L'esercito Usa censura i blog
NEW YORK - I blog raccontano la guerra, se la censura lo permette. Da Bagdad sono ormai una buona fonte di informazione i diari online degli studenti iracheni: ma i soldati americani rischiano di non poterlo fare più. Il Pentagono ha infatti dichiarato guerra ai milblogs, con una motivazione secca: anche il nemico può leggerli. E che la guerra telematica sia in corso, lo sa anche Bush, che ritiene legittima l'intercettazione di mail e telefonate: "Se Al Qaeda chiama un numero negli Usa, voglio sapere il perché".
Ora la censura arriva sui blog dei soldati. "Non interessano solo quattro amici in patria" sostengono le autorità "ma anche i ribelli". E' c'è chi protesta, come Jason Hartley, che proprio a causa di un diario è stato degradato e multato un anno fa. "Per uno che ne apre, ne viene chiuso subito un altro".
Ecco i controllori. Esercito, Marina e Air Force chiedono ora una registrazione al soldato che apre un diario. E squadre "speciali" leggono tutti i contenuti. Ma questa forma di censura nulla può contro le informazioni che i soldati scambiano con amici e media in patria, senza pubblicarle. "L'esercito spreca il suo tempo" spiega il giornalista specializzato Seymour Hersh.
Il macabro precedente. Non sempre i militari Usa hanno usato il blog per fare informazione "alternativa". Alcuni soldati ottennero sei mesi fa l'accesso a siti porno offrendo in cambio foto di cadaveri, magari con didascalie del tipo: "L'unico iracheno buono è quello morto".
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