«Domenico operario ILVA era uno di noi»
Si indaga per omicidio colposo. La magistratura ha aperto un fascicolo d’inchiesta sulla morte di Domenico Occhinegro, 26 anni, di Palagiano, l’operaio dell’Ilva rimasto schiacciato tra due tubi d’acciaio durante il turno di lavoro al reparto Tubificio 2. Dall’informativa che stanno redigendo gli ispettori del lavoro potranno emergere eventuali responsabilità. Le norme sulla sicurezza sono state rispettate? Perchè Occhinegro si trovava in un’a re a interdetta al passaggio? A questi interrogativi dovrà dare una risposta l’indagine penale. L'incidente non è stato causato certo dall’inesperienza dell’operaio. Dopo svariati annunci, dovrebbe diventare operativo a breve il il Nucleo operativo integrato di prevenzione e vigilanza, costituito da ministero della salute, ministero del lavoro, Regione Puglia, Arpa, Inail e Ispesl. Ad insistere sull’aspetto della collaborazione fra Enti sono stati i sottosegretari alla salute Antonio Gaglione e Giampaolo Patta.
L’approdo è l’applicazione e il rispetto dell leggi. Il Nucleo, che si occuperà di sicurezza sul lavoro, ha già individuato una serie di figure - tra tecnici e medici - in grado di fornire un apporto qualitativamente elevato in termini di professionalità. Gli esperti del nascente Nucleo hanno stilato un programma d’azione al quale l’Ilva sembra aver dato il via libera. E’ quanto ha annunciato il sottosegretario Gaglione al termine del vertice di mercoledì sera in Prefettura «L'Ilva - ha fatto sapere Gaglione - ha accettato che il nucleo operativo integrato diventi operativo nei reparti del siderurgico. Il protocollo istitutivo, firmato dalle istituzioni l’8 maggio scorso, prevede la presenza dell’importante organismo, 24 ore su 24, all’interno dello stabilimento Ilva di Taranto, per garantire salute e sicurezza dei lavoratori del grande complesso industriale. Tale organismo - ha aggiunto il sottosegretario - avrà funzioni di monitoraggio, prevenzione, valutazione e studio degli eventi infortunistici rilevati in sede di lavoro».
I segretari provinciali dei sindacati metalmeccanici Franco Fiusco (Fiom Cgil), Giuseppe Lazzaro (Fim Cisl) e Rocco Palombella (Uilm Uil) si sono dichiarati favorevoli alla nascita del Nucleo di prevenzione e vigilanza e pensano alla possibilità di realizzare attività d’indagine sul tema della sicurezza in fabbrica unendo a questa un piano formativo per i rappresentanti sindacali e per i lavoratori. Allo sciopero unitario indetto dopo la morte di Domenico Occhinegro ha partecipato il 75% dei dipendenti dello stabilimento. Anche ieri sono giunti messaggi di cordoglio alla famiglia del giovane operaio morto all’Ilva. «E’ inaccettabile che si muoia per un diritto, il lavoro» sottolinea in una nota la federazione provinciale del Partito dei Comunisti Italiani.
Il nome Domenico urlato dalla sorella Pasqua tante e tante volte a squarciagola, sovrasta la musica della banda che accompagna il feretro davanti alla chiesa dell’Immacolata dove, all’aperto, viene celebrato il funerale. Il dolore strazia i cuori. I genitori di Domenico Occhinegro si reggono a malapena all’altro figlio, Carmelo, che cerca di sostenere un dolore troppo grande. Tanta la gente al funerale del giovane operaio morto nell’Ilva, c’è anche il sindaco con l’Amministrazione comunale, il consigliere regionale Scalera, la Polizia Municipale e i Carabineri. A Palagiano è lutto cittadino per Domenico che “ha sperimentato il peso della morte che lo ha strappato alla vita - dice don Salvatore Casamassima nell’omelia -, ma nessuna cosa può separarci dall’amore di Dio”.
Poi, dura, la condanna: “Tanti compagni di Domenico sperimentano il pericolo del lavoro che diventa insulto alla dignità dell’uomo, bestemmia contro Dio che ha voluto l’uomo artista del lavoro, ma oggi tante storie sono di lavoro opprimente per la legge del profitto che schiaccia le persone fisicamente”.
“E' arrivato il momento di dire basta! basta lavorare per morire, non si può più accettare che altre giornate così luttuose possano ripetersi qui, a Palagiano, o altrove ” - dice il sindaco Rocco Ressa -. “Posso solo dire che Domenico era un amico, un grande amico!”: piange, Nicola, uno dei tanti amici di Domenico. Non si capacitano i colleghi di lavoro, Vincenzo e Enzo, che hanno soccorso Domenico: “Non ci diamo spiegazione per quello che è successo. Domenico era un ragazzo sveglio, sapeva darsi da fare”. Se la prende con i sindacati, invece, Vincenzo Ladiana, il nonno di Nunziana, la fidanzata di Domenico che, sulla bara, straziata dal dolore, piange a dirotto. “I sindacati non si impegnano abbastanza”, dice Vincenzo. E la cugina Lina legge dei versi: “Hanno rotto il vetro della mia giovinezza, hanno colpito la mia anima, hanno messo a dura prova la mia fede in Te... Ora so che finché la terra vivrà, e anche oltre, Domenico non morrà mai...”.
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