Conflitti

Il Pentagono ammette!

La verità non è oggetto di scambio, semplicemente perché non è un oggetto, ma è il DNA dell’esistenza umana, così come la pace è il suo RNA
16 novembre 2005


Il servizio di Rainews24 ha fatto il giro del mondo e ha lasciato il segno. Un segno intercettato dagli uomini di buona volontà titolari di testate giornalistiche, televisive, carta stampata e web. Soprattutto grazie al web siamo riusciti in tempo reale a raccogliere le emozioni, le commozioni, lo sdegno, la rabbia, l’impotenza e molto altro ancora di coloro che da troppo tempo chiedono a gran voce che venga tolto il bavaglio, la censura, alla doverosa informazione verso chi ha il diritto (sacro,inviolabile) di essere informato. Sia poi il Pubblico ad elaborare con i propri neuroni e la propria coscienza e trarre dunque le conclusioni. L’informazione non è maieutica e neppure un libro di storia. L’informazione è documentazione, testimonianza. Nel caso di Fallujah così è stato. Il direttore Morrione (Rainews24) ha ritenuto di chiarire il concetto. “…Noi continueremo a fare la nostra parte, al di fuori di ogni legittima posizione politica, come responsabili professionisti dell’informazione e come operatori del Servizio Pubblico. Il resto non ci appartiene…”
I milioni di messaggi inviati in rete testimoniano che i popoli hanno provato orrore, ma anche sdegno contro chi ha mentito e/o taciuto. Il Pentagono ha immediatamente smentito la notizia e disconosciuto le colpe fino a poche ore fa. Il Col. Barry Venable, portavoce del Pentagono, ieri in conferenza stampa, ha dichiarato finalmente alla Bbc che l'esercito americano ha utilizzato il fosforo bianco durante le operazioni militari a Fallujah, nel novembre del 2004. E’ stato utilizzato come arma incendiaria contro combattenti nemici, aggiungendo che il fosforo bianco è un’arma convenzionale, non si tratta di un’arma chimica. Non è illegale. L’esercito americano la usa soprattutto come agente oscurante, per cortine fumogene o per illuminare gli obiettivi.
Si sottolinea che il fosforo bianco non è illegale se usato come illuminante, ma la convenzione di Ginevra sostiene che è da considerarsi come un'arma chimica se usata contro il nemico. Il fosforo è un agente chimico, pertanto usarlo contro il nemico (per ucciderlo e non già per “illuminarlo”), significa adoperare una sostanza chimica come arma. Se poi oltre che il nemico si colpiscono anche migliaia di civili si commette un altro crimine. E questo crimine c’è stato.
Rainews24 ha ottenuto un’intervista da un giornalista embedded “pentito”.E' il primo della storia. Darrin Mortenson del North County Times di San Diego. Un giornale distribuito vicino alla base di Camp Pendleton, la più grande base militare della costa Ovest degli Stati Uniti. E’ stato in Iraq tre volte. La seconda volta ha seguito passo-passo le operazioni della prima divisione marines di Fort Pendleton nella battaglia di Fallujah dell’aprile 2004. Le sue dichiarazioni smentiscono le bugie riferite dal Pentagono e dall’esperto militare J. Pike in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, poco dopo la proiezione del filmato di Rainews24. La descrizione del giornalista embedded è dettagliata. La prima volta che assistette a un bombardamento al fosforo, si trovava nella parte nord-ovest di Fallujah. I marines, con cui era embedded, fecero un’incursione nella città e si avvicinarono a un gruppo di case. Usavano mortai da 60 millimetri. Fu lì che sentì l’ordine dei superiori di sparare il fosforo bianco. L’obiettivo dei soldati era quello di sopprimere i cecchini e contro questi spararono il fosforo bianco. Erano posizionati in un’area occupata da un palmeto e un gruppo di case dalle quali uscivano i cecchini per sparare contro un elicottero ogni volta che si abbassava verso il palmeto. Ammette che il fosforo bianco era per la maggior parte dei casi usato per indicare il bersaglio agli F16, ma ci sono stati svariati casi in cui il fosforo è stato usato contro gli insorgenti, con l’obiettivo di bruciarli e stanarli dal loro nascondiglio. All’imbrunire del 6 aprile 2004, fu un giorno di feroce combattimento. La maggior parte degli abitanti se n’era andata da Fallujah. Rimanevano pochissimi civili che stavano raccattando le ultime cose per fuggire, la città era stata dichiarata non-friendly dai marines.Il giornalista si trovava sistemato dietro ai soldati che avevano ricevuto l’ordine di sparare il fosforo bianco,perciò non vide gli effetti del bombardamento,ma neppure i marines riuscirono a vedere il bersaglio esattamente. Via radio eseguirono gli ordini con le coordinate del bersaglio e spararono colpi di mortaio. I militari sapevano che il fosforo era un’arma estrema, certo, ma se qualcuno avesse detto loro che usavano armi non convenzionali si sarebbero stupiti perché il fosforo, come racconta il giornalista, era nel loro arsenale, un arsenale che usavano tutti i giorni. Gli artiglieri marines che usano mortai da 60 mm fanno il lavoro meno “qualificato” e più di routine. Loro sparano! Certo che erano al corrente che il fosforo brucia e quali sono i suoi effetti

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Ma c’è stato un altro silenzio che ha indignato gli italiani. Riportiamo alcuni stralci dei messaggi inviati in rete “…c’erano già voci che circolavano, ma voi non ci avete detto nulla…-…ci informate ossessivamente di matrimoni e nascite di vip, di pettegolezzi amorosi scandalistici, affari di isole, di talpe, di share sui tormentoni, e ci nascondete i milioni di civili massacrati dalle guerre nel mondo e il modo col quale sono massacrati…” Gli autori di questi messaggi ci comunicano (a ragione) che l’informazione non c’è. Il presente testimonia la sua assenza.
Lasciamo da parte il turpiloquio. Una buona parte è stata indirizzata a Teodori, intervenuto a “Primo Piano”(secondo lui andato in onda per “bilanciare il servizio di Rainews improntato al più puro antiamericanismo”).Il 14 novembre su “Il giornale” Teodori ha dichiarato di avere ricevuto insulti e minacce. Il turpiloquio non è da ignorare, ma non è costruttivo, almeno non lo è in questo caso. L’assenza, salvo qualche “toccata e fuga” dell’informazione audiovisiva e giornaliera italiana, è stata ampiamente notata rivelandosi, perciò, scandalosa. Un bell’articolo di Piero Sansonetti pubblicato su Articolo 21 dal titolo “Perché tanto silenzio?” chiude con “…perché [credo] se esplode [lo scandalo] in tutta la sua portata, comporta l'incriminazione dei massimi vertici dell'esercito americano, di ministri e probabilmente anche del Presidente. Il sistema arriva fino a riconoscere Abu Grahib (torture commesse da americani su prigionieri irakeni ndr) e la condanna di Lindie England (23 anni) e del suo fidanzato, ma non può concedersi l'ammissione che il Presidente americano ha ordinato crimini di guerra gravissimi e simili a quelli ordinati da Saddam. Non sopravviverebbe…”
Facile demagogia, leggendo il pezzo, chiamare in causa l’antiamericanismo, così si sposta l’attenzione dalla gravità del tema alla banalità di un’idea...
Cosa chiameremmo in causa per “banalizzare” il dramma degli immigrati che attraccano a Lampedusa e che il nostro Governo trasferisce in Libia? Per il momento ci limitiamo a “sentirne parlare”. Il Parlamento non è stato mai informato del “come” “quando” e “perché” si è presa questa decisione. Numerose interpellanze inoltrate da alcuni Parlamentari, Camera e Senato, hanno posto la domanda, prime fra queste, quelle dell’On. Tana De Zulueta dei Verdi. Proprio a lei, particolarmente sensibile al problema, ci siamo rivolti per cercare di capire a che titolo s’imbarcano per la Libia gli “sconosciuti” di Lampedusa. La Libia poi, quali provvedimenti adotta nei confronti di questi? Le sue risposte sono sconcertanti. Ci ha risposto che molte interpellanze sono state inoltrate al Governo. Le uniche risposte sono state che ci sono accordi con il Governo libico. Nulla di scritto, ma le sovvenzioni che mandiamo al Governo libico per “ospitare” il popolo dei “non meglio identificati” la dicono lunga. Prosegue la De Zulueta dicendo di essere al corrente che la ACNUR (l’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati) non ha mai potuto attuare il suo intervento così come tutte le altre organizzazioni umanitarie. La Libia non riconosce alcun accordo stabilito dalla convenzione di Ginevra. Nessuna ufficializzazione. Patti “segreti” immediatamente fagocitati dalla Libia “neutrale” che, proprio per questo, non deve rendere conto al resto dell’umanità. Infatti, alla domanda “Quali provvedimenti adotta la Libia nei confronti di questi migranti scaricati nella sua terra?” Tana De Zulueta risponde che non possiamo accertarlo con documenti e testimonianze visto il divieto di controllo, ma si hanno fondati motivi di ritenere che vengano trasportati come bestie attraverso il deserto, visto il numero dei cadaveri trovati nel Sahara. Morti di stenti, soffocati e disidratati perché stipati in specie di carri bestiame durante il tragitto che li condurrebbe in Egitto. Infatti, il nostro Governo alle interpellanze della De Zulueta risponde che non è un problema che ci riguarda, perché di competenza libica. Quella Libia ospita due centri di “accoglienza” dall’Italia sovvenzionati. Uno a sud e uno a nord, vicino a Tripoli. Il trattamento che i disperati di Lampedusa ricevono, l’ha ampiamente descritto il giornalista Fabrizio Gatti. Si è “travestito” da migrante per poterci rivelare il criterio di “accoglienza” (ripreso da Report, in onda in tarda serata ). Ma, a quanto pare, questa storia non fa scandalo, non merita che le più grandi testate se ne occupino.
Ebbene, in presenza di questi molteplici “indizi”cosa sarebbe bene fare in onore del Servizio Pubblico? Esercitare il diritto/dovere di filmare, ottenere documenti e testimonianze concrete su ciò che avviene in Libia, ma prima ancora in Italia che strategicamente sembra aver adottato quella terra come “terra di nessuno”, al fine di purificare, senza colpo ferire, le nostre responsabilità.

Se la forza del sistema potenzialmente ci ricatta o ci compra, spacciandosi per verità, possiamo solo liberarcene fornendo e utilizzando l’informazione corretta. Questa volta la “cenerentola” della Rai ha finalmente riscattato il popolo che paga il canone. Il Servizio Pubblico si è rivelato eccezionale, come dovrebbe essere la TV di Stato,ma nella totalità delle sue reti.

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