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Bambini, Taranto, vita: le parole chiave che fanno a pugni

Se da una parte c’è chi sta cercando un futuro per l’Ilva, dall’altra c’è chi sta cercando un futuro per Taranto
13 gennaio 2016
Cristina Sgobio

“I bambini di Taranto vogliono vivere”. Questa la scritta su un cartello pubblicitario in viale Magna Grecia.
Cornice di queste parole, i fumi notturni dell’Ilva.
Artefici del cartello, i genitori stanchi di non poter tutelare la salute dei propri figli.
Protagonisti, i bambini, Taranto, appunto, la vita.

Il cartello in viale Magna Grecia E mentre da una parte c’è chi continua a sbraitare contro la crisi esistenziale che attanaglia la città, dall’altra c’è chi approva un decreto legge sulla vendita dell’Ilva.
E forse non c’era giorno migliore per affiggere questo grande cartello, con queste “grandi” parole, con questa “grande” immagine. Così, se da una parte c’è chi sta cercando un futuro per l’Ilva, dall’altra c’è chi sta cercando un futuro per Taranto. E decide di usare un nuovo strumento, uno strumento che si staglia nella città, che rapisce gli sguardi di chi passa e che scoppia nel web: un “messaggio promozionale”. Proprio così, i genitori di Taranto ricorrono anche a questo pur di salvaguardare la vita dei loro bambini. Comprano spazi pubblicitari.

Perché anche a Taranto i bambini hanno il diritto di giocare per strada e nelle aiuole, anche se vivono ai Tamburi.
Perché anche a Taranto i bambini hanno il diritto di nascere e, se nascono, di essere sani.
Perché anche a Taranto i bambini hanno il diritto di crescere.
Perché anche a Taranto i bambini hanno il diritto di andare a scuola, non in ospedale.
Perché anche a Taranto i bambini hanno il diritto di sognare il proprio futuro, senza pensare solo al presente.
Perché anche a Taranto i bambini hanno il diritto di ridere.
Perché anche a Taranto bambini e genitori hanno il diritto di vivere.

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