Il balsamo d’acciaio che tutela l’ambiente
Cari lettori della Gazzetta del Mezzogiorno,
siete pronti a scoprire l’ultima rivoluzione nel campo della tutela ambientale? Dimenticate le bonifiche e i progetti di riqualificazione ecologica: la nuova frontiera della sostenibilità, ci dice il governo, è continuare a produrre acciaio. Sembra incredibile, ma è tutto nero su bianco nella relazione che accompagna il DDL 1359, relativo alla conversione in legge del DL 3/2025. In parole povere: per ridurre l’inquinamento dell’ILVA, bisogna mantenerla in funzione. L’area a caldo, le cokerie, gli altoforni non sono fonti di inquinamento ma strumenti di ecologia applicata. Si tratta di un concetto talmente innovativo che capovolge decenni di scienza ambientale e apre nuovi orizzonti per i nostri bambini. Perché investire in bonifiche quando possiamo semplicemente continuare a produrre? Perché spendere soldi per rimuovere l’inquinamento quando possiamo usarli per produrne di nuovo e per di più anche benefico? Ecco la svolta: i 400 milioni che erano destinati alla tutela ambientale e alla bonifica delle aree contaminate vengono generosamente dirottati per sostenere la produzione dell’ILVA: perché previene l’aggravamento dell’inquinamento. Il DDL 1359 evidenzia infatti che "il rischio chiusura dello stabilimento sia quello più rilevante e significativo anche dal punto di vista ambientale". In parole povere: meglio dare 400 milioni per produrre acciaio che per bonificare l'ambiente inquinato.
A questo punto, attendiamo con ansia i prossimi decreti. Magari ci verrà spiegato che per combattere la deforestazione bisogna abbattere più alberi, che per ridurre l’incidenza dei tumori occorre aumentare la produzione di acciaio, o che per garantire la pace mondiale serva una nuova guerra.
Chiudere l’area a caldo siderurgica di Genova e Trieste ha fatto crollare l’inquinamento? Non ditelo alla Meloni! La parola d’ordine non è “chiudere le fonti inquinanti” ma tenerle aperte. E non da oggi. Di Maio docet.
Vicks Vaporub è superato. ILVApoRub è la soluzione che mamma Meloni offre ai bambini di Taranto. Azzardo? No: è un nuovo esperimento di mitridatismo, una condizione di immunità raggiunta tramite l'assuefazione ai veleni. Dopo secoli di assenza dalle scene, il re Mitridate torna alla ribalta! L'ILVA ha deciso di affidarsi proprio a lui per la Valutazione di Impatto Sanitario, riconoscendo il suo talento unico: l’immunità ai veleni. Chi meglio di Mitridate, che sperimentava dosi crescenti di veleni per abituare il corpo all’avvelenamento?
ILVApoRub ci attende e noi fiduciosi andremo nella camera di inalazione.
Grazie, Presidente Meloni, per questa illuminante visione del progresso. E grazie al governo tutto, che ci sta dimostrando come il mondo al contrario non sia più una semplice figura retorica, ma un progetto in fase avanzata di realizzazione. Attendiamo con trepidazione il prossimo decreto: chissà, magari scopriremo che per fermare il riscaldamento globale basterà accendere qualche centrale a carbone in più.
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