“Sarà stato un incidente rilevante”?
Questa mattina, presso il Tribunale di Taranto, un gruppo di 40 cittadini, estranei ad appartenenze politiche e/o sindacali, assistiti dall'avv. Leonardo La Porta, ha depositato un esposto per chiedere alla Procura di indagare sul “blackout” che ha interessato l'Eni lo scorso 8 luglio.

Si teme che, oltre agli sversamenti in mare tra l’altro ben documentati da foto e video, sia stato immesso nell’atmosfera idrogeno solforato, altamente tossico e nocivo, caratterizzato dal riconoscibile odore di "uova marce".
Poichè, come si è appreso dalla stampa di quei giorni, come lo stesso Sindaco Stefàno e l'ASL tarantina hanno affermato, alcuni cittadini sarebbero stati ricoverati presso i locali nosocomi; la maggiore preoccupazione è che, a seguito del blackout, sia accaduto un incidente rilevante.
Per incidente rilevante si intende un episodio che comporti il ricovero ospedaliero di almeno una persona per un periodo pari o superiore alle 24 ore.
L'Eni ha respinto a più riprese qualsiasi responsabilità, nonostante l'Arpa Puglia, nella persona del Direttore Regionale Assennato, abbia ad essa attribuito la causa delle "emissioni odorigene" avvertite e denunciate dalla popolazione.
Come ben spiega l'avvocato, i cittadini di Taranto si chiedono se si sia trattato di un cosiddetto "incidente rilevante" e, qualora lo fosse stato, come mai non sia scattato il PEE (Piano di Emergenza Esterno) e tutte le misure conseguenti previste dalla legge in casi analoghi, tese ad evitare che episodi del genere si possano, nuovamente, ripetere.
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