Quando i piedini di una bambina fanno notizia
Guardate qui cosa accade adesso che il vento viene dall'ILVA. Una polvere sottile e quasi invisibile si insinua nelle case.
La gente apre le finestre, e arriva l'aria dell'ILVA, direttamente in casa. Per sentire un po' di fresco. Fresco in cambio di inquinamento.
Ma ci sono anche mamme che si si riparano per quello che è possibile, per opporre un po' di resistenza all'inquinamento.
Mi ha scritto una di queste mamme. E mi ha mandato due foto.
Quello che vedete è il piedino della sua bimba di quattro anni del quartiere Tamburi. La mamma ha lavato la casa domenica alle 22.30 e ieri alle 13.30 - con il vento che proviene dalla zona ILVA - le polveri sono di nuovo entrate in casa. In casa c'è anche una bambina di sei mesi, e gattonando si è sporcata non solo i piedi ma anche la faccia. La mamma mi ha scritto: "La mia piccola stava leccando per terra, appena l'ho vista e l'ho subito lavata da cima a fondo. Aveva la faccia impolverata, era un pezzo di nero".
E ha precisato: "Tutto questo con tapparelle quasi abbassate e ante a ribalta".
Chi non è di Taranto difficilmente può capire cosa significa regolare la propria vita in base al vento.
E così oggi tutti sono felici perché il vento viene da nord e la temperatura è scesa, le case si sono raffrescate, e allo stesso tempo siamo arrabbiati perché le finestre aperte saranno pagate a caro prezzo: inquinamento in casa. La tentazione è quella di tenere aperte le finestre. Ma si sa che il vento da nord porta in casa le polveri sottili dell'ILVA. E tutto questo nonostante i parchi minerali siano stati coperti. La polverosità generale dell'ILVA e i parchi secondari scoperti, oltre ai nastri trasportatori ancora in parte scoperti, è alla base di un fenomeno di inquinameno che non si è ancora interrotto. A farne le spese sono in primo luogo i bambini.
Ma i piedini di quella bambina stanno lanciando un messaggio di pietà sui social, con tantissime condivisioni.
Enzo mi scrive dopo aver visto i piedini della bambina: "Quando ero piccolo negli anni '60 era già la norma, mi ricordo che anch'io avevo i piedi neri se giravo scalzo in casa e la sensazione strana del minerale sulla pelle, che è diversa da quella della polvere normale. Nel '73 mi mandarono a Firenze a fare le prove allergiche perché avevo sempre la bronchite asmatica e venne fuori che ero 'allergico alla polvere'..."
Un anonimo mi scrive: "Un ingegnere che lavorava in Ilva a Taranto (neo assunto nel 2006) lavorava in ufficio con la mascherina 3M semifacciale coi filtri, non la semplice mascherina. Era su un impianto di riciclaggio polveri inerti acciaieria, coke, afo. Si fece murare le finestre dell'ufficio perche diceva che entrava la polvere anche a finestre chiuse. Ogni giorno, anche dopo le pulizie di routine giornaliere, puliva la sua scrivania, ma puntualmente la polvere si depositava ugualmente. Morale della favola? Si è licenziato".
Quello che tuttavia è più preoccupante è la polvere che non si vede, e a Taranto non è diminuita nonostante la copertura dei parchi minerali. Lo dicono le centraline Ilva che abbiamo consultato con scrupolo.
E adesso?
Tremilacinquecento tarantini hanno firmato una lettera al presidente del Consiglio Conte che comincia così: "Egregio Presidente Giuseppe Conte, adesso dovrebbe bastare, non crede?". L'ha firmata anche Piero Pelù, cofondatore del gruppo musicale Litfiba. A promuovere la lettera sono i Genitori Tarantini.
Continua la resistenza. Una resistenza basata sulla cittadinanza attiva, sulla gentilezza e sulla nonviolenza.
Perché Taranto è un laboratorio della strategia nonviolenta. Un esempio di conflitto gestito in modo gandhiano.
Taranto è laboratorio della cittadinanza scientifica. Gli occhi puntati sulle centraline.
Taranto è laboratorio della perseveranza. Tredici anni di lotte che hanno portato a un processo, a procedure di infrazione europee e a una condanna della CEDU contro lo Stato Italiano.
Ma non basta. La partita a scacchi non è né vinta né persa: è aperta.
Si è da poco costituito un Comitato Cittadino che sui valori della nonviolenza ha incardinato la sua ragione di resistenza morale.
Domani PeaceLink terrà un seminario online perché la cittadinanza attiva divenga, nella scuola, non solo una materia di studio ma una competenza strategica, per Taranto e per tutti quei territori che vogliono difendersi e rinascere. Perché i cittadini possono vincere, devono vincere.
Articoli correlati
- L'inquinamento dell'ILVA va oltre il cambiamento climatico
Un futuro da costruire insieme a Taranto, la riconversione
Al termine del corteo dei Friday For Future di Taranto, Roberto ha letto questo testo che esprime le sue preoccupazioni e le sue speranze e che si conclude così: "Uniti possiamo far sentire la nostra voce e costruire un futuro migliore per noi e per le generazioni a venire."11 ottobre 2024 - L'inquinamento persiste ancora a Taranto
E' a rischio il polo dei microinquinanti dell'ARPA Taranto
La questione è stata sollevata da Antonio Lenti che ha ottenuto un voto unanime sulla mozione a sostegno del polo in consiglio comunale di Taranto e sarà oggetto di un'audizione nella commissione ecologia della regione Puglia.27 settembre 2024 - Fulvia Gravame - Comunicato stampa di Europa Verde Taranto
Salviamo il Polo di Specializzazione Microinquinanti dell'ARPA di Taranto!
Forte presa di Gregorio Mariggiò a difesa della struttura che svolge le analisi per cercare i microinquinanti, tra i quali le diossine, che danneggiano gravemente l'ambiente e la salute a Taranto. Sarà presentato un ordine del giorno al Comune di Taranto tramite il consigliere Antonio Lenti.31 luglio 2024 - Nel suo cervello polveri finissime di minerali usati nei processi siderurgici
La lotta prosegue nel nome del piccolo Lorenzo Zaratta
Il processo Ambiente Svenduto molto probabilmente andrà rifatto per un problema procedurale. Sempre che - con un ricorso in Cassazione - non sia possibile evitare lo spostamento da Taranto a Potenza. Noi però continuiamo per dare giustizia al piccolo Lorenzo, morto per un tumore al cervello.16 settembre 2024 - Alessandro Marescotti
Sociale.network