Taranto Sociale

A Palazzo di Città è previsto anche un presidio di cittadini ed associazioni ambientaliste

Ambiente: domani Consiglio comunale a Taranto, città preoccupata

Una larga fascia di cittadini è scossa da due recenti decessi per tumore attribuiti all’inquinamento. Quello di una bambina di 5 anni, Marzia e quello di una donna di 53 anni, Annapia, residente nel quartiere Tamburi, flagellato della polveri minerali che il vento trasporta dal siderurgico.
24 marzo 2019
AGI

Municipio di Taranto

(AGI) - Taranto, 24 mar. - Il Consiglio comunale di Taranto si riunisce domattina in seduta monotematica sull’ambiente a seguito del nuovo allarme sull’inquinamento ex Ilva, ora Arcelor Mittal. A Palazzo di Città è previsto anche un presidio di cittadini ed associazioni ambientaliste. La convocazione del Consiglio coincide con un momento delicato per la vita della fabbrica. L’ex Ilva è infatti sul banco degli accusati a causa della risalita, negli ultimi mesi, di una serie di inquinanti (tra i quali la diossina), anche se l’Arpa Puglia, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente della Regione Puglia, ha già chiarito in varie sedi che tutti i parametri rilevati sono ancora nei limiti fissati dalle norme. Tuttavia l’attenzione in città è molto alta anche per il susseguirsi di una serie di fatti. Dallo scorso 2 marzo, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha chiuso due scuole del rione Tamburi (e trasferito provvisoriamente altrove i 708 alunni tra bambini e ragazzi) perché molto vicine alle collinette ecologiche del siderurgico che a febbraio la Procura ha sequestrato per inquinamento. Lunedì scorso, inoltre, dopo un vertice che si era tenuto in Prefettura con Ispra e Arpa Puglia, il procuratore capo della Repubblica di Taranto, Carlo Maria Capristo, ha convocato una riunione a Palazzo di Giustizia con le varie parti interessate (tra cui Arcelor Mittal e Ilva in amministrazione straordinaria) ed ha annunciato che, da ora in poi, i programmi dei vari soggetti, pubblici e privati, impegnati a Taranto sul fronte ambientale saranno sotto la supervisione degli uffici della Procura. Questo anche perché la fabbrica dell’acciaio è ancora sotto sequestro dopo il relativo provvedimento che il gip firmò nell’estate 2012. 

A ciò si aggiunga che una larga fascia di cittadini è rimasta scossa da due decessi per tumore verificatisi recentemente e attribuiti all’inquinamento. Quello di una bambina di 5 anni, Marzia, che aveva già perso il cuginetto di 11 anni fa sempre per una grave patologia, e quello di una donna di 53 anni, Annapia, residente nel rione Tamburi, la quale anni fa, in una intervista televisiva divenuta poi virale sui social, indicava come il quartiere fosse flagellato della polveri minerali che il vento trasportava dal siderurgico. La situazione ambientale dell’ex Ilva a Taranto si intreccia infatti strettamente col tema della difesa della salute, come ha anche evidenziato una partecipata fiaccolata svoltasi la sera dello scorso 25 febbraio per ricordare tutte le piccole vittime dell’inquinamento.A giorni, intanto, il sindaco di Taranto attende il nuovo responso da parte di Ispra e Arpa Puglia sulla situazione delle collinette ecologiche, che la stessa Arpa e i Carabinieri del Noe hanno scoperto essere piene di sostanze inquinanti. Sulla base di ciò che diranno le nuove analisi, il sindaco disporrà o meno la riapertura delle scuole Deledda e De Carolis, visto che l’ordinanza di chiusura è prossima alla scadenza. Mentre per proteggere meglio la popolazione scolastica, il commissario di Governo per la bonifica di Taranto, Vera Corbelli, ha lanciato una gara d’appalto per l’installazione negli edifici scolastici del rione Tamburi di impianti di ventilazione meccanica. Per il sindaco Melucci, la tutela della salute dei cittadini rispetto all’inquinamento dell’ex Ilva è diventata un punto sempre più imprescindibile. Il sindaco ha detto che il futuro dell’acciaio a Taranto non può che essere sostenibile ambientalmente e quindi decarbonizzato, ovvero senza l’uso del coke. Inoltre, il sindaco ha anche detto che, se dall’analisi sull’impatto sanitario dovessero emergere ancora dei rischi per la popolazione, ci si dovrà porre il problema della chiusura dell’area a caldo del siderurgico, quella che il gip sequestrò nel 2012 e che è la parte più impattante ambientalmente (costituisce più del 50 per cento dello stabilimento che oggi occupa circa 8200 addetti). Alle accuse che le sono piovute, Arcelor Mittal, subentrata dall’1 novembre all’Ilva in amministrazione straordinaria, ha risposto dicendo di essere in regola con le emissioni, di aver rispettato le scadenze di fine 2018 delle misure ambientali e di non aver incrementato la produzione di acciaio a Taranto, tantomeno quella delle cokerie. (AGI)
TA1/PGI

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