Memoria, lotta e resistenza sociale nella narrazione di Piero Mottolese
Un elemento cruciale è rappresentato dalla narrazione di Piero Mottolese, ex operaio dell’Ilva, che ricostruisce il suo percorso lavorativo e umano all’interno della fabbrica. I suoi ricordi non solo gettano luce sulla quotidianità del lavoro in un contesto industriale così complesso, ma rivelano anche le ferite, le lotte e le speranze di chi ha vissuto in prima persona l’impatto della siderurgia. Il racconto di Piero, carico di memoria e significato, diventa simbolo delle molteplici sfaccettature della vulnerabilità sociale: quella vissuta in fabbrica e quella esperita nella vita fuori dalle mura industriali.
Con uno sguardo antropologico, l’autrice mette in luce come le narrazioni individuali e collettive, intrecciate con le iniziative associative come quelle di PeaceLink, siano fondamentali per comprendere l’impatto devastante dell’inquinamento e la sfida di immaginare un futuro oltre la siderurgia.
Questo lavoro rappresenta un contributo unico per chi vuole approfondire il legame tra giustizia ambientale e diritti umani, invitando a riflettere su come le politiche industriali e le scelte collettive possano ridefinire le comunità, il loro rapporto con il territorio e, soprattutto, la loro umanità. Una lettura che ispira e arricchisce il dibattito sul futuro del nostro modello industriale e sociale. Un racconto che intreccia memoria e denuncia, evidenziando il ruolo cruciale delle associazioni cittadine nella costruzione di un dibattito pubblico sul disastro tarantino.
Indice commentato degli argomenti trattati
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Introduzione
Una panoramica sul contesto tarantino, con il racconto iniziale di un dialogo familiare che introduce il tema della percezione del rischio e delle dinamiche sociali legate all’Ilva. L’autrice spiega il suo approccio antropologico e il motivo per cui ha scelto di approfondire il caso di Taranto. -
L’Ilva non esiste
Un’analisi del complesso industriale siderurgico, descritto non come un’entità monolitica, ma come un insieme di microcosmi con storie, problemi e dinamiche differenti. Le narrazioni di operai come Piero Mottolese introducono il tema della pluralità delle esperienze umane all’interno della fabbrica. -
Il campo
Descrizione dell’esperienza sul territorio durante la ricerca, con il coinvolgimento nelle assemblee pubbliche e nelle attività delle associazioni ambientaliste e cittadine, tra cui PeaceLink. Il rapporto diretto con gli abitanti del quartiere Tamburi e con gli attivisti offre una prospettiva privilegiata sul dibattito pubblico. -
Il pianeta acciaio
Una retrospettiva storica sull’origine e l’espansione dell’Ilva di Taranto, evidenziando il peso della retorica industriale e le sue ripercussioni ambientali e sociali. Si analizzano le strategie economiche e politiche che hanno portato alla costruzione e all’ampliamento dello stabilimento, nonostante le criticità note fin dagli anni ‘70. -
Vulnerabilità sociale e antropologia del rischio
Approfondimento sul concetto di vulnerabilità sociale, analizzando come le politiche industriali abbiano condizionato il territorio e la popolazione di Taranto. Viene discusso il significato antropologico del “disastro” e la percezione del rischio tra cittadini e lavoratori. -
Microcosmi di fabbrica: narrazione e costruzione della vulnerabilità
Le testimonianze di Piero Mottolese e altri operai illustrano come il lavoro in fabbrica abbia plasmato non solo la loro esistenza, ma anche la loro percezione del rischio. La narrazione diventa uno strumento di resistenza e di denuncia, intrecciando memoria personale e impegno collettivo. -
Fuori dalla fabbrica
Esame delle forme di resistenza e partecipazione nate al di fuori dei confini industriali. PeaceLink e altre associazioni vengono analizzate come luoghi di mediazione tra il vissuto degli operai e il dibattito pubblico, contribuendo alla costruzione di una coscienza collettiva sulla questione ambientale e sociale. -
Cittadini e lavoratori
Analisi delle relazioni complesse tra operai e cittadini nel dibattito sull’Ilva. Viene messa in evidenza la frattura sociale tra chi difende il lavoro in fabbrica e chi lotta per un ambiente più sano, cercando di superare la dicotomia tra occupazione e salute. -
Considerazioni conclusive
Riflessioni finali sull’esperienza tarantina, con una critica alle politiche industriali e alla gestione del rischio. L’autrice sottolinea l’importanza di narrazioni come quella di Piero Mottolese per comprendere il disastro umano e ambientale e per immaginare alternative sostenibili. -
Bibliografia e Appendice
Elenco delle fonti utilizzate e trascrizioni di interviste e dialoghi raccolti sul campo, che arricchiscono il quadro narrativo e analitico della tesi.
Taranto - Il dolore non muore mai. L’ho visto negli occhi di Piero Mottolese, un ex–operaio dell’Ilva
https://www.italiachecambia.org/2013/11/ilva-a-taranto-il-dolore-non-muore-mai/
Allegati
Tesi di laurea su Piero Mottolese
Monia Torre (Università Ca' Foscari Venezia)
Fonte: http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/4979/835295-1164382.pdf?sequence=21337 Kb - Formato pdfDisastro Taranto: «Poi ho capito che ci stavano ammazzando a tutti»
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