Perché ha vinto la società civile

Il popolo delle formiche... ha spostato l'elefante

Ho avuto speranza di raggiungere il quorum nel referendum quando ho percepito la varietà e la molteplicità dei modi con cui si è fatta campagna per il voto e per il sì: ognuno con i propri mezzi, nel proprio quotidiano ha dato una spinta alla riuscita del referendum
18 giugno 2011
Marinella Marescotti

Due parole sulla straordinaria campagna referendaria, al di là di tutti i bla bla bla che scrivono politici e giornalisti. Chi ha vissuto dal di dentro questa esperienza ha potuto confrontarsi con centinaia di persone comuni, gente di ogni estrazione sociale, età, convinzione politica, credo religioso, ecc.

La sensazione è quella che un popolo di formiche (come da famoso proverbio africano) è riuscito a spostare l’elefante dell’indifferenza e della disillusione. Ancora più del nucleare (c’è sempre il solito refrain Tanto ce l’hanno gli altri paesi!) hanno trovato approvazione i quesiti sull’acqua, vuoi per l’insito senso di sacro e vitale che porta dentro di sé questo bene (laudato sii mio Signore per sorella acqua, cantavano gruppi di frati per la strada) vuoi per l’abnormità della norma che riconosceva per legge un profitto a chi gestisce l’unica conduttura che ti porta l’acqua a casa: dovevate vedere i commercianti dei negozi o delle bancarelle del mercato quando dicevi che mentre per loro il profitto se lo sudavano in mezzo a una miriade di concorrenti, questi unici gestori dei servizi idrici ce l’avevano garantito per legge!

Mi hanno fermato varie persone, tra cui signore abbastanza grandi di età, vedendo i ‘pizzini’ colorati appesi a tutte le mie borse e cartelle (Su acqua e nucleare… SI va a votare), chiedendomi se avevo volantini da dare loro per fare propaganda, o semplicemente per essere certe che per dire no bisognava votare sì (un
pizzico di diffidenza rispetto a questo meccanismo l’ho percepito da molti, che addebitavano questa caratteristica costituzionale del referendum abrogativo a un trucco truffaldino del governo…. C’è sempre
un colpevole!). Battiquorum


Ho avuto speranza di raggiungere il quorum quando ho percepito la varietà e la molteplicità dei modi con cui si è fatta campagna per il voto e per il sì: ognuno con i propri mezzi, nel proprio quotidiano ha dato una spinta alla riuscita del referendum: musicisti hanno rielaborato canzoni (sulle note di Domenico Modugno “Vooootare, ooh ohh”), birrerie hanno offerto  birra offerte a chi portava la tessera elettorale col timbro che comprovava il voto, manifestazioni le più disparate hanno ospitato i banchetti referendari, conduttori e conduttrici di tante radio private che definiremmo ‘leggere’ hanno fatto passare il messaggio tra una canzone e l’altra, scout hanno organizzato dibattiti par condicio e faticavano a trovare un favorevole al nucleare, auto e balconi si sono vestiti di bandiere e volantini dei 2 SI per l’acqua pubblica e Nucleare mettiamoci una croce sopra, manipoli di giovani e non più giovani hanno scoperto la colla da parati (e chi l’aveva mai usata?) per attaccare i tantissimi manifesti negli spazi assegnati dal Comune, altri hanno partecipato ai flash mob, molti hanno messo ben evidente  la spilletta  addosso…

Tralascio tutto il lavoro sui social network perché, se leggete questa pagina web, l’avete sperimentato di persona.


Anche il mio medico, con uno zoccolo duro di disillusione che sono riuscita a scalfire ma non a
spaccare (i miei argomenti lo hanno fatto riflettere, mi ha detto, ma non è comunque andato a votare), alla fine era molto contento perché aveva vinto la società civile.

Allora, se sei contento di una vittoria che ha costruito un popolo di formiche, scegli di essere formica anche tu e di dare senso al bellissimo insegnamento di Gandhi:
 “SII TU IL CAMBIAMENTO CHE VUOI VEDERE NEL MONDO”

Grazie (di quorum…) a tutti/e coloro che sono state formiche con noi in questo periodo.

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