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In Gran Bretagna la canzone sta suscitando enorme clamore, The 1975 – infatti – sono molto apprezzati dal mainstream targato UK. Le loro giovani ascoltatrici sono alquanto apartitiche e stanche della politica, come si vede anche dalla scarsa partecipazione al voto sulla BRexit
Nel resto del mondo i fan della Thunberg in questo modo ottengono l’inno del movimento, i suoi oppositori un motivo in più per alzare gli occhi al cielo. The 1975 non hanno solo un immenso successo, ma sono anche piuttosto controversi. La band, fondata nel 2002, attinge (apparentemente) in modo indiscriminato dalla storia della musica più recente, incarna prima il bubblegum pop e poi ritorna al soft rock o all’emocore.
Per questa ragione, alcuni li amano per essere dei geniali artisti camaleontici, altri li dileggiano per essere dei copisti dai gusti imbarazzanti. In modo appropriato, nel 2014 la rivista musicale britannica New Music Express li ha eletti come “peggiore band dell’anno” e allo stesso tempo li ha inseriti nella lista degli “esordienti più promettenti”.
Dichiarazione di antifascismo
La performance della Thunberg con The 1975, tuttavia, non è la classica collaborazione. La sedicenne non canta, bensì tiene un discorso di circa cinque minuti accompagnato da delicate sonorità ambient, nel quale incita alla disobbedienza civile. Una canzone senza secondi fini, senza l’intenzione di produrre un effetto di straniamento. Forse, la si potrebbe definire come una iper affermazione.
Occorre però sapere che fino ad oggi la band britannica ha aperto tutti e tre i suoi album con una variazione del brano che porta il loro stesso nome, The 1975. Anche nel loro prossimo album Notes on a Conditional Form, che uscirà nel 2020, The 1975 avrà la funzione di gingle, di segnale di inizio spettacolo per il cantante Matt Healy e il suo show. Dedicare questo momento a Thunberg ha un significato simbolico, perlomeno per i fan del gruppo.
Almeno tanto importante quanto la canzone, tuttavia, è la foto dell’incontro tra Thunberg e Healy che recentemente ha fatto il giro dei social network. Non solo Thunberg portava una t-shirt con la scritta “Antifascist All Stars” e con ciò ha rilasciato una evidente dichiarazione, sin qui ignota, di antifascismo; ma è soprattutto la posizione di Healy che merita di essere notata: si appoggia bellamente alla sua spalla per non dare l’impressione che si tratti di un’attivista che sta ricevendo in dono un po’ della polvere stellare di una rockstar – si tratta, piuttosto, di una dimostrazione di umiltà e solidarietà.
Con il brano di apertura del loro prossimo album, The 1975 hanno lasciato il palco alla giovane attivista, allo stesso tempo, però, hanno confermato che Thunberg non ha bisogno di questi gesti amichevoli. La popstar più grande, più importante a livello globale, infatti, è senz’altro lei.
In merito al messaggio sulla maglietta, nel frattempo, Thunberg ha affermato di rifiutare per principio la violenza – contemporaneamente ha sottolineato di essere ovviamente contraria al fascismo. Ciò nonostante, The 1975, nata dalla collaborazione tra Thunberg e The 1975, presumibilmente non entrerà a far parte della storia degli inni di protesta. Come brano esplicativo dell’attuale relazione tra cultura pop e attivismo, la canzone è certamente okay.
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