Ecologia

Lista Ecologia

Archivio pubblico

La notte di Milazzo, dove l'uomo è più pericoloso delle fiamme

Il grave incidente nella raffineria di Milazzo nella notte tra il 26 e il 27 settembre: tra sviste, incompetenze e false rassicurazioni che danno solo la certezza di mettere a rischio la salute e l'ambiente.
27 settembre 2014

ore 6 sabato 27 2014, incendio raffineria milazzo

La raffineria di Milazzo per FederPetroli "risulta una delle più all'avanguardia a livello europeo" ma nella realtà i cittadini di Milazzo sono fuggiti dalla città durante la notte solo perchè il tetto galleggiante del serbatoio TK513 della RAM ha avuto qualche problema tecnico. Un piccolo problema che ha messo a rischio la vita dei cittadini e che potrà causare ripercussioni sulla loro salute e sull'ambiente per molti anni. Per i cittadini di Milazzo questo incendio è stato un'apocalisse ed una brutta avventura notturna, per FederPetroli una buona occasione per ostentare sicurezze vane e non corrispondenti con quanto abbiamo visto oggi.

Mentre ingegneri, tecnici ed esperti dichiarano che c'è bisogno di accertamenti per conoscere con certezza la causa dell'incendio le buone e sempre affidabili voci operaie dall'interno della raffineria fanno sapere che era ben noto lo stato di quel serbatoio già da tempo e che forse una manutenzione ordinaria e preveniva avrebbe potuto evitare l'incidente. Semplicemente una manutenzione ordinaria, cose che in una raffineria all'avanguardia dovrebbero essere nel primo fascicolo delle pratiche operative.

Per mezzo di altre indiscrezioni, non confermate dai vertici della raffineria, si apprende che c'erano anomalie già nel pomeriggio di venerdì e che nel corso del trasferimento della virgin nafta ad un altro serbatoio sia successo l'imprevisto. Il tetto galleggiante che si sarebbe posizionato in obliquo ed in seguito avrebbe ceduto ha provocato scintille e ha permesso all'aria di venire a contatto con il carburante che probabilmente hanno innescato l'incendio. Questa tesi viene confermata anche dal comandante dei Vigili del Fuoco di Messina. Fortunatamente il serbatoio che poteva contenere 100 mila metri cubi di greggio conteneva meno dellà metà, in questo caso, di virgin nafta.

L'incendio della raffineria di milazzo nelle prime ore della notte

Alle 0.50 è l'inferno, il carburante prende fuoco e i cittadini escono dalle case senza sapere cosa fare e dove andare, intasando la statale che li conduce all'autostrada. Le informazioni sono affidate al passa-parola, perchè? La risposta è molto semplice e nel pomeriggio di sabato arriva dal primo cittadino che dichiara: "l’allarme non è scattato perché la prefettura, alla quale è ricondotta questa procedura ha ritenuto che non ci fossero i presupposti. Sin dall’inizio la situazione è stata fronteggiata col piano di emergenza interna alla raffineria".

L'allarme non è scattato? Cosa dovrebbe accadere di così grave per dare l'allarme ai cittadini? Il sindaco di Milazzo oltre a voler dare impressione di avere tutto sotto controllo dichiara anche quanto segue: "La popolazione è in possesso di un manuale per l’emergenza esterna che prevede nei casi di criticità la segnalazione dello stato d’allarme attraverso il suono di una sirena che fa scattare l’evacuazione della zona a rischio". Bene, il risultato è che l'allarme con la sirena non è scattato, qualcuno ha ritenuto non servisse, i manuali di emergenza sono nel cassetto e i cittadini sono abbandonati a loro stessi per tutta la notte, in molti raccontano di essersi incontrati agli autogrill dell'autostrada perchè sembrava la cosa più lontana e rassicurante dove stare durante la notte.

I social network tracciano il diario degli eventi; ogni ora e per tutta la notte ci sono fotografie e video che vengono condivise dai cittadini e che mostrano lo scenario disastroso. Uno dei protagonisti della lunga notte di Milazzo è Giuseppe Marano che dopo aver assicurato incolumità ai propri cari è rimasto in città per seguire la vicenda ed ha documentato con immagini eccezionali. Marano ha rilasciato in esclusiva alla redazione di Peacelink il suo racconto nelle prime ore del mattino di sabato in questo video.

Giuseppe Marano in mattinata emana un comunicato stampa: "Come Federazione dei Verdi di Milazzo Messina, chiediamo che la procura di Barcellona disponga immediatamente le indagini necessarie ad accertare le cause di tale evento catastrofico accaduto all'interno della Raffineria di Milazzo giorno 27 settembre e che disponga tutte le misure cautelari come per esempio il sequestro degli impianti interessati e anche quelli per effetto domino dall'evento incidentale per prevenire ogni ulteriore pregiudizio e danno per la salute e la sicurezza della popolazione residente e dell'ambiente". Successivamente dal sul profilo fb annuncia: "per preparare con i nostri legali una max Denunzia querela collettiva "Gratuita" da presentare alla procura di Barcellona su questa catastrofe avvenuta il 27 settembre del 2014. Chi volesse aderire mi può contattare in privato". Ricordiamo che lo stesso CTR (comitato tecnico regionale) della regione sicilia aveva espresso ''parere negativo" sul rapporto di sicurezza della Raffineria di Milazzo.

alle ore 10 viene domato l'incendio nella raffineria

Ore 10, le dichiarazioni del sindaco di Milazzo tornano a rassicurare nella mattinata di sabato. Sul sito del comune si legge "L'emergenza è rientrata e le squadre antincendio operanti nella zona dove si trova il serbatoio 513 interessato dall'incidente stanno ultimando l'intervento di spegnimento utilizzando dello schiumogeno", e sempre su una nota del sito del comune si legge "Alle ore 10,15 l’incendio al serbatoio di carburante n. 513 della Raffineria è stato finalmente spento. La zona è comunque presidiata dai vigili del fuoco e dai responsabili della squadra antincendio mentre le vie d’accesso alla Ram sono controllate dai vigili urbani e da altre forze dell’ordine".

Anche FederPetroli interviene nel primo pomeriggio con un comunicato: "al momento l'incedio è domato dalle forze del Vigli del Fuoco e da altre squadre di sicurezza e si procede con intervento mirato sino ad esaurimento bruciatura prodotto presente nei serbatoi"; ed ancora: "La Raffineria di Milazzo dopo gli interventi negli anni scorsi sull'ammodernamento delle infrastrutture, risulta una delle più all'avanguardia a livello europeo con impianti di raffinazione di alta efficenza tecnologica".

Il serbatoio tk513 collassato dopo ore di incendio

Purtroppo le rassicurazioni del sindaco e di FederPetroli sono vane perchè dopo le 15 è ancora l'inferno. E' vero che le fiamme erano state domate dopo le dieci del mattino, ma è anche vero che in quel momento c'erano ancora migliaia di litri di virgin nafta in un serbatoio ancora rovente nonostante la bagnatura delle pareti dall'esterno. Infatti una parte del serbatoio cede provocando nuove fiamme e colorando il cielo di milazzo ancora di nero, alle 17.30, come si può vedere nella foto.

Sul profilo facebook di un cittadino di Milazzo la sincera testimonianza di quanto accade: "ORE 17.30, ...e meno male che il Prefetto e il Sindaco (mica Pincopallino) avevano assicurato che la situazione era sotto controllo!!! Piuttosto forniscano IMMEDIATAMENTE i dati sulla qualità dell'aria che stiamo respirando!!" Lo stesso utente pubblica la fotografia scattata all'orario indicato nel post. Solo cinque ora prima sul sito del Comune di Milazzo si leggeva che l'incendio era spento e l'allarme era rientrato. alle 17.30 ancora cielo nero a milazzo

In tutta questa storia è ben chiaro che la superficialità dell'uomo nell'affrontare determinati problemi può causare più danni del problema che lui stesso ha generato con le sue incompetenze e disattenzioni. Di conseguenza assistiamo ad un film reale dove una raffineria che provoca un tale disastro ambientale si era impegnata a citare in giudizio un ambientalista per allarme sociale invece di fare una manutenzione ordinaria agli impianti. FederPetroli con l'emergenza in corso dichiara che non vi sono situazioni dannose per l'ambiente e l'aria circostante ma non considera che l'Arpa regionale deve ancora fare i rilievi ambientali con la centralina mobile attivata per l'evento, pertanto non si capisce se le basi su cui fonda le sue dichiarazioni siano politiche o scientifiche. La Prefettura competente non ritiene necessario dare l'allarme alla cittadinanza per un incendio in una raffineria, a due passi dalle case, che ha impegnato squadre antincendio, forze dell'ordine e protezione civile per 17 ore. In ultimo c'è un sindaco che ha fretta di anunciare una situazione sotto controllo ed un incendio domato quando dopo poche ore il fuoco torna a essere protagonista sullo sfondo di un cielo nero.

Fortunatamente, nonostante i comunicati stampa istituzionali, i cittadini di Milazzo hanno ben compreso cosa è accaduto e cosa può succedere in futuro. Hanno fatto esperienza sulla propria pelle e hanno capito che la propria salute vale molto di più di una notte bianca sponsorizzata dalla raffineria. Questa notte bianca l'hanno pagata loro. 

Articoli correlati

  • Bocciato l'ordine del giorno di Angelo Bonelli sull'ILVA di Taranto
    Ecologia
    Ennesimo decreto Salva IILVA

    Bocciato l'ordine del giorno di Angelo Bonelli sull'ILVA di Taranto

    Il 13 marzo è stato convertito in legge l'ultimo decreto in materia di ILVA con un iter blindato e senza che ci fosse la possibilità di introdurre norme a difesa dell'ambiente e della salute. Nonostante ciò, la battaglia non è finita. Taranto resisti! Taranto non sei sola.
    21 marzo 2024 - Fulvia Gravame
  • Presentate le osservazioni al dissalatore presso il fiume Tara
    Ecologia
    La cittadinanza jonica si è mobilitata

    Presentate le osservazioni al dissalatore presso il fiume Tara

    Oltre dieci associazioni della provincia di Taranto si sono attivate per salvare il fiume Tara dal progetto di dissalatore che lo distruggerebbe e aumenterebbe la contaminazione delle acque del mare. “Ci si salva soltanto assieme!”, come ha detto Papa Francesco.
    19 marzo 2024 - Fulvia Gravame
  • Angelo Bonelli fa una domanda difficile al governo. Avremo mai risposta?
    Ecologia
    Interpellanza in merito al futuro degli impianti ILVA

    Angelo Bonelli fa una domanda difficile al governo. Avremo mai risposta?

    Se il governo non consideri prioritario destinare le risorse assegnate all'intervento «Utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate» di DRI d'Italia a progetti che invece potrebbero concretamente risolvere, una volta per tutte, l'emergenza ambientale e sanitaria della città di Taranto.
    21 marzo 2024 - Fulvia Gravame
  • Dissalatore al fiume Tara: che succede ora?
    Ecologia
    Comunicato stampa

    Dissalatore al fiume Tara: che succede ora?

    E' nato il Comitato per la Difesa del Territorio Jonico che si è riunitoo inizialmente per combattre contro il progetto del dissalatore al fiume Tara, ma ha in programma un'azione più ampia.
    13 marzo 2024 - Fulvia Gravame
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)