punto che i vari codici etici che vengono proposti sembrano inutili. Ne deriva che proprio l'università e la facoltà di Giurisprudenza, in particolare, siano luoghi molto importanti per la formazione dei giovani.
I luoghi dove si può <<sconfiggere il peccato del sapere, cioè il sapere di seconda mano, quello per sentito dire. Abbiamo bisogno di profondità, di conoscenza per assumere più responsbilità, per vivere di più la nostra democrazia.>>
La democrazia e la costituzione sono due modi per dire cittadinanza.
Non si può essere cittadini ad intermittenza!
Come cittadini non possiamo solo commuoverci per le tragedie della mafia o del lavoro, ma siamo chiamati ad agire per impedire che si ripetano, educare ed educarsi reciprocamente, diventare corresponsabili. Infatti cittadinanza vuol dire corresponsabilità.
L'altro passaggio centrale nella riflessione di don Ciotti è stato quello secondo cui solo unendo le forze, la richiesta di cambiamento diventa forza di cambiamento.
<<No basta dire no alla mafia, alle morti bianche, alla corruzione, all'ingiustizia, all'inquinamento.
Bisogna trasformare quei NO in NOI.>>
https://admin.peacelink.it/articles/article.php?w=topics&id=26418
Giambattista Tedesco, capo della Vigilanza Italsider ucciso nel 1989 dalla Sacra Corona Unita
http://www.youtube.com/watch?v=o219olxtcZk
Renata Fonte, Assessore alla cultura ed alla pubblica istruzione del comune di Nardò e uccisa da tre sicari nel 1984
http://it.wikipedia.org/wiki/Renata_Fonte
Antonio Montinaro, morto a Capaci mentre scortava il giudice Falcone
http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Montinaro
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