Taranto, una situazione imbarazzante

Loro nel Palazzo, noi fuori

Oggi il ministro Di Maio non ci ha ricevuto. La soluzione adottata dal M5s è stata semplice: tenere i cittadini e le associazioni dei cittadini fuori dalla porta. Per evitare spiacevoli imprevisti.
24 giugno 2019

L'incontro tra Marescotti e Di Maio

Mi sono chiesto nelle scorse settimane come Di Maio si sarebbe preparato al nuovo incontro con noi a Taranto. Quali tecniche avrebbe preparato per rispondere meglio dell'altra volta, per prevenire imbarazzi ed osservazioni insidiose. Mi sono chiesto cosa gli stessero suggerendo i suoi consiglieri, i suoi esperti di comunicazione. Ma ho scoperto che la soluzione adottata dal M5s era semplice: tenere i cittadini e le associazioni dei cittadini fuori dalla porta.

Oggi siamo infatti rimasti fuori dal portone della Prefettura. "Non invitati", tenuti fuori.

Alcune associazioni avevano avuto un permesso scritto - giunto da Roma per email - che oggi è stato malamente revocato all'ultimo momento, con fare goffo e inaspettato (hanno fatto due ore di fila per essere poi esclusi).

E allora noi di PeaceLink abbiamo fatto una scelta di libertà, abbiamo parlato con i giornalisti in piazza.

Loro asserragliati nel Palazzo, noi fuori.

Note: Le associazioni come PeaceLink sono ammesse in tribunale perché rappresentano interessi collettivi tutelati, e visto che si discuteva a Taranto anche di ambiente e salute (c'erano i ministri) eravamo legittimati a rappresentare tali interessi. Escuderci - dal punto di vista strettamente formale - è stato uno strappo alla corretta interpretazione delle norme civili e sociali su cui si basano gli inviti istituzionali. Queste cose si trovano nei manuali di diritto che il ministro Di Maio non ha finito - a suo tempo - di studiare all'università.

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