L'ONU richiama il governo italiano alle sue responsabilità sullo stabilimento ILVA di Taranto
Sono le parole con cui l’ambientalista Alessandro Marescotti, di Peacelink, commenta l’ennesimo della serie di paradossi che stanno costellando le vicende di ex Ilva ora Acciaierie d’Italia.
La questione questa mattina è stata posta all’attenzione del prefetto di Taranto dal Comitato cittadino per la Salute e l’Ambiente.
“Oggi - ci spiega Marescotti- abbiamo incontrato il prefetto per tre ragioni, la prima per manifestargli tutta la nostra totale contrarietà a un’accelerazione del ritmo della produzione del carbon coke, relativamente alla richiesta fatta dall’azienda al ministero della Transizione ecologica di modificare l’Autorizzazione integrata ambientale.
L.C.
Ilva Taranto
Lo stabilimento Ilva in Puglia è il più grande impianto siderurgico d'Europa. Per 60 anni ha emesso polveri sottili, diossine cancerogene e altre sostanze pericolose che hanno causato un livello di inquinamento intollerabile. I rapporti medici affermano che l'inquinamento ha causato un'incidenza di cancro, malattie respiratorie, così come malattie cardiovascolari e neurologiche nei lavoratori dell'azienda e nei residenti della città di Taranto.
I quartieri di Tamburi e Borgo sono i più vicini all'acciaieria e sono stati particolarmente colpiti. In questi due quartieri, le scuole chiudono nei giorni quando la qualità dell'aria é scarsa. Studi dell'Istituto Superiore di Sanità hanno documentato una riduzione del quoziente intellettivo nei bambini. Altri studi hanno documentato casi di autismo ed il deterioramento dello sviluppo neuronale. Inoltre, i residenti hanno visto crollare il valore economico delle loro proprietà immobiliari a causa dell'inquinamento dovuto all'impianto.
Il resto del rapporto su https://www.peacelink.it/ecologia/a/48904.html
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