Il principio 'chi inquina paga' viene applicato... in Brasile!
Il Tribunale di São Luís ha emesso una sentenza il giorno 23 febbraio 2015 riguardo i procedimenti giudiziari intentati dalle 21 famiglie del quartiere di Piquiá de Baixo, Açailândia-MA. Le famiglie chiedono una indennizzazione per i danni morali e materiali provocati dall'impresa siderurgica Gusa Nordeste. Con decisione unanime, i Giudici hanno confermato che l'impresa deve indennizzare le vittime, per l'inquinamento prodotto nel quartiere.
Gli abitanti dichiarano che quotidianamente la fabbrica espelle inquinanti che mettono a rischio la salute di coloro che vivono nelle vicinanze. Gli inquinanti provocano “mal di testa, mal di gola, sinusite, prurito in tutto il corpo, allergie e calore eccessivo”. Denunciano anche che la fabbrica frequentemente emette un gas dai camini dell'altoforno, causando “vertigine, nausea, bruciore agli occhi e mal di testa”.
Le 21 famiglie più vicine alla fabbrica Gusa Nordeste hanno dichiarato che “hanno sofferto quotidianamente di problemi di salute causati dai gas, fumi e polveri immesse nell'aria dai camini”.
A dicembre del 2013, il Giudice della 2ª Corte di Açailândia, Dr. André Bógea dos Santos aveva già condannato l'impresa per danni morali e materiali, al fine di “punire il comportamento e scoraggiare pratiche dannose ed illegali”.
Una lettera della Chiesa Cattolica del Maranhão, firmata dal parroco di Piquiá e dai vescovi Dom Gilberto Pastana, presidente della Regional Nordeste 5 da CNBB, e Dom José Belisário da Silva, vice-presidente della CNBB, ha informato i giudici della preoccupazione della chiesa riguardo la sofferenza patita da più di mille abitanti del quartiere di Piquiá de Baixo.
La lettera ha ricordato le diverse iniziative realizzate in appoggio a questa causa. Tra queste l'XI Pellegrinaggio della Terra e delle Acque, che ha riunito nel quartiere più di diecimila persone, provenienti da diverse comunità cattoliche del Maranhão, in cerca di un modello di sviluppo più rispettoso dei poveri e del creato.
La Chiesa afferma che “una decisione di condanna delle attività inquinanti, lungi dal compromettere il potenziale produttivo del Maranhão, favorirebbe un processo virtuoso di riconversione industriale, conforme ai nuovi paradigmi di effettiva sostenibilità, dignità e modernità del modello economico maranhense”.
La decisione dei giudici
Il processo di seconda istanza avvenuto lo scorso lunedì 23 febbraio è stato condotto dai Giudici della 5ª Sezione Civile del TJ-MA, Ricardo Tadeu Bugarin Duailibe (Relatore), Maria das Graças de Castro Mendes e Raimundo José Barros De Sousa. Abitanti di Piquiá de Baixo, un rappresentante della Chisa Cattolica del Maranhão e la rete Justiça nos Trilhos hanno seguito il dibattimento e la decisione dei giudici.
Al momento di annunciare il voto, il Giudice Relatore ha dato importanza alla perizia giudiziaria realizzata dal biologo Dr. Ulisses Brigatto nel 2007, considerando che le prove presentate durante il processo erano sufficienti per provare l'inquinamento del luogo e i danni subiti dagli abitanti.
“La tesi del Giudice, confermata dai due colleghi, si è basata sul concetto di responsabilità oggettiva dell'impresa siderurgica. L'attività svolta da un'impresa di quel tipo implica, per se stessa, rischi tanto per l'ambiente quanto per soggetti terzi. Quando accade un fatto dannoso, in questo caso l'inquinamento, c'è l'obbligo di riparare, senza necessità di provare la colpa. Il principio di 'chi inquina paga', d'altronde, definisce che ogni danno derivato dall'inquinamento, anche se contenuto nei parametri tollerati dalle regole ambientali, deve essere riparato”, ha spiegato Danilo Chammas, avvocato della rete Justiça nos Trilhos.
La decisione dei giudici ha confermato la sentenza del giudice di Açailândia e ha condannato l'impresa al pagamento dei danni morali per un valore di R$ 42.000,00 per ogni famiglia denunciante, secondo quanto da essi chiesto quando iniziarono l'azione legale, nel 2005. Questa somma dovrà essere attualizzata secondo il tasso d'interesse e d'inflazione.
Quanto ai danni materiali, la decisione iniziale dei giudici indicava che la svalutazione degli immobili delle famiglie vittime dell'inquinamento “è stata forte a tal punto che il bene ha perso la sua utilità”. Il Tribunale ha mantenuto la stessa posizione della 2ª Corte di Açailândia, confermando che questo valore dovrà essere ricalcolato e indennizzato per ogni famiglia.
Per uno degli abitanti del quartiere Welen Pereira, che ha presenziato all'udienza, quella è stata una data molto importante per la comunità. “Oggi abbiamo dimostrato a quella impresa che ha il dovere il riparare tutti i danni che ha provocato nel nostro quartiere”, ha dichiarato Pereira.
Rete Justiça nos Trilhos
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