La Corte di Giustizia dell’Unione Europea si esprime sull'ILVA
“La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha notificato ai nostri avvocati, Maurizio Rizzo Striano e Ascanio Amenduni, la decisione della Corte di trattare oralmente la causa nell’udienza fissata per il giorno 7 novembre 2023”. Lo rende noto l’associazione Genitori tarantini con riferimento all’azione inibitoria promossa da 10 genitori e un bambino di 8 anni affetto da una malattia rara, davanti al tribunale di Milano, per chiedere la chiusura degli impianti a caldo dello stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto, al fine di prevenire l’aggravarsi dei danni. In via subordinata, nel caso in cui la richiesta della chiusura non dovesse essere accolta, i legali hanno chiesto al tribunale di imporre il rispetto del diritto al clima, ordinando uno stringente piano di abbattimento delle emissioni.
“La causa trae origine dal rinvio pregiudiziale da parte del Tribunale di Milano al quale ci eravamo rivolti chiedendo la chiusura ovvero il fermo degli impianti dell’area a caldo dell’acciaieria tarantina”, spiega Genitori tarantini.
“La Corte è chiamata a rispondere alle domande sollevate dai giudici di Milano concernenti la legittimità di alcune norme della legislazione speciale “Salva Ilva”: se siano legittime le plurime proroghe concesse per l’adeguamento degli impianti secondo le prescrizioni dettate nel lontano 2012 dall’AIA (autorizzazione integrata ambientale); se sia legittimo rilasciare l’autorizzazione senza il previo svolgimento della procedura di valutazione del danno sanitario; se sia legittimo che non si tengano in conto tutte le sostanze tossiche emesse dagli impianti, bensì solo alcune di esse”, prosegue l’associazione.
“Se la Corte riterrà sussistere la violazione del diritto comunitario, il Tribunale di Milano avrà tutti gli elementi per pronunciarsi sulla chiusura o sul fermo degli impianti”, conclude.
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