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PeaceLink chiede il fermo degli impianti ILVA non a norma

PeaceLink ha fatto proprie e ha inviato all’autorità competente tutte le osservazioni dei Custodi Giudiziari contenute nell'ultimo provvedimento del GIP Patrizia Todisco del 5 novembre 2013
12 novembre 2013
Alessandro Marescotti (Presidente di Peacelink)

PeaceLink ha inviato al Commissario Bondi le proprie osservazioni al nuovo Piano dell’ILVA che dovrebbe rimodulare (in peggio) la tempistica dell’AIA.

La novità è che PeaceLink ha fatto proprie e ha inviato all’autorità competente tutte le osservazioni dei Custodi Giudiziari contenute nell'ultimo provvedimento del GIP Patrizia Todisco del 5 novembre 2013 nel quale si sottolinea come allo stato attuale vi sono le condizioni per un fermo degli impianti dell’area a caldo ILVA non a norma.

Le osservazioni del Custodi Giudiziari, guidati dall’ingegnere Barbara Valenzano, dovranno pertanto essere obbligatoriamente valutate dagli esperti e dal sub commissario Ronchi.

Fra le osservazioni inviate da PeaceLink a Roma vi è la “violazione direttiva europea 75/2010 UE per mancata applicazione delle sanzioni“. Abbiamo scritto: “Il Piano prevede una sanatoria per tutte le prescrizioni non rispettate e questa è una violazione dell'articolo 8 della direttiva 75/2010 UE che prevede la “sospensione dell'esercizio dell'impianto” in caso di “pericolo immediato per la salute umana””.

Oggi PeaceLink invierà le proprie osservazioni anche alla Procura della Repubblica e alla Commissione Europea in quanto il nuovo Piano è destinato concedere inaccettabili deroghe e proroghe all’azienda, e quindi a peggiorare ulteriormente la situazione esistente.

E’ inoltre evidentissimo - ad un’attenta lettura del Piano - che si tenta di ri-autorizzare impianti non dotati di sistema di trattamento delle acque di prima pioggia, obbligatorio per legge.

Siamo quindi in presenza di una procedura anomala volta a far proseguire attività e impianti attualmente non in possesso dei requisiti. Su questo riteniamo opportuno che faccia piena luce la magistratura e che ne sia informata anche la Commissione Europea che ha avviato una procedura di infrazione nei confronti del Governo Italiano.

A tali evidenti anomalie si associa la preoccupazione dell’opinione pubblica sulla qualità dell‘aria di Taranto.

Le rilevazioni sia di PeaceLink sia dell’Arpa registrano infatti una elevata concentrazione di IPA (idrocarburi policiclici aromatici) nell’aria di Taranto, il che ha destato grande attenzione nella popolazione in quanto alcuni composti degli IPA sono stati identificati come cancerogeni, mutageni e teratogeni.

In situazione di calma di vento si sono registrati valori di IPA che sono arrivati anche a superare i 180 nanogrammi per metro cubo (una concentrazione riscontrabile al tubo di scappamento di una vecchia aiuto a benzina), un valore inaccettabile che indica il persistere di gravi problematiche ambientali irrisolte. 

I controlli degli IPA effettuati da Peacelink con l'analizzatore portatile dei valori di IPA saranno ulteriormente estesi. Infatti si evidenziano situazioni di qualità dell‘aria non buona. Le dichiarazioni sulla “eccellente” qualità dell‘aria a Taranto sono smentire dal perdurare di elevate concentrazioni di IPA quando c‘è calma di vento o quando il vento proviene dall‘area industriale.

Peacelink ha inviato una comunicazione ad Arpa Puglia chiedendo di sapere se anche la strumentazione dell'Agenzia regionale di protezione ambientale (identica rispetto a quella in possesso di PeaceLink) abbia riscontrato valori così elevati di IPA. Già tuttavia giungono indirette conferme dalla recente relazione del dott. Roberto Giua sulla qualità dell’aria nel quartiere Tamburi. Essa include infatti un eloquente diagramma con l’andamento degli IPA nel quartiere Tamburi. Dalla sua lettura appare evidente come nelle ultime settimane le elevate concentrazioni di IPA non siano inferiori rispetto a quelle degli IPA nel periodo 2009-2010, anni in cui si registrò un’elevata concentrazione di benzo(a)pirene (che è un componente degli IPA stessi).

Negli ultimi giorni in particolare PeaceLink ed i suoi esponenti hanno ricevuto numerose fotografie, video, telefonate da parte di cittadini ed operai che documentavano il verificare continuo di episodi di inquinamento industriale legato alla non attuazione dell’AIA, con visibilissime emissioni non convogliate.

Antonia Battaglia, nella suo contatto continuo con la Commissione Europea, presenterà al Commissario all'Ambiente Janez Potocnik anche questi dati e documenti affinché nell'indagine in corso nell'ambito della procedura di infrazione aperta il 26 settembre scorso contro l'Italia vengano prese in considerate le gravissime mancanze e l'inspiegabile silenzio delle istituzioni rispetto alla situazione in cui versa a presente la città di Taranto.  PeaceLink in particolare fa appello al Prefetto perché faccia eseguire la legge applicando - dopo l’ultima relazione dell’ISPRA - le sanzioni per persistente mancato rispetto delle prescrizioni, come già il Garante AIA aveva richiesto.

Il perdurare di questa grottesca situazione all’italiana - in assenza di dati che smentiscono gli esiti della perizia epidemiologica commissionata dal GIP - desta nella popolazione grande preoccupazione. E provoca indignazione il fatto che si conceda all’ILVA ulteriore tempo per prolungare questa situazione anomala come se il non rispetto delle prescrizioni non abbia alcun rapporto con lo stato di salute della popolazione. Attualmente gli impianti dell’area a caldo, posti sotto sequestro dall’Autorità Giudiziaria e non risanati con gli interventi previsti dall’AIA, vanno fermati in applicazione del Principio di Precauzione oltre che della normativa italiana ed europea.

 

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