"Il fascismo respinge il pacifismo che nasconde una viltà di fronte al sacrificio"
"Anzitutto il fascismo, per quanto riguarda, in generale, l'avvenire e lo sviluppo dell'umanità, e a parte ogni considerazione di politica attuale, non crede alla possibilità né all'utilità della pace perpetua. Respinge quindi il pacifismo che nasconde una rinuncia alla lotta e una viltà - di fronte al sacrificio. Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla. Tutte le altre prove sono dei sostituti, che non pongono mai l'uomo di fronte a se stesso, nell'alternativa della vita e della morte. Una dottrina, quindi, che parta dal postulato pregiudiziale della pace, è estranea al fascismo cosi come estranee allo spirito del fascismo, anche se accettate per quel tanto di utilità che possano avere in determinate situazioni politiche, sono tutte le costruzioni internazionalistiche e societarie, le quali, come la storia dimostra, si possono disperdere al vento quando elementi sentimentali, ideali e pratici muovono a tempesta il cuore dei popoli. Questo spirito anti-pacifista, il fascismo lo trasporta anche nella vita degli individui. L'orgoglioso motto squadrista «me ne frego», scritto sulle bende di una ferita, è un atto di filosofia non soltanto stoica, è il sunto di una dottrina non soltanto politica: è l'educazione al combattimento, l'accettazione dei rischi che esso comporta; è un nuovo stile di vita italiano".
Fonte: http://www.cronologia.it/storia/a1923g.htm
(1) Filippo Corridoni fu un sindacalista rivoluzionario inizialmente antimilitarista. Nell'aprile del 1907 fondò il foglio antimilitarista "Rompete le file" e nel maggio dello stesse anno venne arrestato perché sorpreso a distribuire quelle pagine "sovversive" ai soldati. Nel 1914 divenne con Mussolini un fervente interventista. Morì in guerra.
Cfr. http://www.comune.osimo.an.it/itcg/fcorridoni.htm
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