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Dopo la condanna di primo grado nel processo ILVA

Testimonianza di solidarietà al professor Giorgio Assennato

Lettera di un gruppo di scienziati ed esperti impegnati nel campo dell'epidemiologia e della ricerca ambinetale: "Siamo convinti che persevererà con la determinazione che lo caratterizza nell’affermare la propria innocenza negli ulteriori gradi di giudizio".
10 giugno 2021

Sono passati sei anni da quando, nel luglio 2015, scrivemmo una lettera di solidarietà per il Prof. Giorgio Assennato increduli alla notizia del suo rinvio a giudizio nel processo “Ambiente svenduto. Così scrivevamo:”Conosciamo da molti anni il direttore di ARPA Puglia, Prof Giorgio Assennato, e abbiamo condiviso con lui la passione per la ricerca sulle malattie da lavoro, l’interesse per le tematiche ambientali e le implicazioni per la salute, la difficoltà di coniugare ricerca e gestione dell’intervento pubblico che ha implicazioni per la tutela dell’ambiente e la sanità pubblica. Questo percorso ci ha portato ad apprezzare le grandi capacità tecniche di Assennato, le sue indubbie doti manageriali, la sua onestà e rigore morale, la sua apertura al confronto con tutti i portatori di interessi, la trasparenza negli atti pubblici e la sua profonda
convinzione che i conflitti ambientali vanno governati senza mai dare spazio a interessi di parte,
schematismi ed approssimazioni. Assennato è una persona con un integro senso dello Stato, un
professionista che in Puglia e in Italia ha speso le sue energie per sviluppare e consolidare il sistema delle agenzie ambientali e per tutelare diritti e salute. Per la conoscenza e la stima che abbiamo di Giorgio Assennato, con stupore abbiamo letto la notizia del reinvio a giudizio per l’indagine “Ambiente Svenduto” di Taranto. La sua onestà e rettitudine per noi sono fuori di dubbio.”


Restiamo sorpresi nell’apprendere della decisione di primo grado ma ribadiamo, come sei anni fa, la nostra fiducia in Giorgio Assennato, conoscendo da lungo tempo le sue doti integrità ed onestà, il suo profondo senso istituzionale, la sua impareggiabile competenza, la sua autonomia di pensiero e di azione nel perseguimento della tutela della salute pubblica. Connotati che si riflettono nella decisione non avvalersi della prescrizione, che lo avrebbe affrancato delle conseguenze di ordine penale ma avrebbe potuto lasciare una macchia ed un dubbio permanente sulla sua persona. Siamo convinti che persevererà con la determinazione che lo caratterizza nell’affermare la propria innocenza negli ulteriori gradi di giudizio ed esprimiamo la nostra solidarietà allo scienziato, all’uomo delle istituzioni, alla persona integerrima.


Carla Ancona, epidemiologa, Dipartimento di Epidemiologia, Servizio Sanitario Regionale, Regione Lazio; Pier Alberto Bertazzi, medico del lavoro ed epidemiologo, Università di Milano; Fabrizio Bianchi, epidemiologo, IFC-CNR, Pisa e IRIB-CNR, Palermo; Dario Consonni, medico del lavoro, Università di Milano; Ennio Cadum epidemiologo, ATS Pavia; Mario Cirillo, ingegnere, già ISPRA: Pietro Comba, epidemiologo, già ISS; Liliana Cori, comunicatrice, ricercatrice CNR; Francesco Forastiere, epidemiologo, già Dipartimento di Epidemiologia, Servizio Sanitario Regionale, Regione Lazio; Paolo Lauriola, epidemiologo, già ARPA Emilia-Romagna; Paola Michelozzi, epidemiologa, Dipartimento di Epidemiologia, Servizio Sanitario Regionale Regione Lazio; Angela Pesatori, medico del lavoro, Università di Milano; Roberta Pirastu, epidemiologa, già Università “ La sapienza” di Roma; Danila Scala, medico, già ARPAT Toscana; Luciana
Sinisi, medico, già ISPRA; Salvatore Scondotto, epidemiologo, Dipartimento Osservatorio Epidemiologico, Regione Sicilia.

ILVA di Taranto

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