'La Passione' degli Americani

Mente si dibatte sul controverso film di Mel Gibson, in Italia dal 7 aprile, sulla eccessiva violenza e sulle presunte accuse di antisemitismo, l'autore si chiede semplicemente perche' il regista abbia utilizzato solo attori dalla pelle bianca per rappresentare dei mediorientali di 2000 anni fa
30 marzo 2004
William Rivers Pitt - trad. Melektro


27 Febbraio 2004

In quest'ultimo periodo le frequenze televisive sono state dominate da un frenetica e continua discussione sul nuovo film di Mel Gibson "La Passione diCristo". Lo scopo principale del dibattito sembra essere cercare di capire se con il suo film Gibson abbia voluto, seguendo lo stesso vecchio schema delle rappresentazioni anti-semitiche medioevali sulla passione, assestare una vera e propria bordata contro il popolo Ebreo. Una numerosa schiera di rabbini e di pastori Cristiani sta già discutendo di questo praticamente su ogni canale televisivo e quindi, per il momento, lascio a loro la questione.

La mia domanda è molto più semplice: perchè mai Mel Gibson ha realizzato un film sull'antico Medio Oriente e poi l'ha riempito di così tanta gente dalla pelle bianca? A vedere gli attori principali di questa pellicola, verrebbe da pensare che Gesù avesse fatto il suo lavoro vicino a Manchester, nel New Hampshire, anziché nella Terra Santa. La risposta a questa domanda la si trova precisamente all'interno degli Stati Uniti, che è il mercato principale per questo film. Ci sono milioni di Cristiani in America, e circa il 25% di essi si riconosce nel cristianesimo evangelico. E' perfettamente ragionevole pensare che negli Stati Uniti questo film possa andare molto bene commercialmente, vista in particolar modo la polemica che ha finito per scatenarsi attorno alla sua sceneggiatura.

Tuttavia la predominanza della pelle bianca del cast sottolinea decisamente una verità non Cristiana, che va a porsi assai vicino al cuore di questa repubblica. In poche parole: il crocifiggere un Gesù Cristo bianco sullo schermo è capace di provocare una risposta molto più emotiva da parte degli spettatori Americani, rispetto alla crocifissione di un salvatore di evidente origine Medio Orientale.

In primo luogo, lasciamoci alle spalle l'idea che la gente bianca che è stata scritturata per interpretare i personaggi più carichi emotivamente di questo film - ossia Gesù, Giuda e Maria Maddalena - abbia qualche cosa a che fare con l'esattezza storica. In realtà, la regione dove Gesù era nato, era, e rimane, popolata da persone di pelle scura. Il fatto che Gesù non avesse la pelle bianca è supportato pienamente da resoconti storici e dalle scritture bibliche. Giusto per fare un esempio concreto, il Vangelo di Matteo descrive Maria e Giuseppe che fuggono in Egitto per sottrarsi al furore di Erode. L'Egitto è in Africa ed è popolato da gente dalla pelle scura. Mi pare ovvio che questo sarebbe l'ultimo posto sulla terra dove andrei a nascondere un bambino bianco per sfuggire ad un Re arrabbiato.

Le raffigurazioni più antiche di Gesù, dipinte dai primi cristiani denominati Esseni nelle catacombe di Roma, raffigurano una persona di pelle scura. Durante il periodo dell'imperatore romano Giustiniano II, venne coniata una moneta d'oro che riportava impressa un'immagine di Gesù. Questa moneta, che oggi è esposta al British Museum, raffigura un uomo dalle caratteristiche inconfutabilmente non-bianche e i capelli finemente arricciati. Infine, c'è il Libro dell'Apocalisse, che dà conferma delle opere degli Esseni e dei coniatori di moneta Romani, descrivendo Gesù come un uomo dai capelli come la lana, i piedi dal colore dell'ottone bruciato e che assomigliava alle pietre della sarda e del diaspro. La sarda e il diaspro sono entrambe di colore marrone, come lo è l'ottone bruciato.

Il Gesù più familiare agli Americani, il Gesù descritto nel film di Gibson, assomiglia al cantante di una rock band alternativa del Minnesota. Giuda in questa pellicola è una versione in formato ridotto dello stesso fenomeno. Pelle bianca, capelli marroni lunghi e diritti, caratteristiche decisamente europee. Questo non è il Gesù che tanto tempo fa predicò la rivoluzione contro l'Impero, questo è il Gesù che cinque secoli fa venne dipinto da Michelangelo, che usò suo cugino di pelle bianca come modello per il Salvatore.

La terribile verità. che mai viene rappresentata alla maggior parte degli Americani, è che Gesù assomigliava molto di più ad un Iracheno, o ad un Afgano, ad un Palestinese, ad un Arabo, piuttosto che ad uno qualunque dei dipinti che abbelliscono le pareti delle chiese Americane da costa a costa. Questo era un fatto già scomodo prima dell'11 Settembre. Dopo l'attacco, è diventato quasi un imperativo morale erigere la maggior distanza possibile fra gli Americani e la popolazione del Medio Oriente. Adesso, suggerire che Gesù abbia condiviso un'eredità genealogica e una somiglianza fisica con la gente che viene imprigionata in gabbie da cani giù a Guantanamo è come ballare sul filo del tradimento.

George W. Bush si definisce un Cristiano. A sentir lui, sarebbe in stretto rapporto, poltrona a poltrona, con l'Onnipotente, e godrebbe di regolari conversazioni con Colui Che E' su qualsiasi argomento, dalla politica fiscale ai piani di invasione. Bush sta impersonando un unico ruolo ambivalente sia come Comandante in Capo che come l'alto sacerdote dell'ala evangelica della Cristianità Americana.

Quando, nel maggio scorso, Bush fece il suo piccolo volo impettito sulla portaerei, proclamò vittoria citando versi biblici e mandando così un deciso segnale a quei Cristiani che lo vedono come qualcosa di più di un uomo. Bush, quel giorno, citò il passaggio di Isaia dai Canti del Servo, sulla liberazione dei prigionieri e sugli schiavi che vengono rimessi in libertà. Questo è lo stesso passaggio, come descritto nel capitolo 4 del Vangelo di Luca, che venne usato da Gesù per annunciare la sua venuta in terra come il figlio di Dio. "Oggi si è compiuta questa scrittura che avete udito con le vostre orecchie", disse Gesù. L'uso da parte di Bush di questo passaggio incredibilmente carico di significato la dice lunga sulle sue fantasie messianiche e sulla sua condizione di "Cristiano - in - Capo."

Tuttavia questo è lo stesso uomo che invade i paesi senza ragione e consegna decine di migliaia di innocenti ad una morte esplosiva e infuocata. Questo è lo stesso uomo che spinge le politiche fiscali nella direzione di un maggiore arricchimento di chi è più ricco mentre strappa fondi e servizi ai più bisognosi in questa nazione. Questo è l'uomo che parla la lingua della vendetta, del timore e della violenza. Questo è l'uomo la cui condotta morale si fa beffe delle parole di Cristo come riportate dal Vangelo di Luca, capitolo 12, versetto 15: "Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende dai possessi". Tristemente, la obliqua bussola morale di George W. Bush è condivisa da troppi Americani che tendono a definirsi Cristiani.

Probabilmente le parole più importanti mai pronunciate da Gesù si possono trovare nel Vangelo di Matteo, al capitolo 5, versetti 38-45. "Avete inteso che fu detto, 'occhio per occhio e dente per dente'", disse il Cristo. "Ma se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chiunque ti citasse in giudizio per toglierti la tunica, tu lasciagli anche il mantello; e se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle. Avete inteso che fu detto, 'amerai il tuo prossimo ed odierai il tuo nemico'. Ma io vi dico, amate i vostri nemici e pregate per coloro che vi perseguono, di modo che possiate essere figli del vostro Padre che è nel cielo; Lui che fa sorgere il sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e che fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti".

Sono queste parole che condannano sia Bush che l'atteggiamento morale di molti Cristiano Americani. Certamente, Gesù non era uno stupido. In Luca, capitolo 11, versetto 21, dice, "quando un uomo forte, completamente armato, protegge il proprio palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro". L' auto - protezione, per la persona e la nazione, è sia morale che intelligente. Ma la vendetta, la violenza e l'odio non sono cristiane. La misericordia, l'amore e la generosità sono i marchi di garanzia degli insegnamenti di Gesù. Se vuoi definirti un Cristiano, devi essere a favore del povero e del debole e contro l'impero e la vendetta. Punto.

Questi semplici attributi sono tutti troppo assenti dall'anima e dallo spirito degli Stati Uniti. Il Gesù bianco di Gibson è solo un esempio di quanto noi Americani ci siamo smarriti. Possiamo tranquillamente scommettere che se Gibson avesse scelto per il ruolo di Gesù un attore dalla pelle scura, la sua pellicola non avrebbe goduto di grande risonanza in questo paese. Milioni di Americani provano a vivere seguendo gli insegnamenti di Gesù e lo fanno con successo, ma si trovano in disaccordo con coloro che sventolano la bandiera della Cristianità, perché questo è spesso solo un travestimento.

Troppi cosiddetti Cristiani sono ciechi davanti alla storia, davanti alle azioni della nostra nazione, davanti all'ipocrisia dei nostri cosiddetti leader ed il mondo sanguina a causa di tutto questo. Troppi cosiddetti Cristiani sono persone che massacrerebbero il Salvatore per proteggere il proprio potere e la propria posizione. E fosse oggi vivo Gesù, probabilmente si inchioderebbe alla croce da solo per sfuggire a tutta questa gente che si comporta in modo barbaro, nel Suo nome.

William Rivers Pitt è un insegnante di Boston, Massachussets (USA). E' uno scrittore di successo a livello internazionale, autore di tre libri - "War On Iraq" (Context Books), "The Greatest Sedition is Silence", (Pluto Press) and "Our Flag, Too: The Paradox of Patriotism", (Context Books). William è un collaboratore di Liberal Slant e può essere contattato all'indirizzo di posta: w_pitt@hotmail.com
Note: Tradotto da Melektro e da Patrizia Messinese - A Cura di Peacelink

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