Vietato a Taranto esporre lo striscione STOP ALL'INQUINAMENTO
A Taranto, durante una partita di basket, un gruppo di tifosi ha esposto un lungo stricione bianco con una scritta blu emblematica:
STOP ENVIRONMENTAL DISASTER IN TARANTO NOW.
Ossia:
"Ferma ora il disastro ambientale a Taranto".
Lo striscione è apparso ieri sera per pochi momenti al PalaMazzola, prima che iniziasse la gara di Coppa Cras-Ekaterinburg. Subito dopo è stato rimosso. Non si sa da chi e perché.
Giovedì 5 novembre al PalaMazzola (ore 20,30) contro l'UMMC Ekaterinburg la squadra di basket del Taranto poteva farsi riprendere a livello internazionale dalle TV in quanto giocava in EUROLEGA. E infatti lo striscione era in inglese, e non a caso.
Perché rimuoverlo?
A chi dava fastidio la democratica espressione del pensiero garantita dall'articolo 21 della Costituzione Italiana e dall'articolo 19 della Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo?
Quest'ultimo articolo è chiaro:
"Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere".
Si badi bene: "senza riguardo a frontiere", c'è scritto. E quindi non poteva essere vietata la diffusione televisiva del messaggio
STOP ENVIRONMENTAL DISASTER IN TARANTO NOW.
La normativa che pone limiti agli striscioni (la riportiamo in coda al comunicato) è unicamente rivolta a vietare striscioni contenenti messaggi di odio razziale e di violenza. Questo striscione era invece un invito civile finalizzato a fermare il disastro ambientale a Taranto. Era un messaggio di vita e contro la violenza dell'inquinamento. Taranto è una città che ha sopportato per troppo tempo un carico di morte inaudito. Dire STOP è un diritto.
PeaceLink esprime la più ferma indignazione per ciò che è accaduto.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
http://www.peacelink.it
DECRETO PISANU - Articolo 2-bis. (Divieto di striscioni e cartelli).
1. Sono vietati, negli impianti sportivi, l'introduzione o l'esposizione di striscioni e cartelli che, comunque, incitino alla violenza o che contengano ingiurie o minacce. Salvo che costituisca più grave reato, la violazione del suddetto divieto è punita con l'arresto da tre mesi ad un anno. Resta fermo quanto previsto all'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205.
decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122 all'articolo 2, comma 1
Chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi di cui all'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975 (*), n. 654, è punito con la pena della reclusione fino a tre anni e con la multa da lire duecentomila a lire cinquecentomila.
Legge 13 ottobre 1975, n. 654 art. 3
SALVO CHE IL FATTO COSTITUISCA PIÙ GRAVE REATO,AI FINI DELL'ATTUAZIONE DELLA DISPOSIZIONE DELL'ARTICOLO 4 DELLA CONVENZIONE È PUNITO CON LA RECLUSIONE DA UNO A QUATTRO ANNI:
a) CHI DIFFONDE IN QUALSIASI MODO IDEE FONDATE SULLA SUPERIORITÀ O SULL'ODIO RAZZIALE;
b) CHI INCITA IN QUALSIASI MODO ALLA DISCRIMINAZIONE,O INCITA A COMMETTERE O COMMETTE ATTI DI VIOLENZA O DI PROVOCAZIONE ALLA VIOLENZA,NEI CONFRONTI DI PERSONE PERCHÉ APPARTENENTI AD UN GRUPPO NAZIONALE,ETNICO O RAZZIALE.
È VIETATA OGNI ORGANIZZAZIONE O ASSOCIAZIONE AVENTE TRA I SUOI SCOPI DI INCITARE ALL'ODIO O ALLA DISCRIMINAZIONE RAZZIALE.CHI PARTECIPI AD ORGANIZZAZIONI O ASSOCIAZIONI DI TAL GENERE,O PRESTI ASSISTENZA ALLA LORO ATTIVITÀ,È PUNITO PER IL SOLO FATTO DELLA PARTECIPAZIONE O DELL'ASSISTENZA,CON LA RECLUSIONE DA UNO A CINQUE ANNI. LE PENE SONO AUMENTATE PER I CAPI E I PROMOTORI DI TALI ORGANIZZAZIONI O ASSOCIAZIONI.
Legge 25 giugno 1993, n. 205
Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa
(*) ART.3 legge 13 ottobre 1975
SALVO CHE IL FATTO COSTITUISCA PIÙ GRAVE REATO,AI FINI DELL'ATTUAZIONE DELLA DISPOSIZIONE DELL'ARTICOLO 4 DELLA CONVENZIONE È PUNITO CON LA RECLUSIONE DA UNO A QUATTRO ANNI:
a) CHI DIFFONDE IN QUALSIASI MODO IDEE FONDATE SULLA SUPERIORITÀ O SULL'ODIO RAZZIALE;
b) CHI INCITA IN QUALSIASI MODO ALLA DISCRIMINAZIONE,O INCITA A COMMETTERE O COMMETTE ATTI DI VIOLENZA O DI PROVOCAZIONE ALLA VIOLENZA,NEI CONFRONTI DI PERSONE PERCHÉ APPARTENENTI AD UN GRUPPO NAZIONALE,ETNICO O RAZZIALE.
È VIETATA OGNI ORGANIZZAZIONE O ASSOCIAZIONE AVENTE TRA I SUOI SCOPI DI INCITARE ALL'ODIO O ALLA DISCRIMINAZIONE RAZZIALE.CHI PARTECIPI AD ORGANIZZAZIONI O ASSOCIAZIONI DI TAL GENERE,O PRESTI ASSISTENZA ALLA LORO ATTIVITÀ,È PUNITO PER IL SOLO FATTO DELLA PARTECIPAZIONE O DELL'ASSISTENZA,CON LA RECLUSIONE DA UNO A CINQUE ANNI.
LE PENE SONO AUMENTATE PER I CAPI E I PROMOTORI DI TALI ORGANIZZAZIONI O ASSOCIAZIONI.
Articoli correlati
- Partenza dal piazzale Bestat alle ore 17
Piattaforma rivendicativa della manifestazione del 23 aprile a Taranto
Occorre fermare le emissioni dell'ILVA che sono alla base di gravi danni alla salute e all'ambiente. E al contempo avanziamo la richiesta di un risarcimento alla comunità e di un nuovo sviluppo che parta dalla rigenerazione del territorio.19 marzo 2024 - Associazioni Riunite Taranto - Ennesimo decreto Salva IILVA
Bocciato l'ordine del giorno di Angelo Bonelli sull'ILVA di Taranto
Il 13 marzo è stato convertito in legge l'ultimo decreto in materia di ILVA con un iter blindato e senza che ci fosse la possibilità di introdurre norme a difesa dell'ambiente e della salute. Nonostante ciò, la battaglia non è finita. Taranto resisti! Taranto non sei sola.21 marzo 2024 - Fulvia Gravame - La cittadinanza jonica si è mobilitata
Presentate le osservazioni al dissalatore presso il fiume Tara
Oltre dieci associazioni della provincia di Taranto si sono attivate per salvare il fiume Tara dal progetto di dissalatore che lo distruggerebbe e aumenterebbe la contaminazione delle acque del mare. “Ci si salva soltanto assieme!”, come ha detto Papa Francesco.19 marzo 2024 - Fulvia Gravame - Interpellanza in merito al futuro degli impianti ILVA
Angelo Bonelli fa una domanda difficile al governo. Avremo mai risposta?
Se il governo non consideri prioritario destinare le risorse assegnate all'intervento «Utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate» di DRI d'Italia a progetti che invece potrebbero concretamente risolvere, una volta per tutte, l'emergenza ambientale e sanitaria della città di Taranto.21 marzo 2024 - Fulvia Gravame
Sociale.network