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A Statte come a Taranto la natura e la storia sono state generose con l’uomo, ma l’uomo non ha ricambiato.

Il 5 e 6 aprile ci saranno due eventi a Statte, vicino Taranto. Perché proprio a Statte?

Due eventi ai confini di Taranto per condividere una nuova fase progettuale che restituisca un futuro a tutti gli abitanti della città e della provincia
22 marzo 2014
Fulvia Gravame

Il 5 e 6 aprile si terranno due importanti eventi a Statte alle porte di Taranto e la domanda sorge spontanea: perché proprio a Statte? Altre domande che ci si potrebbe porre sono: dov’è Statte? Come ci si arriva? Che ruolo ha Statte nella vicenda ILVA? Chi sono gli organizzatori di questi eventi?    Stemma del Comune di Statte (TA)

Per cominciare, Statte era un quartiere di Taranto fino al referendum del 1992 e ne ha condiviso la storia di industrializzazione e impoverimento.

Statte è in piccolo un simbolo come Taranto: un luogo abitato da millenni  nel quale ci sono addirittura due dolmen, bello da un punto di vista naturalistico ed infatti è ricompreso nella “Terra delle gravine” meta di free climber da altre regioni, ma devastato dall’industria, dalle discariche e dal cemento.  

A Statte vi è anche un deposito di scorie nucleari abbandonato da vent’anni, la Cemerad. 

A Statte come a Taranto, la natura e la storia sono state generose con l’uomo, ma l’uomo non ha ricambiato.

I motivi di questa marcia si leggono nel documento programmatico approvato dagli organizzatori a gennaio e che condivido.  Vi è scritto che “Serve ripensare un modello di sviluppo assai diverso da quello propinatoci sinora. Serve una “rivoluzione” dei giusti. E' necessario operare la chiusura dell'Area a caldo dell'Ilva. Non c'è progresso quando si lede la dignità dell'uomo. La crescita di una data realtà sociale non è aspetto che può essere confinato nel perimetro della sola, e deleteria, accumulazione di denaro.”

Dolmen della gravina Leucaspide di Statte (TA)

Provo a descrivere i sentimenti che mi animano: da una parte sono preoccupata perché non si è per nulla affrontato il problema sanitario ed ambientale ormai conclamato, dall’altra registro una campagna stampa fumosa che mira a rassicurare i cittadini che tutto va bene, quando vi sono certezze che appunto non si è operato a tutela della città.

Infatti, dopo il quinto decreto sull’ILVA in due anni, non sono ancora state spese le risorse destinate alle bonifiche di alcune aree tarantine, le prescrizioni dell’AIA – ritenute insufficienti da tutte le associazioni ambientaliste – sono state prorogate ad oltranza, l’azienda non ha i capitali per realizzare neanche la percentuale ritenuta sufficiente nel decreto “Terra dei fuochi” e cioè il 20%, si sono fatte le ipotesi più strane sulle modalità di reperimento di tali capitali (Cassa depositi e prestiti, ad esempio, e cioè i risparmi degli italiani), si fa un gran parlare di Smart area, di bonifiche, di nuovi ospedali, recupero della città vecchia, rilancio dell’economia, senza chiarire che per realizzare tutte queste iniziative ci vuole una strategia che finora è mancata e quindi necessariamente una svolta radicale che punti sulla conversione dell’economia locale in senso ecologico e avendo come riferimento l’intera provincia e non solo la città. La provincia condivide con il capoluogo alcune peculiarità che dovrebbero essere affrontate ad un livello regionale e nazionale: il rapporto posti letto – pazienti più basso delle altre province pugliesi, l’isolamento infrastrutturale che disincentiva a venire qui, un numero di discariche superiore a quello del resto della regione e infine i problemi legati al sistema universitario.

Dunque organizzare eventi che colleghino la città ad uno dei Comuni della provincia significa condividere una nuova fase progettuale che restituisca un futuro a tutti.   Acquedotto romano del Triglio Statte (TA)

Taranto e Statte sono i due Comuni coinvolti nel procedimento per il rilascio dell’AIA 2011 per l’ILVA e del Riesame dell’ottobre 2012 e in entrambi i casi non ci sono state richieste radicali al Ministero dell’ambiente, nonostante i dati sanitari e ambientali delle perizie presentate a marzo 2012 all’interno dell’incidente probatorio.

I Comuni di Taranto e Statte sono entrambi coinvolti nella cabine di regia per le bonifiche in quanto il decreto 2012 ha previsto risorse per bonificare piccole porzioni dei territori di riferimento, la zona PIP di Statte e le scuole dei Tamburi. Si è scelto dunque di non bonificare i pascoli che sono interdetti per un raggio di 20 km intorno all’ILVA e neanche i terreni privati con il risultato che a distanza di pochi metri di distanza dalle scuole ci saranno, quando infine saranno realizzati i lavori,  aree non bonificate ma legittimamente frequentate dai tarantini.

Proprio per solidarietà verso gli abitanti di Statte, ho accettato di collaborare alla realizzazione di due eventi:

il 5 aprile si terrà un convegno scientifico che si articolerà su tre direttrici: salute, ambiente e futuro;

il 6 aprile ci sarà la marcia; partiremo dalla Bio piazza nel paese di Statte e percorreremo la strada provinciale per circa 4,8 km fino alla discarica di rifiuti speciali Italcave, la più grande dell’Italia meridionale, dove finiscono le arcate dell'acquedotto del Triglio che corrono lungo il muro perimetrale dell'ILVA e vicino al camino E-312, riempiendosi di polvere rossa.

Davanti all'Italcave sarà montato un palco e ci saranno alcune testimonianze di stattesi (un genitore, un operaio, un ambientalista, ecc) e di personalità che hanno accettato di condividere la fatica della marcia, come Mimmo Cavallo, Giobbe Covatta, Alba D’Eusanio, Al Bano Carrisi, Mietta e due giornalisti Marilena Natale, premio Ilaria Alpi 2013 e Sandro Petrone del TG2.

Il programma degli eventi:

Se puoi sognarlo, puoi farlo! fronte

                                                                     Se puoi sognarlo, puoi farlo! Retro

La marcia sarà anche “fatica, sacrificio, offerta”, in quanto lontana dai negozi del centro che hanno visto sfilare i tarantini in molte altre occasioni, ma è una scelta voluta. Quasi un modo per sottolineare il dolore che proviamo da anni per i problemi economici, ambientali, sanitari e occupazionali del nostro territorio e ancora di più perché non siamo stati presi sul serio dalle istituzioni. Molte volte i referenti delle associazioni ambientaliste si sono recati a parlare con i decisori locali e nazionali, affrontando viaggi e spese; sono entrati nel merito delle questioni, dopo aver studiato documenti ufficiali a disposizione di tutti, anche degli stessi decisori, chiesto alternative, verifiche, accorgimenti in tema di individuazione degli inquinatori, di tutela della salute degli abitanti e dei lavoratori, hanno suggerito percorsi di conversione dell’economia, ma senza alcun risultato.

Al contrario, noi tutti registriamo una sistematica attività mediatica volta a rassicurare la popolazione che “tutto va ben, tutto va ben” puntando sulla confusione di dati, su interventi autorevoli nei media locali, sulla quasi totale mancanza di contraddittorio; addirittura il governo Letta ha scelto di inserire Taranto in un decreto legge dedicato alla cosiddetta “Terra dei fuochi” che ha ben altre caratteristiche, come ho scritto in un articolo pubblicato su il Quotidiano di Taranto. Mi sento molto solidale con i campani e sono andata alle loro manifestazioni di ottobre e novembre 2013, ma si tratta di problemi diversi che meritano entrambi del resto una soluzione rispettosa della salute, cosa che auspico per ogni località inquinata d’Italia da Savona a Brindisi, da Trieste a Milazzo, passando per la Sardegna e per Colleferro.

Ora basta!  Taranto, ribellati! Taranto ribellati! Manifestazione dei liberi e pensanti ai Tamburi a settembre 2012

A Taranto conosciamo la gravità della situazione sanitaria da ben due anni grazie all’incidente probatorio e circa 30 morti in più ogni anno non sono accettabili! Sono inoltre passati ben 27 anni dalla costituzione del SIN, sito di interesse nazionale di Taranto e sono stati 27 anni di morti inutili, come bene ha detto il dott. Agostino di Ciaula dell’ISDE, medici per l’ambiente.

A promuovere l’iniziativa è stata la testata giornalistica on line Cosmopolis che ha poi coinvolto tutte le realtà della zona che, in buona parte, hanno aderito volentieri, consapevoli dell’esigenza di mobilitare ancora la popolazione per chiedere modello di sviluppo assai diverso da quello propinatoci sinora. Le  numerose adesioni che stiamo ricevendo dai comitati pugliesi e di altre regioni vicine e lontane ci rassicurano che non siamo soli e che è possibile costruire una rete dei popoli inquinati che possa efficacemente contrastare lo strapotere delle lobby economiche. 

Note: Documento programmatico
http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/39913.html

Statte in Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Statte

Parco delle gravine
http://www.parcogravine.it/fotogallery/gallery2.php

Un po’ di storia locale
http://www.guidamica.com/GuidAmicA-Sud/Puglia/ProvinciaTaranto/Statte.htm

I dolmen a Statte
http://www.comunedistatte.gov.it/p/39.html

Cemerad
http://www.corriere.it/inchieste/reportime/ambiente/minaccia-radioattiva-porte-taranto/3087f9ce-97e9-11e3-910c-771d54eec810.shtml

Italcave
http://www.italcave.it/

Premio Ilaria Alpi 2013; Marilena Natale "Non tacere"

http://www.youtube.com/watch?v=2XdTtc3nPTI
Taranto e la Terra dei fuochi sono proprio uguali?

27 anni di morti inutili dott. Agostino Di Ciaula ISDE Puglia
https://www.youtube.com/watch?v=VDGW_l2Z-U8

Taranto e la Terra dei fuochi sono proprio uguali?
http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/39912.html

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