Ambiente: domani Consiglio comunale a Taranto, città preoccupata
A ciò si aggiunga che una larga fascia di cittadini è rimasta scossa da due decessi per tumore verificatisi recentemente e attribuiti all’inquinamento. Quello di una bambina di 5 anni, Marzia, che aveva già perso il cuginetto di 11 anni fa sempre per una grave patologia, e quello di una donna di 53 anni, Annapia, residente nel rione Tamburi, la quale anni fa, in una intervista televisiva divenuta poi virale sui social, indicava come il quartiere fosse flagellato della polveri minerali che il vento trasportava dal siderurgico. La situazione ambientale dell’ex Ilva a Taranto si intreccia infatti strettamente col tema della difesa della salute, come ha anche evidenziato una partecipata fiaccolata svoltasi la sera dello scorso 25 febbraio per ricordare tutte le piccole vittime dell’inquinamento.A giorni, intanto, il sindaco di Taranto attende il nuovo responso da parte di Ispra e Arpa Puglia sulla situazione delle collinette ecologiche, che la stessa Arpa e i Carabinieri del Noe hanno scoperto essere piene di sostanze inquinanti. Sulla base di ciò che diranno le nuove analisi, il sindaco disporrà o meno la riapertura delle scuole Deledda e De Carolis, visto che l’ordinanza di chiusura è prossima alla scadenza. Mentre per proteggere meglio la popolazione scolastica, il commissario di Governo per la bonifica di Taranto, Vera Corbelli, ha lanciato una gara d’appalto per l’installazione negli edifici scolastici del rione Tamburi di impianti di ventilazione meccanica. Per il sindaco Melucci, la tutela della salute dei cittadini rispetto all’inquinamento dell’ex Ilva è diventata un punto sempre più imprescindibile. Il sindaco ha detto che il futuro dell’acciaio a Taranto non può che essere sostenibile ambientalmente e quindi decarbonizzato, ovvero senza l’uso del coke. Inoltre, il sindaco ha anche detto che, se dall’analisi sull’impatto sanitario dovessero emergere ancora dei rischi per la popolazione, ci si dovrà porre il problema della chiusura dell’area a caldo del siderurgico, quella che il gip sequestrò nel 2012 e che è la parte più impattante ambientalmente (costituisce più del 50 per cento dello stabilimento che oggi occupa circa 8200 addetti). Alle accuse che le sono piovute, Arcelor Mittal, subentrata dall’1 novembre all’Ilva in amministrazione straordinaria, ha risposto dicendo di essere in regola con le emissioni, di aver rispettato le scadenze di fine 2018 delle misure ambientali e di non aver incrementato la produzione di acciaio a Taranto, tantomeno quella delle cokerie. (AGI)
TA1/PGI
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