Pacifisti e giornalisti: venti regole per comunicare meglio

Il rapporto fra giornalisti i gruppi pacifisti non è dei migliori. Ci si lamenta spesso (e a ragione) che i media locali e nazionali "ignorano" i pacifisti. Qui non tratteremo della malafede. Cercheremo di vedere come si può migliorare l'offerta di informazione. Ci baseremo sull'esperienza di PeaceLink e dei consigli tratti dall'esperienza di Giuliana Ledovi che da anni offre una qualificata formazione agli uffici stampa. Ecco dunque un "manuale minimo" con venti consigli. Le informazioni possono diventare notizie.
- Avere il senso della notizia e della "notiziabilità" dell'informazione.
- Curare la qualità e l'attendibilità dell'informazione.
- Capire la domanda di notizie.
- Partire dall'interesse del giornalista e del lettore, non da quello della propria organizzazione.
- Avere il senso del ritmo e della tempestività.
La nostra preparazione deve essere studiata nei particolari.
- Essere collaborativi con le fonti giornalistiche.
- Essere una fonte informata ed essere competenti.
- Essere onesti e non dire bugie.
- Essere oggettivi e documentati.
- Essere in grado di comprendere e capovolgere gli stereotipi sul pacifismo offrendo un'informazione migliore e più attendibile di quella ufficiale.
Occorre costruire un nostro patrimonio informativo che "faccia gola" al giornalista. Da ciò discendono le seguenti regole.
- Avere la propria scorta di informazioni, da aggiornare e arricchire sia per quantità sia per qualità.
- Trasferire sul web la propria scorta di informazione.
- Fare del proprio sito web uno strumento di servizio per i giornalisti.
- 14) Essere prossimi, accessibili e affidabili.
- Essere capaci di anticipare le richieste.
La "forma" della comunicazione deve contraddistinguerci e la scelta delle informazioni deve essere realizzata con criterio. Pertanto...
- Essere attivi e creativi.
- Saper trovare delle "storie" che "narrino" il messaggio che si intende comunicare.
- Saper tirare fuori una "miniera" che non sapevamo di possedere o che davamo per scontata ma che può essere una "scoperta" per la grande maggioranza dei lettori.
- Capire ciò che "merita" di essere comunicato.
- Capire come interessare il lettore mettendosi dal punto di vista di chi non è pacifista.
Sono venti consigli molto stringati, una sorta di "manuale minimo": chi volesse un approfondimento vada sulla "Guida alla comunicazione pacifista" che offre qualche dettaglio operativo in più rispetto a quanto abbiamo sintetizzato. Infine occorre sapere che è fallimentare ripetere due volte un comunicato sullo stesso argomento: occorre reinventare la "notiziabilità" del nuovo comunicato evidenziando l'elemento di novità. E se il giornalista scrive qualcosa che non gradiamo? Lamentiamoci solo in caso di imprecisioni gravi e di malafede. L'obiettivo è un articolo corretto, non favorevole.
Per informazioni sulla campagna "Dai voce alla pace" clicca su http://www.tavoladellapace.it/iniziative.asp?codice=46
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